L'Ulisse omerico da Dante a Tennyson
L’Ulisse del Novecento
L’interesse letterario per la figura di Ulisse non si esaurì durante il Romanticismo, e anche durante il Novecento la sua immagine continuò a popolare le opere di poeti e scrittori in tutta Europa.
L’Italia ovviamente non fa eccezione, ma anzi è tra i paesi dove fioriscono in numero maggiore gli scritti riguardanti l’eroe omerico, e ancora una volta è il Canto XXVI dell’Inferno a fornire il maggior numero di spunti letterari.
Per i poeti italiani infatti, quello che conta non è l’inizio ma la fine, l’ultimo viaggio dell’eroe greco, profetizzato nell’Odissea da Tiresia e compiuto idealmente nell’opera dantesca.
Giovanni Pascoli in particolare, è forse il poeta italiano che si dedica maggiormente alla figura di Ulisse.
Il suo Odisseo rispecchia in parte quello romantico presentato da Tennyson, stanco e vecchio nella sua reggia di Itaca, che si sente incompiuto e pensa di non essere riuscito a chiarire i suoi dubbi. Pensa allora di riunire il suo equipaggio, e di ripercorrere il suo viaggio tappa per tappa per non rischiare di morire senza aver capito il significato della sua esistenza e per questo riparte, e proprio questa sua ennesima avventura è il tema dell’ “Ultimo viaggio di Ulisse”.
L’eroe greco riprende appunto la navigazione ma ottiene l’unico risultato di alimentare ulteriormente le sue incertezze, e veder crollare le sue illusioni, e gli ultimi tre versi dell’opera sono presagio di un uomo senza identità.
"Solo mi resta un attimo. Vi prego!
Ditemi almeno chi sono io, chi ero!"
E tra i due scogli si spezzò la nave.
Ulisse infatti, confuso per non essere riuscito a ritrovare se stesso, chiede aiuto alle sirene, ed il loro mutismo si contrappone alla sua ansia, mentre lancia questo disperato appello, finché la nave non si infrange su quegli scogli che egli credeva fossero le mitiche creature.
Nel panorama italiano, all’Ulisse di Pascoli si contrappone quello di D’Annunzio.
L’eroe greco infatti, diviene l’archetipo del superuomo nietzscheano, figura che ha pesantemente influenzato la produzione letteraria del poeta italiano, e appare in Maya, il primo dei tre libri pubblicati delle “Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi”.
E’ un poema in ventuno canti, dove il poeta si presenta come un eroe in cerca di avventure e di un vivere all’insegna della forza e della bellezza, pronto a rompere divieti pur di raggiungere il suo obiettivo, e una delle figure presentate in Maya è appunto Ulisse.
Odisseo è visto come un essere superiore, sdegnoso nei confronti della massa, che appare al poeta e ai suoi compagni nel mar Ionio.
Come a schiamazzo di vani
fanciulli, non volse egli il capo
canuto; e l’aletta vermiglia
el pileo gli palpitava
al vento su l’arida gota
che il tempo e il dolore
solcato avean di solchi
venerandi.
Egli infatti volge il capo di fronte agli “schiamazzi” dei compagni di D’Annunzio, che vorrebbero seguirlo come suo equipaggio, perché ritenuti inferiori a lui, ma si dimostra meno irriguardoso nei confronti del poeta, che gli si rivolge in maniera orgogliosa, non chiedendogli di servirlo ma di seguirlo come suo pari.
-Odimi- io gridai
sul clamor dei cari compagni
-odimi, o Re di tempeste!
Tra costoro io sono il più forte.
Mettimi a prova. E, se tendo
l’arco tuo grande,
qual tuo pari prendimi teco
ma, s’io nol tendo, ignudo
tu configgimi alla tua prua-.
Per quanto riguarda l’Inghilterra invece, l’autore di riferimento del novecento letterario per quanto riguarda la figura di Ulisse è sicuramente James Joyce.
Ulysses infatti è il suo principale romanzo, pubblicato a Parigi nel 1922.
E’ un opera assolutamente innovativa, in quanto rovescia i canoni tipici della tradizione epica, raccontando non il destino di un eroe, ma la giornata comune di un uomo moderno durante le sue peregrinazioni quotidiane.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'Ulisse omerico da Dante a Tennyson
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Informazioni tesi
Autore: | Marco Rossillo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Cassino |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e letterature straniere |
Relatore: | Vincenzo Salerno |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 43 |
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