Le procedure di consegna: dall'estradizione al mandato di arresto europeo
L'estradizione nella Convenzione Schengen
Nell’ambito di un discorso che, partendo dalla consapevolezza delle numerose difficoltà e resistenze che ostacolano lo svolgimento di azioni comuni nel settore penale europeo, proponga la possibilità di un ricorso, nel breve termine, ancora a strumenti tipici del metodo intergovernativo, ai fini di un rafforzamento della collaborazione, non può non risultare significativa l’esperienza di Schengen. E ciò non tanto per la novità della disciplina che, per molti aspetti non presenta velleità sistematiche, ma che si limita, soprattutto in materia di estradizione, a completare o modificare in parte la disciplina convenzionale e pattizia esistente; quanto piuttosto per la sottesa manifestazione di un’esigenza di semplificazione e rapidità di intervento, che non rinuncia però agli elementi tipici della pratica estradizionale.
Una notevole evoluzione è stata determinata dall'Accordo di Schengen del 14 giugno 1985, che si compone di 142 articoli, che riguardano i seguenti settori:
1) eliminazione dei controlli, al passaggio delle loro frontiere comuni delle persone;
2) cooperazione tra polizie e cooperazione giudiziaria penale e di estradizione;
3) sono state anche create delle “misure compensative” al fine di migliorare il coordinamento fra polizia, dogane ed amministrazioni giudiziarie e a combattere il terrorismo e la criminalità organizzata: a tal fine è stato elaborato il Sistema d'informazione Schengen (SIS), che consente la trasmissione fra i Paesi membri dei dati sull'identità delle persone e sulla descrizione degli oggetti ricercati;
4) trasporto e circolazione di merci.
Come è noto la Convenzione del 19 giugno 1990 di applicazione dell’Accordo firmato a Schengen nel 1985 tra Francia, Germania e i Paesi del Benelux ai fini della soppressione dei controlli alle frontiere interne è divenuta operativa a partire dal 1995 tra un primo gruppo di sette Paesi. Per l’Italia, che ha aderito agli Accordi di Schengen, ratificandoli con L. 338/93, la Convenzione è entrata a regime dal 1998.
Per quanto attiene alla specifica disciplina dell’estradizione, invero, non si è mancato di rilevare il carattere non certo rivoluzionario di gran parte delle norme che vi figurano, che, come già precisato, mirano essenzialmente a completare la numerose Convenzioni esistenti, facilitandone l’applicazione.
Malgrado ciò, non sono mancati elementi di novità nel panorama europeo dell’estradizione, nella sua essenza ancora sostanzialmente fermo alla Convenzione del 1957 ed ai suoi Protocolli addizionali.
Viene in considerazione, in primo luogo, l’art. 62 della Convenzione di applicazione Schengen: in materia di prescrizione, si prevede l’esclusiva applicabilità delle disposizioni dello Stato richiedente, con ciò innovando rispetto alla previsione contenuta all’art. 10 della Convenzione europea del 1957 che richiedeva l’applicazione di entrambe le discipline, della Parte richiedente e della Parte richiesta; in materia di amnistia si riprende, invece, la previsione contenuta all’art. 4 del Secondo Protocollo addizionale in virtù della quale l’amnistia concessa nello Stato richiesto non osta alla concessione dell’estradizione, a meno che il reato non rientri nella giurisdizione di tale ultimo Stato.
La più rilevante novità introdotta dalla Convenzione riguarda, comunque, la stessa procedura estradizionale, profondamente innovata dalla creazione del Sistema di Informazione Schengen (S.I.S.), un sistema informatizzato composto da un’unità centrale con sede a Strasburgo (C-S.I.S.) e da sezioni nazionali (N-S.I.S.) in ciascuno Stato parte, affiancate da Uffici “S.I.RE.N.E.” aventi il compito di mettere in collegamento le autorità dei diversi Stati parte al fine di acquisire le informazioni supplementari non disponibili nella base informativa N-S.I.S.
Tra le diverse categorie di segnalazioni che possono essere inserite nel sistema e diramate a tutti i S.I.S. nazionali vi rientrano in primo luogo i dati relativi alle persone ricercate e per le quali l’autorità giudiziaria abbia formulato una richiesta a fini estradizionali.
Infatti, ai sensi dell’art. 64, una segnalazione inserita nel S.I.S. ed effettuata in conformità alla previsione di cui all’art. 95 produce il medesimo effetto di una domanda di arresto provvisorio ex art. 16 della Convenzione europea di estradizione; sicché una volta inserito il nominativo all’interno del S.I.S. nazionale e dopo un esame di validità formale effettuato presso il S.I.S. centrale di Strasburgo, il nome comparirà in tempo pressoché reale presso tutti i S.I.S. degli altri Paesi e le autorità competenti potranno, su tale base, procedere all’eventuale arresto provvisorio. Si comprende l’importanza di questa previsione, frutto dell’acquisita consapevolezza dei limiti del tradizionale procedimento estradizionale, eccessivamente lento e burocratizzato. [...]
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Le procedure di consegna: dall'estradizione al mandato di arresto europeo
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Informazioni tesi
Autore: | Imma Cirelli |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Milano - Bicocca |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Silvia Buzzelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 159 |
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