L'arte di uccidere. Estetizzazione del delitto da De Quincey a David Fincher
L'antidetective
Il glorioso ruolo da protagonista che De Quincey affida all’assassino è destinato a tramontare di fronte all’emergente genere letterario della detective story, inaugurato nel 1840 dal racconto di Poe I delitti della Rue Morgue. La romantica figura del criminale che atterrisce il testimone e, inibendo le capacità del narratore, diventa il focus dell’opera, rappresenta una minaccia per la classe sociale in ascesa, la borghesia: il sistema legislativo e giudiziario che, con questa, va consolidandosi non può tollerare l’esistenza di un elemento di disturbo che, con atti criminali, si eleva al di sopra dell’ordine costituito.
Non mi piacciono i delitti perfetti, neanche nei libri. Non sopporto l’idea che qualcuno agisca in modo da fare quello che gli pare. Solo catturando la vera assassina mi convincerei che il delitto perfetto è solo una fandonia, riprenderei fiducia perché saprei che il sistema funziona ancora. ( Le parole del tenente Stevenson in Lo specchio scuro (Robert Siodmak, 1946).
Così, all’interno dello schema della detective story, l’attenzione del lettore-fruitore è traslata dalla figura dell’assassino a quella del detective, alla cui infallibile ratio viene subordinato l’intero plot; è proprio questo aspetto a rendere la detective story l’anello debole della letteratura criminale, poiché lo sviluppo della vicenda si rivela ripetitivo e, di conseguenza, dal finale prevedibile. Il caos e il turbamento provocati dal criminale, ridotto a marginale e anonimo antagonista, sono il pretesto per mettere in moto l’infallibile ragnatela di ragionamenti del detective, elemento rassicurante nel momento in cui smaschera il colpevole e ristabilisce l’ordine tanto agognato dalla legge e dalla morale, rifugio della borghesia e presunto sistema regolatore della società.
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L'arte di uccidere. Estetizzazione del delitto da De Quincey a David Fincher
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Informazioni tesi
Autore: | Marco Rovaris |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Bergamo |
Facoltà: | Scienze Umanistiche |
Corso: | Culture moderne comparate |
Relatore: | Alessandra Violi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 143 |
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