Internet, libertà e barriere. La regolamentazione del gambling online: il conflitto tra regole nazionali e principi sovranazionali in una prospettiva comparata

Posto che alle pronunce iniziali, commentate nel capitolo che precede, va ascritto il merito di aver tracciato il solco entro il quale la Corte di giustizia si sarebbe orientata avventurandosi nelle decisioni successive, bisogna ammettere che la maggior parte dell'elaborazione condotta dalla giurisprudenza comunitaria in materia di gioco d'azzardo ha tratto origine da una serie di rinvii pregiudiziali aventi ad oggetto la normativa adottata dal legislatore italiano per regolare restrittivamente le attività di organizzazione, raccolta e partecipazione relative a scommesse.
Le sentenze Zenatti, Gambelli e Placanica definiscono l'approccio seguito nel tempo dalla Corte di giustizia nell'adempiere il difficile compito di verificare la capacità di tenuta della disciplina italiana rispetto al diritto comunitario. Ma questo esercizio ha prodotto risultati destinati ad orientare in generale tutti i legislatori di Stati membri che hanno compiuto scelte restrittive nel settore.
È in gran parte sulla base di tale scrutinio della normativa italiana, infatti, che «si è sviluppata una giurisprudenza evolutiva della Corte di giustizia, in cui si è passati da una fase di riconoscimento dell‘autonomia degli Stati a regolamentare il settore ad una in cui sono definiti più rigorosamente i limiti dell‘azione statale. In altri termini, pur riconoscendo sempre il potere discrezionale degli Stati membri di disciplinare il mercato dei giochi secondo scelte che esprimono identità nazionali, la Corte di giustizia recupera e approfondisce il controllo sulle modalità di organizzazione del settore».