Dal procedimento artistico alla critica. Intorno alle idee estetiche di Michele Guerrisi
L’idea della forma viva imitata e lo scontro con la religione
La concezione che l’artista può ricrearsi un suo mondo fantastico, ha generato l’idea comune che esso sia in qualche modo un essere privilegiato. Si può dedurre questo dal fatto che, nella preistoria, gli artisti erano circondati da un’aria di misticismo religioso.
«E in nessuna simbologia, più che in quella plastica, adombrò l’uomo il suo destino tragico e la sua sopravvivenza. Dai graffiti delle caverne e dagli idoli dei primitivi fino all’Apollo del Belvedere e al presepe settecentesco, è sempre reperibile nell’arte questo supervalore di carattere magico».
Questo carattere magico, divino è accentuato dal fatto che si è detto spesso che Dio fu il primo scultore in quanto «il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente», e che fu sempre lui «che fece bella ogni cosa che creò, e la creazione dell’uomo iniziò dal fango» e, oltre a plasmare dal suolo l’uomo, modellò anche gli animali: «il Signore Dio plasmò da suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo», e questo fece in modo che nei secoli l’uomo abbia visto, soprattutto nella creta, un senso di misticismo, in quanto materia divina in cui un dio soffia dentro la vita.
Questo ci spiega il perché nelle «civiltà più permeate di tendenze monoteistiche e morali, come quella giudaica e quella primitiva cristiana, l’idea della forma viva imitata, che appare come sacrilegio, è anch’essa conferma del senso di superstizioso stupore generato dall’opera d’arte. Nel concetto che solo Iddio può creare, e che l’uomo non può farsi immagini della sua essenza, è implicito il giudizio che l’arte della figurazione è un voler togliere all’Eterno questo privilegio». La lingua, da queste società, era vista come meno divina e meno magica dell’arte, eppure anche essa è un antropomorfismo.
Addirittura, nelle statue greco-romane, quelle in cui era esplicita una certa sensualità riferibile al paganesimo, i primi cristiani vi vedevano l’influsso del diavolo.
Ancora peggiore è la concezione che si ha dell’artista nella religione islamica, in cui esso è visto come peccatore e l’arte è una minaccia alla moralità. Nel Corano si dice che chiunque crei un idolo dia ad esso una parte della sua anima, e che quindi, non essendo completa, non sarebbe degna di presentarsi dinanzi ad Allah. Ecco che i musulmani hanno il più profondo legame tra il creatore di raffigurazioni e le figure stesse.
Bisognerà aspettare il Medioevo, in cui le figure ibride di uomini-bestia sono utilizzate come metafore della sofferenza del peccato e le raffigurazioni della passione di Cristo, della vita della Madonna, assumono il valore di una purificazione dell’arte figurativa, in cui l’immaginazione si unisce alle idee eterne ed universali della divinità.
Ma fu solo nel Rinascimento, quando cioè ci fu uno svincolamento dai dogmi del medioevo, che la figura dell’artista divenne fondamentale all’interno tutte le corti e fu possibile per essi raffigurare anche le divinità.
Finalmente artisti come Botticelli, Michelangelo e Leonardo potevano dipingere e scolpire le loro opere che fanno comprendere con più semplicità i valori universali che rappresentano.
Quindi «l’artista, fermando nella fantasia gli aspetti fuggevoli del mondo, e aiutando gli altri a meglio comprendere le cose e a ricordare quelle che furono, risponde realmente al bisogno dell’anima di superare il tempo e lo spazio, entro cui si sentirebbe condannata e confusa. Le arti tutte, e in grado non minore quella figurativa, tendono sempre a liberare lo spirito da quei limiti onde nasce il sentimento della morte. È una forma assai recente che lo spazio e il tempo siano le forme sensibili dell’intelligenza. Prima ancora che nella filosofia, questa verità era già in atto nell’arte».
Questo brano è tratto dalla tesi:
Dal procedimento artistico alla critica. Intorno alle idee estetiche di Michele Guerrisi
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Informazioni tesi
Autore: | William Casula |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Accademia di Belle Arti Mario Sironi di Sassari |
Facoltà: | Design e Arti |
Corso: | Scultura |
Relatore: | Domenico Spinosa |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 97 |
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