Là dove regna il gruppo: Il contributo di Franco Fasolo alla gruppoanalisi all'interno della psichiatria di comunità
L'importanza della relazione di cura e del ''qui e ora''
Tenendo conto di quanto affermato fino ad ora, ciò che risulta centrale nella terapia è la relazione di cura e l'utilizzo del qui e ora. Per quanto riguarda il primo punto essa può assumere varie forme a seconda del contesto in cui è applicata (terapia individuale, di gruppo, consulenza, formazione) e garantisce la comune identità di qualsiasi psicoterapeuta, indipendentemente dai suoi orientamenti teorici, permettendoli di ritrovare la propria specifica identità terapeutica di servizio per la cura delle persone prese in carico; del resto, come afferma Fasolo, non si può curare un soggetto senza esserci personalmente nel prendersi cura dell'altra persona (Fasolo, Cesaro, 2009).
Per sviluppare un'adeguata relazione di cura entrano in gioco cinque competenze specifiche del terapeuta, il quale deve essere dotato delle responsabilità e delle capacità di empatizzazione, di relazione, di comunicazione, di tenuta del set e di diagnosi e prognosi. In altre parole deve essere una madre sufficientemente buona, capace di orientare la relazione che scaturisce dall'incontro con l'altro, di gestire le emozioni, le passioni e gli affetti propri e del paziente e di rispondere alle richieste e alle esigenze della collettività in tutte le sue istanze, dalla famiglia allo Stato (Fasolo, Cesaro, 2009).
Passando al secondo punto, il gruppo lavora nel qui e ora della seduta, un concetto espresso da Irving Yalom e definito da Fasolo in continua evoluzione, ma anche in avanzato corso di decostruzione. Il qui e ora è "un'esperienza simbiotica correttiva fondamentale per la relazione di cura ed è l'aspetto che rende trasformativo il gruppo", poiché consiste nei momenti di incontro, interpersonali e intersoggettivi, che accadono durante le sedute (Fasolo, 2009a).
L'autore sostiene che se la tecnica del qui e ora non è centrale in una psicoterapia (individuale o di gruppo), essa non è abbastanza per aiutare il paziente a cambiare in meglio il suo funzionamento mentale e relazionale; inoltre, se non si trasforma il transfert nel "gioco" del qui e ora, i pazienti vengono trattati come cronici (Fasolo, Palena, 2003).
C'è però una differenza tra il qui e ora gruppale e quello individuale: nel primo si creano delle esperienze particolari, come le risonanze, i rispecchiamenti, le sinestesie, gli scambi e le modulazioni affettive, che in un primo momento possono creare confusione e preoccupazione nei partecipanti, ma in un gruppo correttamente gestito diventa chiaro come esse siano solo varie sfaccettature della conversazione umana (Fasolo, 2009a).
Ma perché impiegare il qui e ora sui pazienti? In molti soggetti con un disturbo mentale, nel periodo in cui sarebbe dovuto avvenire il riconoscimento della loro persona attraverso il rispecchiamento negli altri, il Sé non ha avuto un sano sviluppo, creando un immagine di sé disgregata e il bisogno originario di relazione d'oggetto, narcisisticamente frustrato, ha portato alla creazione di uno pseudo – oggetto assolutamente sé-disfacente, ma insano. In gran parte delle terapie brevi viene data notevole importanza al poter esprimere fino in fondo la rabbia, senza distruggere né essere distrutti, ma è necessario che ciò avvenga in seduta e per questo motivo il gruppo è il formato ideale, poiché esso è sempre predisposto all'utilizzo del qui e ora (Fasolo, Palena, 2003).
Per tale motivo, il qui e ora diventa fondamentale per la cura del soggetto. A livello pratico, il suo impiego significa rendersi disponibili allo scambio affettivamente immediato e al contatto personale diretto, condividendo la valutazione di un'esperienza positiva che da senso al lavoro terapeutico (e alle persone coinvolte), il tutto in un clima di rispetto, ma anche di gioco. Ciò avviene "inzuppando" i pazienti nel gruppo, né troppo in fretta, né troppo a lungo, portando a una crescita tramite l'aumento della coesione tra i partecipanti (Fasolo, 2009a).
Quello che appare innovativo nell'approccio di Fasolo non è tanto l'utilizzo della relazione e del qui e ora in seduta, ormai fattori centrali in qualsiasi approccio: appare invece centrale il fatto di utilizzare tali strumenti per creare un ambiente adeguato alle esigenze del paziente e della sua realtà sociale all'interno dei servizi sanitari statali, dando al terapeuta il compito di valutare i vissuti sia del paziente che delle istituzioni, senza tralasciare la propria esperienza di analista. Quello che è realmente innovativo è però l'applicazione di tali concetti a tutti i pazienti al fine di prevenire la cronicizzazione e raggiungere la vera guarigione, tramite la creazione di un ambiente sufficientemente buono e accogliente.
Il paziente deve sentirsi in un ambiente abbastanza sicuro per potersi permettere l'espressione di sentimenti ostili, anche contro le persone da cui dipende, come gli altri membri e il conduttore; se il gruppo non è sufficientemente coeso, non si crea una cultura comunitaria di adeguata fiducia e il paziente sposterà altrove, nel tempo o nello spazio, la sua distruttività. In realtà, nel gruppo, si deve giungere ad una rabbia espressa, che deve essere rivolta verso la persona che l'ha provocata e collegata con la causa scatenante nel qui e ora (Fasolo, Palena, 2003).
Al fine di raggiungere tale obiettivo, sono fondamentali i fattori terapeutici intervenienti durante la terapia di gruppo. Fasolo ritiene che essi siano legittimamente sovrapponibili ai fattori individuati per ottenere gli effetti specificamente utili delle reti sociali primarie, che si riassumono nel sostegno sociale. I fattori terapeutici supportivi (universalità, accettazione, altruismo e speranza), i fattori di rivelazione di sé (apertura o trasparenza e catarsi) e i fattori di apprendimento (modellamento, apprendimento vicario, guida ed educazione) si uniscono, nel qui e ora, ai fattori di lavoro psicologico (apprendimento interpersonale e insight), promuovendo nei pazienti gli stessi effetti tipicamente causati dal sostegno sociale nei membri di una normale comunità locale (Fasolo, 2000a).
Questo brano è tratto dalla tesi:
Là dove regna il gruppo: Il contributo di Franco Fasolo alla gruppoanalisi all'interno della psichiatria di comunità
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Informazioni tesi
Autore: | Davide Ghiani |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia Clinica e di Comunità |
Relatore: | Cristina Mosso |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 114 |
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