La responsabilià delle multinazionali per violazioni dei diritti umani
L'home country control e l'applicazione extraterritoriale della normativa nazionale
Un monitoraggio efficace potrebbe essere predisposto, allo stato attuale, da parte degli stati di origine delle imprese multinazionali. Essi, infatti, godendo della necessaria competenza tecnica per l’imposizione di adeguati standard di tutela dei diritti umani e di un sistema giudiziario adatto a giudicare eventuali violazioni darebbero la possibilità a chi ha subito abusi di ottenere la giusta riparazione. In tal caso a differenza del primo metodo troverebbe applicazione la normativa nazionale - inclusa quella internazionale in vigore nella home country - e la relativa responsabilità della società holding verrebbe individuata anche per i fatti commessi al di fuori del territorio nazionale, ampliando, in questo modo, la giurisdizione dello stato di origine in ordine agli stessi fatti.
In dottrina vi è un consenso alquanto unanime circa l’esistenza di un obbligo in capo allo stato di porre in essere tutte le misure necessarie atte a controllare che le attività transnazionali delle imprese multinazionali si svolgano nel pieno rispetto dei diritti umani delle persone sulle quali incidono. In tale ottica si potrebbe delineare una responsabilità statale internazionale in caso di mancata osservanza della dovuta diligenza al fine di prevenire e reprimere tali atti lesivi.
Occorre rilevare, tuttavia, che contro questo orientamento, sia pure in ambito regionale, si è espressa la Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nel caso Bankovic. In tale circostanza, infatti, la Corte ha asserito che “il riconoscimento dell’esercizio extraterritoriale della giurisdizione ad opera dello stato contraente (…) è stato ammesso soltanto quando lo stato convenuto, attraverso il controllo effettivo del territorio e dei suoi abitanti all’estero in seguito ad un’occupazione militare o in virtù del consenso,dell’invito o dell’acquiescenza del governo locale, ha assunto l’insieme o alcuni dei poteri pubblici spettanti normalmente alle prerogative di quest’ultimo”.
D’altra parte, anche le norme sulla responsabilità dello stato non supportano l’asserzione che eventuali danni provocati dall’impresa multinazionale a stati esteri, sul cui territorio operano affiliate del gruppo, diano luogo ad una responsabilità dello stato di origine. In particolare l’art 8 del Progetto di Articoli sulla responsabilità degli Stati per atti internazionalmente illeciti prevede espressamente che la responsabilità dello stato si potrebbe esclusivamente configurare nell’ipotesi in cui si riesca a dimostrare che l’ente abbia agito di fatto su istruzione o direttive o sotto il controllo effettivo dello stato; in tal caso il comportamento dell’ente non statale è considerato come un atto dello stato. Da tale principio si deduce come l’obbligo di osservare la dovuta diligenza nel regolare le attività delle imprese sia fondamentalmente legato al grado di controllo sulle attività stesse.
E’ opportuno, inoltre, rilevare che gli stessi stati di origine si sono dimostrati riluttanti ad una regolamentazione extraterritoriale delle attività di una impresa multinazionale; per spiegare le ragioni di tale posizione è opportuno ricordare i motivi che spingono le imprese a delocalizzare i propri processi produttivi all’estero; lo scopo è quello di beneficiare dei costi competitivi delle materie prime, di usufruire dei vuoti legislativi o comunque di regole meno stringenti di quelle in cui sarebbero assoggettate nei paesi industrializzati; risulta evidente che il controllo assoggetterebbe le imprese alle medesime regole dello stato di origine, colmerebbe le lacune esistenti nello stato ospitante e quindi eliminerebbe i vantaggi della delocalizzazione.
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La responsabilià delle multinazionali per violazioni dei diritti umani
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Informazioni tesi
Autore: | Giovanna Falco |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Massimo Iovane |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 138 |
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