I network misti ''CSR-driven''

Per meglio comprendere la natura, le dinamiche e le conseguenze che i comportamenti etici hanno nei confronti dell'ambiente sociale nel quale l'organizzazione opera, nonché sulle componenti, strutturali o intangibili, della stessa, è più efficace adottare il livello di analisi organizzativo.
Nei paragrafi successivi del capitolo si tornerà, invece, al livello interorganizzativo, verificando come operi l'integrazione delle organizzazioni dei diversi settori che presentano simili livelli e caratteristiche di orientamento all'etica.
Il riconoscimento della dimensione sociale dell'organizzazione, derivante dalla constatazione della sua natura di sistema aperto alle relazioni con l'ambiente, determina la necessità di considerare anche la “dimensione etica” del comportamento organizzativo.

Il dibattito sull'etica organizzativa, sempre più attuale, anche per effetto di quello che può essere indicato come “fabbisogno etico”, affonda le sue radici, a ben guardare, all'origine degli studi filosofici, con le opere sorgenti dell'etica di Platone e Socrate, entrambi concordi nel considerare l'etica come “scienza del bene e del male” e, successivamente, con Aristotele ed i filosofi Romani.
Definita la natura dell'etica come scienza del bene e del male, è possibile delineare gli effetti che derivano dalla sua applicazione al particolare contesto economico ed organizzativo.

L'etica dovrebbe riflettere all'esterno dell'organizzazione ed essere considerata dai suoi membri interni come “una maniera di intendere l'attività economica e quindi come il "modo d'essere' di un'organizzazione".
L'etica, in quanto modo d'essere, entra a far parte del patrimonio genetico dell'organizzazione, appartiene “all'anima delle sue decisioni”.