Dentro gli occhi che illuminano sguardi sospesi tra cinema e pittura
L’obiettivo di Brian De Palma in Femme Fatale
Qui viene immortalata per caso da un fotografo (Antonio Banderas), che ci ricorda vagamente Thomas del film “BlowUp”. Laura deve assolutamente recuperare quelle foto, ma la trama è destinata a ingarbugliarsi ulteriormente e a subire un’improvvisa e inaspettata virata. L’obbiettivo di Brian De Palma diventa l’occhio voyeristico di un regista che si diverte ad osservare e a far osservare, a riprendere chi fotografa, a dividere lo schermo in due per inquadrare chi guarda e allo stesso tempo puntare l’occhio sull’oggetto di quello sguardo.
“Femme Fatale” è proprio un viaggio dentro quest’ultimo, emozionante, seducente e lucidamente teorico, che si spinge nella profondità delle immagini per interrogarsi sulla loro origine.
Con un pedinamento della protagonista condotto persino fuori campo e spesso accentuato da lunghi piano sequenza, inizia il passaggio dalla veglia del vedere al sogno del cinema.
Una sorta di ellissi visibile con il compito di guidare lo spettatore da un livello filmico ad un altro, finendo in alcuni momenti per indurlo a farne addirittura parte. Quando i rapinatori creano il black out nel palazzo del cinema di Cannes, il susseguente buio totale e l’interruzione della proiezione del film che sta per cominciare, potrebbe coincidere con quegli istanti di passaggio dalla dimensione vaga del dormiveglia a quella del sogno, dimensione irreale, sicuramente indefinita ma corredata di regole proprie.
La cecità indotta a tutti i presenti, nella scena in questione, contrasta con l’abilitazione a vedere da parte della protagonista che prontamente indossa la maschera a raggi infrarossi. Il suo sguardo in soggettiva comincia da lì a coincidere con il nostro; come il punto di partenza di un sogno che va a sua volta a combaciare con l’inizio del film vero e proprio. Una sosia che si autoelimina lasciando un passaporto con un biglietto aereo diventa così l’escamotage narrativo estremo scelto da De Palma per creare una corrispondenza tra le regole del suo film e quelle dei sogni.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Dentro gli occhi che illuminano sguardi sospesi tra cinema e pittura
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Informazioni tesi
Autore: | Elena Aquila |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Accademia di Belle Arti |
Facoltà: | Corso di Pittura |
Corso: | Scienze e tecnologie delle arti figurative, musica, spettacolo e moda |
Relatore: | Gianfranco Costagliola |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 69 |
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