La riforma dell'appello penale tra interventi del legislatore e censure della Corte Costituzionale.
L’inappellabilità delle sentenze di condanna alla sola pena dell’ammenda
Nella nuova formulazione dell’art. 593, il 3 comma, ricalcando la disciplina precedente (e perciò, quella originariamente posta), stabilisce l’inappellabilità delle sentenze per le quali è stata applicata la sola pena dell’ammenda.
Nel pur ampio dibattito, nessuno ha mostrato di ritenere opportuno restituire all’imputato, nel momento in cui si ponevano così forti limiti al diritto di appellare le sentenze di proscioglimento, il diritto di appellare tutte le sentenze di condanna.
L’idea che possa limitarsi la possibilità di proporre appello contro tali sentenze e la dimensione della limitazione sembrano state assimilate.
Peraltro, la soluzione è criticabile, non meno di quanto lo siano tutte le disposizioni che pretendono di tracciare confini all’interno di situazioni omogenee. Deve ritenersi che il legislatore sia convinto che la condanna alla sola pena dell’ammenda non implichi, per il pubblico ministero e per l’imputato, così rilevante pregiudizio da meritare una rivisitazione in un secondo grado di merito.
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La riforma dell'appello penale tra interventi del legislatore e censure della Corte Costituzionale.
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Informazioni tesi
| Autore: | Giovanni Castronovo |
| Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
| Anno: | 2007-08 |
| Università: | Università degli Studi di Pisa |
| Facoltà: | Giurisprudenza |
| Corso: | Giurisprudenza |
| Relatore: | Enrico Marzaduri |
| Lingua: | Italiano |
| Num. pagine: | 150 |
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