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Smart working: innovare, competere, conciliare

L’impatto sul benessere e sulla qualità della vita del lavoratore

Grazie all’utilizzo delle innovazioni tecnologiche e alla diversificazione degli spazi secondo l’approccio dell’ABW, il modello di lavoro può definirsi sempre più agile. L’adozione dello Smart Working, in particolare, ha un impatto positivo sulla persona e sulla sua percezione rispetto al lavoro, al ruolo svolto e al clima organizzativo. Le organizzazioni che adottano uno stile activity-based, infatti, riportano i seguenti vantaggi: collaboratori più sani, coinvolti e motivati, maggiore responsabilizzazione ed empowerment dei dipendenti, migliore collaborazione, apprendimento e trasferimento di conoscenza, un processo decisionale più veloce ed efficiente (Leesman, 2017). L’implementazione di misure flessibili in termini di luoghi, orari e tecnologie apporta all’organizzazione altri benefici collaterali, quali una diminuzione del tasso di assenteismo pari al 20% (Osservatorio Smart Working, 2018) e degli straordinari in azienda, che si traducono in una riduzione del costo del lavoro. Positivo è chiaramente l’aumento della produttività del lavoratore (+15%) (Osservatorio Smart Working, 2018), e di conseguenza della competitività aziendale, dato che la flessibilità garantisce una valorizzazione delle propensioni individuali. I compiti vengono svolti quando, come e nel luogo in cui si ritiene di poterli svolgere al meglio, portandoli a termine eventualmente anche in tempi più brevi.
Lo Smart Working riserva diversi vantaggi per i lavoratori. Grazie alla tecnologia, godere di orari flessibili e lavorare in mobilità, talvolta da casa, consente una riduzione significativa non soltanto del tempo dedicato a viaggi e spostamenti, considerato come perduto, ma anche dei costi e dello stress ad essi legati.
Tuttavia, a causa degli stessi strumenti tecnologici che permettono di operare ovunque e in qualsiasi momento, il rischio che si può correre è quello di essere costantemente disponibili. Le organizzazioni sono consapevoli degli effetti che la sindrome da burnout, in risposta all’essere always on, può avere sulla salute fisica e mentale dei propri collaboratori, soprattutto se si tratta di donne con figli, persone anziane, già malate o affette da disabilità. All’interno dell’azienda è la progettazione di aree che rispondano alle 4 C (Myerson et al., 2010) a favorire il benessere psicofisico dell’individuo e un aumento del senso di appartenenza all’organizzazione.
Qualora si scelga di lavorare da casa nei giorni accordati, invece, occorre ripensare l’ambiente domestico a beneficio di maggiori riflessione e creatività, rispettando sempre i confini tra vita privata e lavorativa, e quindi una delle finalità stesse del lavoro agile.
Un’organizzazione smart, che dà al lavoratore la possibilità di gestire efficientemente il proprio tempo durante la giornata e conciliare anche impegni al di fuori dell’attività lavorativa, migliora il work-life balance (per il 46% degli intervistati, secondo i dati dell’Osservatorio Smart Working, 2019), a favore di un aumento della soddisfazione e dell’engagement della persona, che non si sente più imprigionata in ritmi e schemi rigidi. L’ampliamento dell’autonomia organizzativa è in grado di generare sensazioni positive che alimentano la motivazione al lavoro, con un incremento della soddisfazione personale e della performance. Secondo le stime dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, il 76% degli smart workers è molto soddisfatto del proprio lavoro rispetto al 55% dei lavoratori tradizionali. Anche il clima organizzativo, ovvero l’atmosfera creata dall’azienda, influisce sull’operato e sulla salute fisica e mentale dei dipendenti. La capacità dell’organizzazione e della leadership di dare vita ad un ambiente incoraggiante e dinamico, sviluppando percorsi di formazione e diffondendo una mentalità aperta relativamente ai cambiamenti, è una facoltà strategica. Il 71% dei lavoratori smart riferisce di essere entusiasta di far parte della propria organizzazione e desidera rimanervi per un lungo periodo, contro il 56% degli altri lavoratori (Osservatorio Smart Working, 2019).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Smart working: innovare, competere, conciliare

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Informazioni tesi

  Autore: Giorgia Ferri
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Scienze Linguistiche e Letterature Straniere
  Corso: L-12 Mediazione Linguistica
  Relatore: Chiara Frigerio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 36

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Parole chiave

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flessibile
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lavoro agile
smart working
covid-19
benessere lavoratori
organizzazione aziendale tesi
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