La rivoluzione pedagogica di Jean Jacques Rousseau
L'educazione negativa e l'inattività del maestro
Strettamente legati al principio della conoscenza della natura dell'educando e del suo rispetto sono quelli dell'educazione negativa e dell'inattività del maestro. Sono legati al primo in quanto se si vuole rispettare il fanciullo nel fanciullo occorre non insegnare la verità e la virtù, ma proteggere il suo cuore dal vizio e la sua intelligenza dall'errore.
Non si devono insegnare la verità e la virtù in quanto il fanciullo non è ancora in grado di comprenderle; bisogna, invece, rispettare la legge della natura e permettere che il fanciullo assuma conoscenze, abitudini e norme dalla legge stessa delle cose: ordinata al bene, la natura non insegna mai il male.
Se invece vogliamo inculcare nel fanciullo il nostro concetto di bene (impartiremmo un'educazione positiva), induciamo il fanciullo al male e lo conduciamo all'errore. Se si potesse occorrerebbe non far nulla e non lasciare fare nulla; se si potesse occorrerebbe condurre l'allievo sano e robusto fino all'età di dodici anni, senza che sappia distinguere la destra dalla sinistra.
Così, con la mente sgombra dalle abitudini e dai pregiudizi non avrà nulla che possa contrastare quanto l'educatore gli insegna. Cominciando dal non fare nulla egli diventerà un prodigio di educazione e sarà il più saggio tra gli uomini. Dice a questo proposito Rousseau: Arrestate, impedite le impressioni estranee e per impedire al male di nascere non datevi da fare per fare il bene…lasciate maturare nel bambino l'infanzia.
L'educazione negativa risulta, in pratica, un inganno per l'allievo in quanto il maestro gli lascia l'apparenza della libertà, ma in realtà lo tiene sottoposto al proprio metodo, la cui essenza consiste proprio nell'inattività del maestro, cioè nell'ammaestrare senza precetti, nel far tutto senza fare nulla. Il maestro deve preparare a Emilio le varie esperienze, ma dargli l'impressione che sia lui a effettuarle senza essere costretto a rivolgersi ad altri. Emilio, così, prende lezioni non dagli uomini, ma dalle cose, anche se i suoi lavori, i suoi giochi, i suoi piaceri e i suoi dolori sono nelle nostre mani senza che egli se ne avveda.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La rivoluzione pedagogica di Jean Jacques Rousseau
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Informazioni tesi
Autore: | Antonietta Nardella |
Tipo: | Tesi di Specializzazione/Perfezionamento |
Specializzazione in | Progettazione educativa: la nuova professionalità docente tra autonomia, flessibilità e disciplina |
Anno: | 2020 |
Docente/Relatore: | Maria Cristina Lorusso |
Istituito da: | Università Telematica "E-Campus" |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 49 |
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