Le politiche economiche e l'attualità della crisi economica giapponese degli anni '90

La necessità di un intervento correttivo da parte della Bank of Japan nell’economia della bolla divenne gradualmente chiaro a partire dalla primavera del 1987. L’aumento della liquidità in circolazione aveva infatti condotto ad un’incredibile crescita dei prezzi degli assets nel mercato immobiliare e in quello azionario.
Nel mercato immobiliare i bassi tassi di interesse, i flussi di capitali internazionali, una regolamentazione restrittiva sull’uso della terra e un sistema di tassazione che favoriva gli investimenti nel settore immobiliare, crearono in quegli anni una continua escalation dei prezzi dei terreni.
Inoltre l’alto numero di abitanti unito alle caratteristiche geografiche della nazione che permettono di abitare solo su 1/4 della superficie giapponese, ha implicato un’offerta di terra limitata che ha spinto all’aumento dei prezzi. Tra il 1956 e il 1986 i prezzi delle terre aumentarono del 5.000% mentre i prezzi al consumo raddoppiarono appena (Chancellor 2000).
Tokyo stava diventando una piazza d’affari finanziaria a livello internazionale e molte società multinazionali stavano aprendo le proprie filiali nella capitale giapponese; inoltre le basse rendite dei conti presso gli istituti di credito giapponesi avevano spinto molte aziende a reinvestire i propri utili nel promettente mercato immobiliare. Nel 1990 il mercato immobiliare era valutato a più di due milioni di miliardi di yen, la crescita del valore della terra divenne il propellente per la creazione del credito in tutta l’economia.