Il Tema dell'Anticristo nel pensiero di Vladimir Solov'ev
L'Anticristo e la fine della storia
Male umano e male diabolico
Il tema del male diventa sempre piu' centrale nel pensiero di Solov'ëv pur in tutta la difficoltà che ne segna i contenuti. Si è detto che Solov'ëv nell'ultimo periodo della sua vita arriva a considerare il male una forza apocalittica esterna e indipendente dalla volontà umana. Il pensiero di Solov'ëv a tale proposito appare singolare e innovativo perché difforme rispetto al tema del male e della sua azione nella storia e nella politica. Secondo Nicoletti sembra non esserci bisogno d'altro che di un uomo perché il male possa manifestarsi: nella Bibbia il male che si manifesta per la prima volta è compiuto da Caino e nasce dall'animo umano. Sempre nel racconto biblico, nota Nicoletti, dietro questo male umano emerge la figura di un male che appare piu' grande dell'uomo: il male diabolico. "Il termine diàbolos richiama l'idea di divisione, di una separazione. Diabàllein è in Platone e in Aristotele l'atto con cui si cerca di mettere un amico contro l'altro al fine di vincere una discussione o di conservare il potere, e che fa parte delle prescrizioni «barbare» e «tiranniche»".
Una delle figure del diabolico legate alla dimensione politica è, appunto, quella dell'Anticristo. "L'espressione Anticristo si trova già nelle Lettere di Giovanni ad indicare propagatori di false dottrine: «L'Anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio» …l'avversario escatologico, l'estremo antagonista del Cristo, che viene presentato come uno spirito dotato di un immane potere, dunque una figura eminentemente politica".
Secondo Nicoletti, due sono le linee interpretative della figura dell'Anticristo la prima di carattere piu' strettamente religiosa, la seconda piu' politica. Quella religiosa viene elaborata per la prima volta nel Vangelo di Giovanni e delinea la figura dell'Anticristo come una presenza diabolica che sorge all'interno della chiesa stessa e si fa portatrice di una falsa dottrina attraverso la quale cercherà di sovrastare la fede in Cristo. Figura quindi di un male non ontologico ma personale, concezione alla quale Solov'ëv era progressivamente giunto nel corso della sua vita. Questa considerazione interpretativa, già presente nei Padri della Chiesa è stata ripresa con vigore da Lutero prima e successivamente sarà al centro della rappresentazione che Fedor Dostoevskij offrirà dell'Anticristo, ne La leggenda del Grande Inquisitore, contenuta nel romanzo I fratelli Karamazov.
Quella politica invece si rifà al testo dell'Apocalisse e considera l'Anticristo come la figura che ha tutti i caratteri di una potenza politica esterna alla chiesa; come un vero e proprio avversario politico–religioso del cristianesimo. In questa visione - secondo Nicoletti- avrebbero incarnato la figura del "Grande Antagonista" tutti i nemici della cristianità, dai conquistatori islamici del VII secolo al fascismo e nazismo, dai rivoluzionari francesi al comunismo. Ed è proprio nell'ambito di questa ultima interpretazione che può essere inserito il tema dell'Anticristo enunciato da Solov'ëv nel suo breve racconto dell’Anticristo, dove attraverso le parole del Signor Z., suo portavoce, afferma: " In ogni caso non v'è dubbio che l'idea dell'Anticristo, la quale secondo l'opinione della Bibbia – Antico e Nuovo Testamento – sta ad indicare l'ultimo atto della tragedia storica, non sarà la semplice incredulità, né la negazione del cristianesimo, né il materialismo o qualche cosa del genere, ma sarà l'impostura religiosa, allorché il nome di Cristo sarà sfruttato da tutte le potenze umane che nelle azioni e nello spirito sono estranee e direttamente ostili a Cristo e al suo spirito".
Progresso e fine del mondo: premesse al racconto dell’Anticristo.
Il racconto va letto cercando di cogliere le suggestioni filosofiche e religiose che, già annunciate lungo i tre dialoghi, trovano qui la loro espressione finale. In esso abbiamo inizialmente l'idea, che domina tutto il libro, della falsità morale e religiosa. Nell'ultima fase del suo sviluppo filosofico Solov'ëv era convinto che la fine del mondo fosse vicina; difatti osservava che: "La storia contemporanea rivela una tendenza all'accelerazione, che sembra dar ragione a quanti leggono l'annuncio che Leone XIII procederà di poco l'ultimo Papa, il secondo Pietro". Questo movimento accelerato della storia è dovuto all'idea di progresso dominante nel mondo e nella cultura occidentale, che nel pensiero filosofico di Solov'ëv era
visto come fattore negativo "Il progresso storico ha incontestabilmente un ritmo accelerato e sta avvicinandosi alla sua conclusione". Solov'ëv contrappone al progresso cristiano che consiste nello sviluppo delle fede e nell'autoperfezionamento, nella sequela a Cristo all'idea orgogliosa ed autoreferenziale del progresso umano. Secondo Solov'ëv, questo tipo di progresso era inutile e dannoso. Inutile in quanto i cosiddetti progressi dell'epoca moderna riguardavano solamente elementi esteriori dato che i problemi interiori restavano senza soluzione; dannoso perché "accanto alle conquiste e ai vantaggi della civiltà occidentale occorre registrare i fenomeni negativi che allo sviluppo della civiltà si accompagnano e perché nello stato finale resta tuttavia intatta la signoria della morte sopra ogni cosa". Infatti scrive Solov'ëv nell'opera I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo, "Se l'ultimo significato del vostro progresso è in ogni caso la morte di tutti e di ciascuno, allora è chiaro che ogni attività e progresso della cultura non serva a nulla, perché è senza scopo e priva di senso". Inoltre è visto negativamente da Solov'ëv anche perché espressione dell'orgoglio dell'uomo e della sua convinzione di poter modificare e guidare la storia. Che Solov'ëv ne avesse una visione negativa appare chiaro già nel terzo dialogo quando, esprimendosi attraverso il pensiero del Signor Z., sostiene "penso che il progresso, il progresso visibile accelerato, sia sempre sintomo della fine". È evidente che quando Solov'ëv parla di "sintomo della fine" fa riferimento alla fine della storia dell'umanità. Infatti egli sosteneva che certo la storia progredisce ma in direzione del Regno dell'Anticristo, dell'odio, della violenza, dell'inganno. Come giunge il filosofo russo a queste considerazioni? Per Solov'ëv il secolo XX dopo Cristo sarà l'epoca delle ultime grandi guerre, delle discordie intestine e delle rivoluzioni. Di fronte a ciò la maggioranza dell'umanità resterà incredula e tra i pochi pensatori spirituali emergerà il superuomo, guidato da uno smisurato orgoglio e amor proprio. Quest'ultimo proprio attraverso le sue doti ed il progresso è convinto di poter modificare la storia, di guidarne i mutamenti e di superare il vangelo cristiano. Nasce così la figura dell'Anticristo; mentre Cristo è stato un "Riformatore", l'Anticristo è un "Benefattore dell'umanità". In realtà, per Solov'ëv, il benefattore si rivelerà un impostore ed incarnerà quella falsificazione del bene che è l'apoteosi e la rovina della storia. Ecco perché giunge ad affermare che il progresso è un sintomo della fine. Il significato della storia ha subito qui, per l'autore russo, un mutamento radicale: essa non è piu' considerata come il campo del «progresso cristiano»; infatti proprio il fatto che l'avvento del Regno di Dio si compia attraverso catastrofi cosmiche e storiche sta ad indicare che la storia non ci porta a Dio direttamente. Essa assume un significato ambiguo: Il male ha le sue radici nella profondità della nostra esistenza individuale e nessun progresso storico potrà definitivamente eliminarlo. "Esso è sempre presente, anche nei piu' grandi trionfi dell'umanità e della storia c'è crescita di bene e male insieme, sicché le possibilità del male aumentano piuttosto che diminuire con il progresso storico: non per nulla l'Anticristo compare alla fine della storia. Ma l'ambiguità che domina la storia è ancora piu' radicale: poiché infatti il male non ha nessun valore di per sé cerca come già sappiamo di affermarsi sotto le spoglie del bene". E proprio l'Anticristo rappresenta l'espressione massima e definitiva di quest'ultima considerazione.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il Tema dell'Anticristo nel pensiero di Vladimir Solov'ev
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Informazioni tesi
Autore: | Luca Pelliccia |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze politiche e delle relazioni internazionali |
Relatore: | Cotta Gabriella |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 47 |
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