La via dell'empowerment in servizi di outreach e prossimità
L’outreach nel presente/futuro
Gli ambiti di intervento dell’outreach sono molteplici e variabili. Ponendosi come una scienza viva ed in continuo movimento, oltre che come possibile e differente impiego delle risorse destinate al settore sociosanitario (nel tentativo di contenere o evitare l'incancrenirsi del disagio e dunque dell'assistenza) propone (talvolta informalmente e indirettamente) un nuovo modello di welfare. Intervenire su un target in particolar modo, comunque, non esula dall’opportunità di osservare e dunque prevenire fenomeni e atteggiamenti a rischio ancora embrionali.
Il quadro delle nuove dipendenze traccia uno scenario abbastanza inedito e contestualmente difficile perché si tratta di comportamenti rischiosi in attività legali. Si è soliti intervenire sulle dipendenze patologiche da sostanze o alcool, mentre la postmodernità accelera la riflessione sulle New Addictions come il Gioco d’Azzardo Patologico (GAP), lo Shopping Compulsivo, la Dipendenza da Internet, da Sesso, da Lavoro e da Studio, le Dipendenze da Tecnologia, le Dipendenze Relazionali che consistono in un comportamento o attività lecita o socialmente accettate. Le dipendenze comportamentali possono sconvolgere ed invalidare l’esistenza del soggetto stesso e del suo sistema di relazioni. Si manifestano, infatti, nell’urgente bisogno di dover praticare un'attività, nella consapevolezza che a lungo andare potrebbe condurre all’autodistruzione.
Ognuna di queste dimensioni ed ambiti potrebbe attivare un possibile intervento di riduzione del danno e dei rischi, ma risulterebbe alquanto ingenuo non tener presente gli interessi economici in gioco i vantaggi commerciali. D’altra parte si tratta pur sempre di attività lecite ma gestite in modo compulsivo dal soggetto. Non a caso iniziano anche nel nostro paese a nascere comunità di recupero nell’ambito di disturbi comportamentali dovuti a nuove dipendenze. Una sfida prima ancora che pratica è l’osservazione dei territori, la capacità di elaborare nuovi percorsi, di progettare su altri target d’intervento, di inanellare risposte di rete e di ricerca per riprogettare la convivenza tra chi resta escluso e chi no. Nel merito di una proposta di redigere una carta dei servizi a bassa soglia, si precisa: «è utile mettere in evidenza alcuni criteri per la ricerca.
Ne suggeriamo tre:
- il primo criterio: uscire dal tecnicismo per riflettere su un approccio etico alla riduzione del danno. Pensare in modo complesso nei luoghi della bassa soglia è possibile, se gli operatori accettano di uscire dai diversi ambiti di lavoro – dalla dipendenza all’emarginazione grave, dal lavoro con gli homeless a quello con i minori stranieri non accompagnati, dalle situazioni di sofferenza psichiatrica a quella zona grigia di confine tra vulnerabilità e povertà – per sollevare interrogativi che riguardano non il metodo e gli strumenti di lavoro, ma anche e prima ancora l’approccio alla base, per affrontarli insieme ai diversi mondi sei servizi sociosanitari- in quanto il principio etico della riduzione del danno riguarda tutti i servizi e tutti gli operatori sociosanitari – e insieme ai cittadini che possono esprimere comprensione e accoglienza, insofferenza e sempre di più domande di sicurezza.
- Il secondo criterio, di conseguenza, è l’accettazione della sfida della sicurezza come problema che nella bassa soglia può trovare soluzioni innovative.
- Il terzo criterio: scendere nella ricerca quotidiana dentro il territorio, utilizzando la formulazione attuale della carta, considerato uno strumento di riferimento in qualche modo autorevole e riconosciuto, che può servire da guida per una prassi condivisa nei percorsi di istituzione, verifica e revisione dei servizi».
Questo brano è tratto dalla tesi:
La via dell'empowerment in servizi di outreach e prossimità
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Informazioni tesi
Autore: | Marianna Cataldo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze del servizio sociale |
Relatore: | Armida Salvati |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 138 |
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