Effetti di una nuova classe di analoghi sintetici degli strigolattoni sui funghi arbuscolari e sulle loro capacità simbiontiche

Il più intrigante sviluppo nell’area di ricerca degli strigolattoni è la scoperta della loro azione come “branching factors”, responsabili della ramificazione dei funghi AM che si preparano, così, a colonizzare una pianta ospite. Resta comunque ancora da chiarire molto, in particolare se la bioattività di queste molecole sia la stessa sia per i funghi che per le piante parassite (Zwanenburg et al., 2009).
Lo strigolattone 5-deossistrigolo è stato recentemente identificato come il fattore presente negli essudati radicali di L. japonicus responsabile nell’indurre la ramificazione ifale del fungo AM Gigaspora margarita. In presenza di questo segnale radicale, l’ifa si ramifica intensamente e il metabolismo del fungo aumenta. Questa crescita invasiva pre-simbiontica facilita il contatto con le radici, la penetrazione e la colonizzazione.
Altri strigolattoni, come strigolo, sorgolattone e l’analogo sintetico GR24 hanno lo stesso comportamento di 5-deossistrigolo. Sono, in generale, estremamente attivi: inducono la ramificazione a concentrazioni molto basse, dell’ordine di 10-13 M. Dati molecolari e studi di fossili suggeriscono che i funghi AM abbiano facilitato l’adattamento e l’evoluzione delle primitive specie di piante che iniziavano a colonizzare le terre emerse. In seguito, 400 milioni di anni di co-evoluzione hanno fatto sì che piante e funghi arbuscolari diventassero interdipendenti.