Il sistema di amministrazione e controllo monistico
L’istituto della delega nell’ambito del sistema monistico
L’istituto della delega, disciplinato per il sistema tradizionale, trova integrale applicazione nell’ambito del sistema monistico, in virtù del richiamo contenuto nell’art.2409 novesdecies c.c. all’art. 2381 c.c.
Sussistendone le condizioni, mediante la delega, il c.d.a assume maggiore complessità, in quanto vengono creati nuovi organi amministrativi individuali (amministratori delegati) o collegiali (comitato esecutivo).
Il ricorso alla delega risulta vantaggioso soprattutto nelle società che presentano c.d.a. numerosi e ha lo scopo, ripartendo le funzioni tra gli amministratori, di rendere più efficiente e razionale la gestione corrente dell’impresa.
Da un lato, infatti, la delega consente di abbandonare il metodo collegiale e concentrare il potere di gestione in capo ad alcuni amministratori e dall’altro lato, di differenziare la posizione degli amministratori deleganti da quella dei delegati.
Più in particolare si realizza una suddivisione tra c.d. “alta amministrazione” che concerne le scelte politico-strategiche dell’impresa, di competenza dei deleganti, e “gestione operativa” che concerne, invece, l’attività materiale per dare attuazione agli obiettivi generali ed è posta in essere dagli amministratori esecutivi.
Con tali caratteristiche, l’istituto della delega pare trovare la sua naturale collocazione nell’ambito del sistema monistico, diventando un suo connotato “fisiologico”, addirittura “costituzionale”.
Infatti, l’art. 2409 octiesdecies c.c. impone una netta separazione tra la funzione di controllo e quella di gestione, la quale potrà essere efficacemente realizzata mediante la delega. Quest’ultima consente distinguere tra amministratori esecutivi e amministratori non esecutivi e, di conseguenza individuare coloro che potranno essere nominati membri del comitato per il controllo sulla gestione.
In tal modo, la delega sarebbe lo strumento formale per escludere nettamente gli amministratori di controllo dalla gestione corrente della società e per «differenziare i poteri, e in parte le conseguenti responsabilità, dei consiglieri di amministrazione membri del comitato per il controllo e quelli che non ne fanno parte».
Tale “sostanziale obbligatorietà” dell’esercizio della delega poggia sull’osservazione per cui, in mancanza di essa, tutti gli amministratori, in possesso anche degli ulteriori requisiti prescritti dalla legge, potrebbero essere eletti membri del comitato per il controllo, in quanto potrebbero essere definiti non esecutivi.
Sebbene questa tesi sia condivisibile in quanto imporrebbe al c.d.a. di suddividere al proprio interno le sue funzioni, non può essere accolta poiché va oltre le intenzioni del legislatore, il quale, nell’ambito del sistema monistico, non ha inteso derogare alla disciplina della delega, rendendola obbligatoria.
In primo luogo, la tesi dell’obbligatorietà della delega introdurrebbe dei limiti sia all’autonomia statutaria, sia alla libertà di autonomia organizzativa del c.d.a. , ponendosi in contrasto con i principi ispiratori della riforma e con la flessibilità, caratteristica naturale dell’istituto della delega.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il sistema di amministrazione e controllo monistico
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Informazioni tesi
Autore: | Riccardo Ferrara |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Pietro Abbadessa |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 139 |
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