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Joseph Schumpeter e l'evoluzione dell'economia capitalistica

L'andamento ciclico dell'economia

Attraverso i numerosi studi e le analisi dei fenomeni economici, per Schumpeter all'interno della realtà capitalistica. Questa loro attitudine affonda le proprie radici nel continuo cambiamento connaturato nella vita economica del capitalismo stesso e, in particolare, nel susseguirsi di nuove combinazioni produttive. Infatti, il progresso derivante da queste ultime agisce come fattore di turbamento endogeno, in grado di provocare una serie di moti ondulatori; conseguentemente, si desume che senza il suo intervento non esisterebbe alcuna fluttuazione ciclica con origine interna all'economia, e, in tal caso, le sue uniche fonti di instabilità sarebbero costituite da fenomeni congiunturali esterni ad essa quali conflitti, disastri naturali e così via. 
L'evoluzione della struttura produttiva non determina la formazione di un singolo movimento ciclico nel sistema economico, ma piuttosto una pluralità di oscillazioni che vengono inquadrate da Schumpeter come parti di tre tipi di cicli economici, teorizzati da soggetti distinti e caratterizzati da differente durata ecadenza relativamente stabile.
Il primo ad essere preso in considerazione è quello individuato da Joseph Kitchin, ossia il più breve dei tre cicli appena menzionati. Questo si basa sulla durata delle scorte e sulle loro fluttuazioni in base al trend divendita dell'impresa e, a ritroso, al rapporto tra domanda e offerta; in genere il tempo impiegato per il suo svolgimento è approssimativamente uguale a tre anni e mezzo (all'incirca 40 mesi), tuttavia, in talune circostanze, esso può anche estendersi sino a coprire un arco temporale di 48 mesi. 
Il secondo è il ciclo del francese Clément Juglar. A differenza del precedente, esso non si verifica in un orizzonte di medio termine, bensì nel lungo periodo e con una durata compresa all'incirca tra i 7 e gli 11 anni. Altro elemento distintivo riguarda le cause delle sue oscillazioni: non è tanto l'andamento delle vendite, tipico del Kitchin, la fonte delle fluttuazioni cicliche nel Juglar, quanto piuttosto il susseguirsi di aumenti e contrazioni della concessione del credito da parte degli istituti bancari. Da ciò deriva la sua suddivisione in tre fasi ordinate (definite da Juglar stesso come crisi, liquidazione e ripresa) e l'identificazione di due ulteriori oggetti coinvolti nel suo movimento ondulatorio accanto alle già menzionate scorte del Kitchin, vale a dire gli investimenti nel fattori capitale e lavoro. 
Il terzo e ultimo ciclo assunto da Schumpeter come parte del processo capitalistico è quello introdotto dall'economista russo Nikolaj Kondrat'ev e merita una particolare attenzione, perché più lungo e complesso rispetto ai due cicli appena descritti. Esso necessita di un intervallo di tempo molto ampio per il suo completo svolgimento, compreso tra i 50 e i 60 anni e al suo interno si contano per approssimazione sei cicli di Juglar e diciotto Kitchin. Per questa ragione, al Kondrat'ev viene comunemente attribuito l'appellativo di “ciclo maggiore”, in contrapposizione al Kitchin e al Juglar, rispettivamente definiti “ciclo minore” e “ciclo intermedio”. 
La sua individuazione da parte di Kondrat'ev avviene grazie a rilevazioni statistiche da lui stesso realizzate e all'osservazione del trend di variabili economiche (per lo più tassi di interesse, salari e livelli di prezzi e produzione) in un periodo compreso tra la fine del XVIII secolo e i primi due decenni del 1900, in quattro paesi industrializzati (Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia e Germania). Questa metodologia di analisi gli consentedi delineare le due caratteristiche fondamentali di questo ciclo economico: da una parte la presenza di fluttuazioni sinusoidali denominate “onde lunghe”, aventi scostamenti dalla loro naturale cadenza non superiori al 25%; dall'altra parte la suddivisione in due distinte fasi che si susseguono nel corso del tempo: quella ascendente e quella discendente. Più nel dettaglio, egli arriva a sostenere che nell'arco di tempo oggetto del suo studio (1780-1920) si siano verificati tre cicli economici: tra il 1789 e il 1850 il primo, tra il 1851 e il 1890 il secondo, tra il 1891 e il 1920 il terzo. 
L'alternanza di momenti positivi e negativi all'interno del Kondrat'ev non costituisce affatto la naturale conseguenza di fenomeni extraeconomici e accidentali, ma piuttosto il risultato di mutamenti nel rapporto intercorrente tra due specifiche variabili dell'economia: gli investimenti indispensabili per il corretto funzionamento di un'attività produttiva (in macchinari, impianti, altre attrezzature e simili) e il risparmio. Più precisamente, nella visione dell'economista russo, ilmovimento ascendente può verificarsi solamente se sono state risparmiate o, più in generale, “rastrellate” in abbondanza risorse finanziarie per l'acquisto di nuovi fattori a fecondità ripetuta o per il rinnovamento di quelli preesistenti. Per l'appunto, ciò favorisce un incremento della produzione e, di conseguenza, l'affermazione della fase positiva del ciclo. Tuttavia, nel momento in cui un bene strumentale fondamentale all'interno del processo produttivo diventa obsoleto, sia il passaggio dall'utilizzo del medesimo ad un altro input più funzionale, sia il reperimento del denaro necessario per questo tipo di investimento non possono avvenire in breve tempo. Per questa ragione si sviluppa un momento di transizione che favorisce un calo progressivo della produzione, prima di sfociare nella fase discendente del ciclo. [...]

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Joseph Schumpeter e l'evoluzione dell'economia capitalistica

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Gensini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Luisa Piccinno
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 53

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