L'olivicoltura del Garda
L’evoluzione del consumo dell’olio extravergine d’oliva DOP Garda Bresciano
A livello mondiale i consumi di olio di qualità sono in aumento, sia pure piuttosto lento. Secondo i dati del Consiglio Oleicolo Internazionale COI dall’inizio del 2000 fino ad oggi si è passati da 2,6 milioni di tonnellate nel 2011 ai quasi 3 milioni di tonnellate per il 2011 e per il 2012 la soglia dei tre milioni è stata superata secondo le stime del COI. Se si considera che la quota di consumo pro capite di olio di oliva sul totale dei grassi vegetali consumati nel mondo è appena del 4%, si deve ammettere che i margini di crescita dell’olio appaiono piuttosto considerevoli. Il consumatore medio ricerca, comunque, l’olio extravergine per condire a freddo le insalate e il pesce e tutto quello che si mangia crudo, mentre per cucinare fritture e cibi cotti di minor pregio sceglie ancora oli vegetali di minor pregio. I paesi tradizionalmente consumatori sono i paesi produttori del bacino del Mediterraneo, mentre le nuove aree di mercato sono rappresentate da quei paesi che recentemente si sono avvicinati alla dieta mediterranea patrimonio mondiale dell’UNESCO e alla conoscenza della qualità nutrizionali dell’olio di oliva e dei suoi benefici per la salute. Il sia pur lento incremento della fascia di consumatori si deve alle molte iniziative promozionali svolte da aziende italiane e comunitarie, che hanno usufruito dei fondi UE per la promozione. Molto stanno influendo sul gusto e sull’opinione dei consumatori le trasmissioni televisive e massmediali di argomento enogastronomico e culinario e il diffondersi delle professioni quali dietologi ed alimentaristi, praticate da medici e laureati con specializzazioni ad hoc, nonché le Fiere specializzate nel settore agro alimentare e altro.
Gli STATI UNITI hanno portato il consumo di olio di oliva da 1.700 a 2.750 quintali, confermandosi il maggior mercato sul consumo non tradizionale.
Anche l’Australia ha accresciuto i suoi consumi di olio di oliva che è passato da 310.000 quintali a 440.000 quintali nel 2011. In Russia il consumo è cresciuto da 40.000 a 220.000 quintali. Anche il turismo che proviene da quei paesi ha contribuito a far apprezzare all’estero le qualità dell’olio di oliva.
Il maggior competitor dell’olio di oliva italiano è la Spagna, con il maggior patrimonio olivetato in Andalusia 60%, in Castilla la Mancia 15% e il 10% in Estremadura. Il mercato estero assorbe oltre la metà della produzione spagnola ed è essenzialmente caratterizzato da olio sfuso.
Il consumo interno è meno diffuso che in Italia, ma è più attento alla qualità. La crisi del settore degli ultimi anni ha investito anche la Spagna, con aumento dei costi e non equilibrio tra domanda ed offerta.
La Tunisia viene subito dopo la Spagna per superficie olivetata e produce circa 170.000 quintali annui di cui un terzo destinato al consumo locale. L’olio tunisino viene venduto sfuso a società confezionatrici.
La produzione dell’olio Garda specialmente nella zona del Trentino e della Lombardia ha goduto di una buona annata nel 2011 e nel 2012 perché le temperature estive molto alte, che hanno influenzato l’allegagione e la fruttificazione, sono state compensate da piogge autunnali con una variazione di produzione da 10.510 quintali di olio, a fronte di 9.730 quintali del 2009 e di 9.990 quintali del 2010 e del 2012. Il mercato dell’olio extravergine DOP Garda Bresciano ha visto un incremento del 23% in più della campagna olearia 2012 rispetto alla campagna precedente 2010-2011 secondo i dati di Unione Nazionale Associazioni di Produttori di Olive UNAPROL. Ciò è dovuto in parte all’impennata dei prezzi dei primi mesi dell’anno 2013. Per gli oli DOP si sono verificati buoni riscontri sul mercato, in termini di prezzo, anche se non viene riconosciuto un adeguato valore aggiunto. Nel 2011 il suo prezzo all’origine euro-chilogrammo era di Euro 10,80 rispetto agli anni precedenti. Gli oli DOP del Garda hanno subito una flessione, a fronte del prezzo del 2007 di Euro 11,56 al chilogrammo.
Nella rilevazione della Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Brescia del 12 Marzo 2013 il prezzo all’ingrosso dell’olio Garda DOP segnalato è Euro 12,50-Euro 14,00 al chilogrammo e l’olio extra-vergine di oliva è segnalato ad un prezzo Euro-chilogrammo pari a Euro 8,00-Euro 9,00. Pertanto si è rilevata una buona crescita del DOP Garda Bresciano per gli anni dal 2010 al 2013. Esso viene venduto prevalentemente negli ipermercati tra i prodotti di qualità e non nei supermercati, che coprono la maggior parte dei consumi. La produzione del territorio lombardo-bresciano è stata destinata prevalentemente al consumo locale e al mercato estero: Germania, Nord Europa e comunitario. Trattandosi di una gamma di prodotti di alta qualità extravergine e DOP soddisfano la domanda di una fascia di consumatori capace di apprezzarne le caratteristiche e di affrontarne il costo un po’ più elevato rispetto alla media del prodotto nazionale.
Pertanto il rapporto costo-prezzo ha trovato un riscontro positivo sul mercato.
Si deve sottolineare che lo sviluppo e l’incontro tra domanda - offerta è stato promosso in questa zona oltre che dalla presenza di vaste aree turistiche anche da un’accurata strategia di marketing con la partecipazione a fiere ad eventi promozionali, tramite la Strada dei vini e dei sapori del Garda, l’ Associazione Interprovinciale Produttori Olio Lombardia A. I. P. O. L. cosi afferma il Presidente: “L’offerta di servizi di alta qualità per l’olivicoltura bresciana è più vicina alle imprese e al loro territorio di produzione”.
Risultano da queste attività premiati soprattutto il produttore e il distributore e gratificati gli acquirenti perché viene esaltata la loro capacità di acquisto di un prodotto pregiato dando un segnale di “status” e di un elevato livello di reddito.
Non viene premiato del tutto l’olivicoltore, che non riesce ad avere un potere contrattuale nei confronti del trasformatore e del distributore, non essendo in grado di gestire autonomamente il proprio sistema distributivo.
I prezzi che si formano sul mercato non tengono presente pienamente i costi sostenuti dall’olivicoltore (spese d’impianto, produzione delle olive, raccolta, trasformazione, confezionamento). Questi nel consegnare al dettagliante per la vendita del prodotto finale, deve sottostare alle logiche del mercato.
L’agricoltore viene considerato quindi un semplice fornitore di materia prima e non ha potere decisionale.
Pertanto quello che va incentivato è l’associazionismo consapevole e responsabile di tutta la filiera in grado di gestire lo sviluppo e l’incremento del mercato, attraverso l’innovazione continua degli impianti, la formazione professionale degli addetti ai lavori e una corretta e lungimirante collaborazione tra aziende agricole produttrici, olivicoltori e la distribuzione al dettaglio per creare una sinergia che favorisca la qualità a vantaggio del prezzo. Trattandosi di piccole e medie aziende presenti sul territorio che immettono sul mercato piccoli quantitativi di prodotto non industriale, questo modello organizzativo consente delle economie di gestione tali da assicurare un reddito soddisfacente agli operatori del settore.
Il segreto del successo dell’olivicoltura bresciana sta nel tessuto di un sistema di piccole e medie imprese. Queste aziende si caratterizzano per avere una struttura più snella che conferisce loro maggiore velocità di risposta ai mercati.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'olivicoltura del Garda
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Informazioni tesi
Autore: | Michela Battaglia Monterisi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Commercio |
Relatore: | Giuseppe Patruno |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 130 |
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