Disturbi del comportamento alimentare ed immagine corporea: il ruolo dell'educatore professionale
L’incontro con Camilla: perché propongo la figura dell’Educatore Professionale
Ho partecipato ad un incontro informativo per la cittadinanza di Faenza sui disturbi del comportamento alimentare ed in tale sede ho avuto la possibilità di conoscere la Dott.ssa Zamuner S., nutrizionista e fondatrice dell’Associazione di volontariato Il peso della farfalla.
Ho esposto alla Dott.ssa le mie idee per quanto concerne la stesura della mia tesi e per quanto riguarda le mie proposte nell’ambito dei disturbi alimentari. Ho riscontrato immediatamente una grande disponibilità da parte sua e una grande fiducia nelle mie capacità e proposte. Ci siamo confrontate su le attuali possibilità di cura e riabilitazione per ragazze/i che soffrono di tali disturbi e mi ha presentato l’Associazione, i loro obiettivi, e le loro future intenzioni.
Dopo aver esposto le mie idee riguardo all’inserimento della figura dell’Educatore Professionale all’interno di equipe che si occupano di creare ed attuare progetti individualizzati, la Dott.ssa mi ha invitato ad associarmi con la possibilità di concretizzare le mie idee e proposte. Attualmente stiamo lavorando per la realizzazione di gruppi per ragazzine con disturbi alimentari: una proposta di gruppo di Auto-Mutuo-Aiuto integrato ad un laboratorio espressivo e creativo.
Durante le giornate di confronto tra me e la Dott.ssa ho avuto modo di conoscere una ragazza che in passato soffriva di Anoressia e che dopo aver seguito un percorso esclusivamente clinico, per cui solamente con medici, ora è ritornata al suo stato di benessere.
Parlando con lei, ma anche avendo sentito parlare famigliari di ragazze/i con questo tipo di problematica, mi sono resa conto che ancora oggi, il problema dei Disturbi Alimentari, sempre più diffuso, è ancora un argomento sconosciuto e non adeguatamente affrontato: sia per quanto riguarda la prevenzione, sia per quanto riguarda il trattamento.
Molto spesso ho sentito lamentele di ragazze o di famigliari riguardo ai trattamenti, agli approcci ed alle modalità utilizzate per far fronte a queste situazioni. Si parlava di insensibilità ed incapacità da parte delle figure professionali ad empatizzare con il paziente e capire effettivamente quale potesse essere il problema, le emozioni provate e la giusta strada da intraprendere per la risoluzione dello stato di malessere. Proponendo la figura dell’Educatore Professionale all’interno di progetti di prevenzione, formazione-informazione e progetti educativi-riabilitativi, ritengo si possa far fronte a queste “mancanze” all’interno degli attuali servizi. Essendo l’E.P. una figura non esclusivamente clinica e con una presenza più informale, ritengo si possa creare con il paziente e la cittadinanza un rapporto migliore, più empatico e disteso, con conseguente maggiore disponibilità al confronto ed apertura al dialogo reciproco. Di seguito presenterò la storia e il percorso clinico di Camilla, fino al suo attuale stato di benessere, intervallando ipotesi d’intervento e proposte per nuovi servizi ed approcci, introducendo ovviamente la figura dell’Educatore Professionale.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Disturbi del comportamento alimentare ed immagine corporea: il ruolo dell'educatore professionale
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Informazioni tesi
Autore: | Belinda Dell'Amore |
Tipo: | Diploma di Laurea |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Educatore Professionale |
Relatore: | Paolo Scudellari |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 138 |
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