Toccata e fuga dal labirinto. Percorso su strutture matematiche e letteratura attraverso la narrativa combinatoria di Italo Calvino
L'enigma della creazione artistica
Alla base di ogni opera d’arte c’è una scintilla creativa. E se quest’affermazione può apparire banale, lo stesso non vale per la domanda: cosa determina il comune accordo intorno a un’opera d’arte? Ovvero: perché un’opera d’arte viene riconosciuta come tale? Attorno a questo quesito ruota un interessante saggio di Umberto Eco, Combinatoria della creatività(2004), che a questo punto della nostra trattazione ci offre l’occasione per spostarci su un binario parallelo rispetto a quello – la combinatoria – che abbiamo percorso finora: la creatività. Eco ricorda che il senso comune registra due principali definizioni di “creatività”: quella «biblica» della creazione divina ex nihilo; e quella, derivata per analogia dalla prima, che riconosce all’artista il potere divino di creare anch’egli dal nulla. Una variante della concezione biblica della creazione è costituita dalla dottrina neoplatonica dell’emanazione, secondo cui Dio non crea dal nulla, ma emana se stesso attraverso vari livelli fino a giungere allo strato più basso, quello della materia che, essendo solo un pallido riflesso dell’Uno, è per sua natura imperfetta (attribuendo così all’atto creativo non già un effetto arricchente bensì di impoverimento). Ma torniamo alla creatività umana: in realtà – continua Eco – come ci insegna Michelangelo con la sua idea che la forma sia già tutta contenuta nella materia e che il compito dell’artista sia quello di rivelarla, l’uomo non crea dal nulla. Dunque, se tutto ciò che viene creato (ma sarebbe meglio dire, a questo punto, scoperto) dall’uomo esiste già in potenza, risulta che la creatività altro non è che un gioco di combinazione di elementi preesistenti, e il “rischio” di questo gioco è quello di imbattersi in soluzioni inedite – che è poi lo scopo più o meno dichiarato di ogni artista: offrire angolazioni nuove (quindi originali) dalle quali osservare il mondo. I due ambiti privilegiati della creatività umana sono la scienza e l’arte. E qui il discorso di Eco si focalizza sul processo creativo interno a queste due dimensioni: egli afferma che la scienza e l’arte hanno in comune il fatto di procedere entrambe «per trial and error», cioè sperimentando le varie soluzioni possibili per poi giungere a una scelta finale che è (dovrebbe essere) la migliore possibile. A questo punto, però, Eco fa notare il fondamentale scarto che divide il processo creativo scientifico da quello artistico: se possiamo tranquillamente asserire che il metodo scientifico, sottoponendo a verifica ogni tesi, alla fine sceglie quella che «regge ai nostri tentativi di falsificazione sperimentale»; altrettanto serenamente non possiamo affrontare la questione della creatività artistica, e rispondere quindi alla domanda iniziale sulle ragioni dell’accordo intorno al valore di un’opera d’arte. Insomma, a un’opera d’arte nessuno si sognerebbe di chiedere una validità per così dire “scientifica” né pretenderebbe che regga a confutazioni logico-matematiche o a un principio di perfetta aderenza col mondo. Anzi, spesso un’opera d’arte è tale proprio perché possiede un potere rivoluzionario che stravolge l’ordinario stato delle cose. La riflessione di Eco si ferma a questo enigma della creazione artistica apparentemente irrisolvibile, aggiungendo solo un riferimento all’argomento della trasmissione nel tempo delle opere d’arte: consideriamo eccelse tali opere anche perché sono quelle che sono giunte sino a noi, in una versione abbastanza integra da permetterci di conoscerle e apprezzarle appieno; ma al posto di esse ne sarebbero potute esistere delle altre, diverse ma egualmente lodabili, scaturite dal carosello eterno della giostra combinatoria della creatività umana.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Toccata e fuga dal labirinto. Percorso su strutture matematiche e letteratura attraverso la narrativa combinatoria di Italo Calvino
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Informazioni tesi
Autore: | Maria Vittoria Santamaria |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | UKE - Università Kore di Enna |
Facoltà: | Arti e Comunicazione |
Corso: | Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo (dams) |
Relatore: | Michele Longo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 130 |
Questa tesi è disponibile nelle seguenti traduzioni:
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