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Il ruolo dell'interocezione nella Sindrome di Asperger e nella Health Anxiety. Prospettive per la Diagnosi ed il Trattamento

L’interocezione nella Sindrome di Asperger

Negli ultimi vent’anni la disfunzionalità interocettiva è stata ampiamente riconosciuta come un’importante componente in molti disturbi neurologici, psichiatrici e comportamentali. Ad esempio, sono state osservate alterazioni nella struttura, nell’attività funzionale o nella connettività del network neurale interocettivo nell’Emicrania, nelle Addiction, nei Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione, nei Disturbi dell’Umore e nei Disturbi d’Ansia, in malattie neurodegenerative e nei Disturbi del Neurosviluppo, come ADHD e Disturbo dello Spettro Autistico.
Nel Disturbo dello Spettro Autistico si è osservato che le alterazioni e le anomalie del network neurale interocettivo si presenta frequentemente in associazione con diversi sintomi comportamentali e fisici: diversi studi riportano una disregolazione nella connettività a carico dell’Insula Anteriore con conseguente deficit nei processi emotivi a causa di un’aberrazione nell’elaborazione interocettiva; allo stesso tempo, individui con un disturbo dello spettro autistico possono manifestare un’elevata sensibilità al dolore (o insensibilità) e sintomi gastrointestinali, così come problemi comportamentali rispetto al cibo o all’idratazione.
Nei paragrafi che seguono approfondiremo il ruolo dell’interocezione nel Disturbo dello Spettro Autistico, con particolare riferimento alla Sindrome di Asperger e all’autismo ad alto funzionamento.

Sindrome di Asperger e diagnosi: cosa è cambiato nel tempo
Il Disturbo dello Spettro Autistico è un Disturbo del Neurosviluppo caratterizzato da tre principali aree deficitarie: compromissione dell’interazione sociale; compromissione della comunicazione e presenza di pattern di comportamento ristretti e ripetitivi.
Il DSM5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, APA, 2013) ha introdotto il concetto di “Spettro” per evidenziare come il disturbo colpisca ciascuna persona in modo diverso e con un livello di gravità della sintomatologia che può variare da lieve a grave, a seconda della necessità, più o meno intensa, di ricevere sostegno nella quotidianità. Le manifestazioni del disturbo variano
anche in base al livello di sviluppo, all’età cronologica e ad interventi precoci in grado di compensare alcune difficoltà.
Lo Spettro include diverse categorie diagnostiche, che nella precedente edizione del DSM (DSM IV-TR, 1994) erano affrontate in maniera separata ed indipendente:
• Disturbo Autistico
• Disturbo di Asperger
• Disturbo Disintegrativo dell’Infanzia
• Disturbo di Rett
• Disturbo Pervasivo dello Sviluppo Non Altrimenti Specificato.

In un articolo del 1943, intitolato “Autistic disturbances of affective contact”, lo psichiatra tedesco Leo Kanner definì l’autismo come un “disturbo del contatto ad un livello profondo degli affetti e dell’istinto, con due caratteristiche principali: l’estrema solitudine e l’ossessiva insistenza alla ripetitività”.
Quasi contemporaneamente a Kanner, nel 1944, Hans Asperger descrisse una condizione simile all’autismo, ma in bambini che presentavano capacità cognitive nettamente superiori alla media.
Lorna Wing, utilizzerà per prima l’espressione “Sindrome di Asperger”, nel 1981 e la definirà come una condizione caratterizzata sostanzialmente da: ritardo nella maturità e nel ragionamento sociale; immaturità empatica; difficoltà sociali; difficoltà nella comunicazione e nella gestione delle emozioni; abilità linguistiche insolite: vocabolario e sintassi avanzati ma ritardo nelle abilità di conversazione, prosodia insolita e tendenza ad essere pedanti; le persone affette da Sindrome di Asperger tendono ad essere affascinate da un argomento spesso inusuale; possono mostrare difficoltà attentive e di apprendimento; possono aver bisogno di assistenza nella cura personale e nell’organizzazione quotidiana; possono apparire goffe nell’andatura e nella coordinazione e mostrare alterazioni nella percezione sensoriale.
Oggi, dal punto di vista diagnostico, i termini “Sindrome di Asperger” ed “Autismo ad alto funzionamento” vengono usati in modo intercambiabile. In realtà nella Sindrome di Asperger (AS) o nell’Autismo ad Alto Funzionamento (HFASD), le capacità intellettive sono medie o elevate. Ma la differenza tra AS e HF-ASD consisterebbe in un ritardo nello sviluppo infantile del linguaggio o delle funzioni cognitive nell’HF-ASD, ma non nell’AS (Elwin at al., 2012).
Le persone con Sindrome di Asperger sarebbero caratterizzate da ciò che Hans Asperger definì “intelligenza autistica”: una forma di pensiero non convenzionale, non ortodossa, ma pura e originale.
Tony Attwood (2018), psicologo clinico australiano con esperienza pluriennale con persone nello spettro autistico, ha evidenziato alcune importanti differenze tra Sindrome di Asperger ed autismo “classico”: le persone con Sindrome di Asperger hanno evidenti difficoltà nella reciprocità comunicativa, con tendenza a tenere lunghi monologhi senza preoccuparsi dell’interesse altrui; tuttavia hanno minori difficoltà nel riconoscimento delle emozioni di base rispetto all’autismo classico e sembrano cercare più frequentemente conforto; ma hanno difficoltà nella gestione delle emozioni; inoltre possono presentare un ego ipertrofico. Molti individui con Sindrome di Asperger sono creativi e dotati di pensiero astratto in ambito non sociale; non necessariamente presentano stereotipie ed ecolalia, ma insistono su routine, temi ripetitivi, possono sviluppare una forte passione per temi intellettuali, e presentare perfezionismo. Possono parlare con un tono di voce monotono, robotico o infantile e possono far ricorso frequentemente a frasi e citazioni di libri o film, ma a differenza dell’ecolalia, queste ripetizioni di solito sono adattive e contestualizzate. I comportamenti ritualistici, nell’Asperger, prendono più la forma di un disturbo ossessivo-compulsivo invece che della ripetitività tipica dell’autismo classico.
Dal punto di vista cognitivo, è osservabile una forte tendenza alla sistematizzazione e alla focalizzazione sui dettagli ma anche una difficoltà nello spostamento dell’attenzione.
La Sindrome di Asperger viene spesso considerata una “disabilità nascosta”: le persone affette da Sindrome di Asperger possono semplicemente sembrare eccentriche o strane più che disabili.
Moscone e Vagni (2012) evidenziano la difficoltà a connettersi con gli altri e a comprenderli con conseguente senso perenne di solitudine; questi bambini e ragazzi sembrano così “alieni intrappolati in un corpo umano”.
Il DSM 5 propone un unico codice diagnostico, per tutte le condizioni rientranti nello spettro autistico (F 84.0) ma dà la possibilità di indicare eventuali sottotipi, ad esempio una persona con QI e livello linguistico formale nella norma, con una forma di autismo lieve (o anche moderato), può cercare risorse in linea con le specificità della Sindrome di Asperger.

Dunque si può affermare che, seppur con gradi variabili di gravità, le persone con ASD presentano una compromissione della cognizione sociale, con difficoltà nello stabilire comunicazioni e legami sociali significativi, stabilire un contatto visivo con il mondo degli altri, condividere l’attenzione con altre persone e mostrano ridotte capacità di imitazione del comportamento o di comprensione delle intenzioni, emozioni e sensazioni altrui. Come ha affermato Gallese (2006), le prime manifestazioni dell’ASD hanno una radice comune:
«Mancano o sono gravemente compromesse le abilità cognitive necessarie per stabilire legami significativi con gli altri»

Tuttavia, sebbene la cognizione sociale compromessa sia una caratteristica distintiva dell’ASD, ormai ben accertata, i meccanismi neurali e cognitivi disfunzionali alla base di questi deficit sociali sono ancora poco conosciuti e i risultati di studi e ricerche non sempre concordi.
Dal punto di vista epidemiologico, dati i cambiamenti nei criteri diagnostici, non è possibile stabilire con precisione la prevalenza della Sindrome di Asperger. Ad ogni modo è possibile stabilire la prevalenza delle condizioni dello spettro autistico con un QI superiore ad 85: dati recenti del Center of Disease Control (CDC) americano indicano una prevalenza, a 8 anni, di 1 su 134.
Sembra non esistere una significativa prevalenza geografica e/o etnica, mentre esiste una prevalenza di sesso: la Sindrome di Asperger è 3-4 volte superiore nei maschi.
La situazione italiana è diversa da quella americana. In Italia lo spettro autistico è sotto-diagnosticato e non esistono dati epidemiologici nazionali. Da ricerche regionali si evince che viene diagnosticato 1 bambino su 200 e che circa il 75% di questi ha una disabilità intellettiva. Ciò significa che le persone con una condizione di gravità lieve, senza difficoltà di linguaggio, sono spesso non diagnosticate e questo è un ostacolo anche dal punto di vista della ricerca.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il ruolo dell'interocezione nella Sindrome di Asperger e nella Health Anxiety. Prospettive per la Diagnosi ed il Trattamento

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Informazioni tesi

  Autore: Emanuela Tosi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Giuliana  Lucci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 198

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Parole chiave

neuropsicologia
neuroscienze
insula
regolazione emotiva
sindrome di asperger
enterocezione
health anxiety
trattamento
diagnosi

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