Patteggiamento e conformidad: esperienze di giustizia penale negoziata nell'ordinamento italiano e spagnolo
L'esigenza di un pieno accertamento del fatto in sede di conformidad
Nonostante l'orientamento prevalente appena esaminato, non sono mancate pronunce che, seppur isolate nell'evoluzione interpretativa, hanno manifestato una posizione contraria alla configurazione di un ruolo eminentemente passivo dell'organo giudicante circa l'accertamento dei fatti oggetto di conformidad: si è potuto leggere, infatti, che «nada llega probado al juicio oral, ni siquiera en los supuestos de conformidad, en los que el Tribunal puede ordenar la continuación del juicio». In altra sentenza, si è affermato che «la Audiencia habrá de dictar sentencia, (…) pudiendo absolver al procesado si estima no probados los hechos o no acreditada su participación en los mísmos, o imponer pena menor a la mutuamente aceptada por las partes, pues lo único que le está vedado al Tribunal de instancia es imponer pena mayor o superior a la convenida por las partes». Tale indirizzo – minoritario nell'orizzonte giurisprudenziale – non configura in capo al giudice un vincolo assoluto alla conformidad sotto il punto di vista fattuale, potendo essere pronunciata sentenza assolutoria nell'eventualità che l'episodio storico non risulti sufficientemente provato, cioè quando la conformidad, nel caso concreto, non basti a vincere la presunzione d'innocenza.
Infine, sancendo la nullità di una sentenza di conformidad per carenza assoluta di motivazione, i giudici supremi hanno affermato che «en todo caso, la aceptación de los hechos no exime al Tribunal de extenderse en consideraciones sobre las razones y pruebas complementarias que avalan la aceptación del acusado de un gravamen tan intenso como una pena de seis años. (…) Si bien hemos dicho que en los casos de conformidad la motivación puede ser mas sintética no se puede prescindir de ella de manera tan drástica».
Similmente, una parte della dottrina ha rifiutato l'impostazione maggioritaria. Non si è potuto non rilevare, infatti, che la conformidad, omettendo la fase dibattimentale, incide pesantemente sulla possibilità di pervenire ad un completo accertamento materiale del conflitto penale. Ciò significa frustrare il principio fondamentale della ricerca della verità storica a cui è finalizzato un modello di processo penale informato al principio di legalità. Precludere al giudice la possibilità di conoscere integralmente i fatti significa consentire che un atto di natura consensuale possa divenire sufficiente per costituire la premessa “storico-fattuale” della sentenza: in altre parole, significa permettere alle parti di formare una «verdad distinta».
In tal modo, si assiste ad un mutamento dell'oggetto stesso del processo penale: non più la ricerca della verità, bensì il (rapido) conseguimento di una condanna accettata dall'imputato indipendentemente dall'intensità dell'accertamento della sua responsabilità.
Per tali ragioni, non appare sostenibile la conclusione cui è giunto il Tribunal Supremo. Il giudice non può esimersi dal realizzare l'indagine sull'esistenza del fatto oggetto di trattativa, non verificandone la coincidenza con la verità storica, se non convertendosi in un sostanziale “omologatore” di patti stipulati alle sue spalle. In tal caso, non sarebbe certo possibile sostenere che la conformidad sia un mezzo processuale con cui accertare la responsabilità dell'accusato.
Come è stato osservato, se la conformidad conducesse realmente ad un pieno accertamento fattuale, non sarebbe incoerente una sua estensione ad ogni genere di reato a prescindere dalla pena applicabile. Il sistema, al contrario, è cosciente dei rischi e delle incognite che comporta la giustizia penale negoziata: per questo motivo, si pongono dei limiti tassativi, impedendo l'accesso universale alle negoziazioni, anche se il tetto dei sei anni di pena privativa della libertà fissato espressamente dal legislatore del 2002 rappresenta, a dire il vero, un quantum di pena negoziabile piuttosto considerevole (maggiore del limite di cinque anni previsto dal nostro “patteggiamento allargato” e privo di limitazioni oggettive e soggettive).
Peraltro, circa la discrepanza fra condanna ed assenza del dibattimento, vi è stato chi ha proposto una secca alternativa: rivedere la dottrina costituzionale sulla presunzione di non colpevolezza, oppure rinnovare profondamente il rapporto fra conformidad e sentenza di condanna. Posto che la giurisprudenza intende che la conformidad conduce ad una implicita accettazione dei fatti su cui si fonda l'accusa, ciò che si suggerisce è che tale accettazione venga esplicitata come confessione, di modo che si possa considerare che la sentenza di condanna è fondata almeno in una prova d'accusa, recuperando così la coerenza giuridica con il sistema penale.
In conclusione, è indubitabile che l'adesione al modello accusatorio – e le impellenti esigenze di celerità della giustizia – abbiano imposto ai legislatori contemporanei l'abbandono del mito dello schema processuale a modello unico, praticabile sempre e comunque, a favore della costituzione di una pluralità di moduli e riti processuali diversificati: tale scelta, però, risulta condivisibile nella misura in cui le necessarie deviazioni dal sistema processuale ordinario non siano tali da determinare sacrifici eccessivi in termini di garanzie costituzionalmente assicurate.
In questo senso, taluni autori iberici si sono mostrati piuttosto critici nella modalità di procedere determinata dalla giustizia penale negoziata. Se, da un lato, si è riconosciuto che «el régimen transaccional se presenta como fórmula extraordinaria, que tiene significado exclusivamente en un sistema procesal en crisis», in cui la lentezza del procedimento ordinario causata dalla mancanza delle indispensabili infrastrutture ha acquisito un carattere di ingovernabilità; dall'altro lato, si è affermato senza mezzi termini che la conformidad è «radicalmente incompatible con el derecho constitucional al debido proceso, por lo que debe ser rigurosamente revisada».
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Patteggiamento e conformidad: esperienze di giustizia penale negoziata nell'ordinamento italiano e spagnolo
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Informazioni tesi
Autore: | Gianluca Caltagirone |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Rosanna Gambini Musso |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 270 |
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