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La pandemia da Sars-CoV-2: una prospettiva simbolica

L'enantiodromia

Il nostro mondo, il mondo della Postmodernità, ha cancellato il sapere antico in nome della razionalità e del controllo sulla realtà, razionalità e controllo che forniscono all'uomo illusorie certezze e sicurezze.
L'attuale situazione pandemica ha portato alla luce l'illusorietà di tali presunzioni assolute, rivelando un'umanità impaurita e sconcertata dagli avvenimenti, un'umanità fragile e in grande sofferenza.
Quando la superiorità di un sistema, di una visione, di un elemento sull'altro diventa troppo limitante, assumendo il monopolio, può verificarsi un'enantiodromia, un ribaltamento totale, prima che si giunga ad un nuovo equilibrio con il ritorno a visioni più ampie, rielaborate da una conoscenza nuova (Schwartz- Salant, 2017/2019).

Gli archetipi, come si è visto, sono entità dinamiche, progettuali su tempi umani molto lunghi: Jung in Aion (1951/1982) ha analizzato un segmento storico di 4000 anni, dall'era precristiana ad oggi, ipotizzando l'esistenza di un ritmo evolutivo nelle manifestazioni della psiche collettiva, un movimento di rinnovamento ciclico con un'elevazione del livello di coscienza, un progetto evolutivo con un movimento circolare a spirale (von Franz, 1988/1992), verrebbe da immaginare un DNA psichico simile nella struttura a quello fisico.
Vi sarebbe nella psiche un'attività e una tendenza prospettica e anticipatrice, una finalità che però non deve portare a conclusioni teleologiche (Frey-Rohn, 1984).
Nella visione junghiana il Centro della psiche, la meta di ogni ricerca dell'essere umano è il Sé. Per la psicologia del profondo è l'archetipo unificante, esito e conclusione del processo di individuazione.

Il simbolo per eccellenza del Sé, del Centro, della Totalità, del Dio incarnato nell'umano, è in Occidente il Cristo.
Per Jung si tratta di un mito tuttora vivente, ma è interessante verificare come sia arrivato alla modernità, attraverso quale evoluzione e sviluppo dell'inconscio collettivo.
Jung (1951/1982) divide i periodi di sviluppo della coscienza umana in ere definite "eoni": l'eone cristiano corrisponderebbe all'era dei Pesci, i quali simboleggiano fortemente il doppio, in questo caso la duplicità del Cristo e dell'Anticristo.
È noto che il Cristo sia da sempre rappresentato, tra altri simboli, da quello del pesce. Il greco Ichtùs, pesce, è per i cristiani acronimo di "Iesus Christòs Theou Uiòs Sotèr" ovvero Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore (in Enciclopedia Treccani: voce Ichthys: https://www.treccani.it/enciclopedia/ichthys/).
Il movimento che caratterizzerebbe l'eone cristiano sarebbe di tipo oppositivo e implicante l'enantiodromia, ossia come si è detto il ribaltamento di un principio nel suo opposto.

Come si è accennato, si tratta di un fenomeno caratteristico che si verifica là dove una direttiva completamente unilaterale domina la vita cosciente, così che col tempo si forma una contrapposizione inconscia altrettanto forte, che dapprima si manifesta con un'inibizione delle prestazioni della coscienza e in seguito con un'interruzione dell'indirizzo cosciente.

Secondo questa prospettiva la fase del primo Pesce (il Cristo) ha comportato un irrigidimento dello sviluppo su un unico aspetto dell'archetipo del Sé, un'immagine totalizzante nella rappresentazione del bene, del giusto, del solare, del paterno, del Logos, con la sottovalutazione, l'evitamento, fino all'estromissione e scissione (diaballein) della parte in ombra, del lato oscuro, lunare, umido, materno, dell'Eros, dell'irrazionale (Satana, il Diavolo, l'Arcano XV dei Tarocchi).

Il dogmatico irrigidimento del simbolo lo ha sempre più indebolito, inaugurando l'epoca del predominio della Materia (Jung,1951/1982).
Il Rinascimento si porrebbe come periodo storico che indica il passaggio da una fase all'altra e l'avvento della Modernità e dell'Anticristo, il secondo Pesce che in questa prospettiva si sarebbe già manifestato con l'emersione apocalittica dell'Ombra nelle due guerre mondiali, nell'Olocausto, nell'atomica, nei totalitarismi, nell'odierno disastro ambientale.

Si approfondirà nel prossimo paragrafo il discorso sull'Ombra.
Profetiche suonano le parole del fisico Pauli che, nel 1934, scriveva a Jung: "[…] questo capovolgersi nel contrario è un pericolo che minaccia non soltanto me, bensì la nostra intera civiltà. A questo si riferisce il mio sogno con i tre cavalli giganti; in questo momento tutto può capovolgersi in una primitiva barbarie, a meno che non entrino in campo il Tao e l'individuazione. Pertanto il mio problema personale è anche collettivo […]" (Pauli, 1934, citato in Sparzani & Panepucci, 2015, p.51).
La filosofia, la letteratura, le arti del Novecento danno tutte conto dell'avvenuta dissociazione e frammentazione nella psiche collettiva e annunciano l'avvento di nuovi valori.
"Il rovesciamento di tutti i valori si svolge davanti ai nostri occhi" (Jung, 1951/1982, p. 221).

Tentando di affrontare la realtà con uno sguardo simbolico, potremmo azzardare alcune suggestioni.
L'11 settembre 2001 un attacco terroristico abbatte il simbolo per eccellenza della modernità, il cuore dell'economia capitalista e delle conquiste tecnologiche, la perfetta allegoria dell'Io e della sua ostentazione di potenza: implodono e collassano in poche ore, di fronte agli occhi sgomenti del mondo, le Twin Towers a New York City. Le torri potrebbero rimandare simbolicamente alla Torre distrutta dal fulmine, l'Arcano XVI dei tarocchi.
Come se la civiltà occidentale non fosse capace di avvedersi dei messaggi dell'inconscio collettivo, le torri distrutte lasciano un vuoto, una voragine nel terreno e vengono semplicemente sostituite, poco più in là, da una torre più alta e da un nuovo enorme centro commerciale.

Venti anni dopo, a Washington, il 6 gennaio 2021, il mondo assiste all'attacco a Capitol Hill: questa volta si tratta del simbolo delle istituzioni politiche americane, questa volta l'attacco proviene dall'interno, da cittadini americani bianchi.
L'uomo nero questa volta è il difensore: è un poliziotto di nome Eugene Goodman…l'uomo buono, ben generato. […]

Questo brano è tratto dalla tesi:

La pandemia da Sars-CoV-2: una prospettiva simbolica

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Informazioni tesi

  Autore: Deborah Minasi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Francesca Agostini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 52

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Parole chiave

mito
sogno
simboli
psicologia analitica
archetipi
inconscio collettivo
pandemia

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