L'Open Innovation nella prospettiva del Marketing
L’esistenza del fenomeno dell’innovazione da parte degli utilizzatori
Il termine convenzionale per definire l’utilizzatore finale, vale a dire il “consumatore”, suggerisce implicitamente che nella visione tradizionale gli utilizzatori non assumono una parte attiva nel processo di sviluppo del prodotto/servizio. Ciononostante, grazie a diversi studi portati avanti nell’ultimo decennio, la ricerca empirica offre una “evidenza molto forte del fatto che lo sviluppo e la modifica del prodotto da parte del consumatore, sia un fenomeno molto frequente, diffuso ed importante”.
Assolutamente interessante in questo senso è il libro “Democratizing Innovation” di Eric von Hippel, docente presso il MIT ed esperto dei processi di innovazione tecnologica. Si tratta infatti di un’opera particolarmente lungimirante riguardo all’importanza che oggi ha assunto l’utente nei processi di creazione e sviluppo industriale. Tra le varie argomentazioni proposte dall’autore americano, soprattutto le seguenti tre sembrano aver trovato una conferma certa negli ultimi anni:
• Gli utenti innovano i prodotti che utilizzano, li modificano o ne producono di nuovi, e lo fanno per soddisfare necessità alle quali il prodotto originale non da soddisfazioni;
• Gli utenti rivelano gratuitamente le loro innovazioni e ne favoriscono la diffusione;
• Spesso, se le innovazioni sono frutto di un gruppo di utenti riunitisi per produrre nuove idee, queste saranno equamente distribuite, in numero, all’interno del gruppo.
Il fatto che gli utenti siano in grado di trovare soluzioni migliori alle esigenze che essi stessi manifestano, è indice del grande potenziale creativo che risiede nell’approccio all’open innovation. Il modello di innovazione aperta infatti, rispetto ai modelli tradizionali, non ha fatto altro che predisporre una struttura organizzativa che consente di sfruttare questo potenziale a favore dell’impresa, e di conseguenza a vantaggio dei consumatori.
Altrettanto interessanti sono le motivazioni che spingono gli utilizzatori a partecipare attivamente al processo di innovazione. Spesso l’unico beneficio che essi si aspettano è il miglioramento delle caratteristiche del prodotto attualmente offerto. “I produttori, in genere, tendono a perseguire la strategia di realizzare prodotti destinati ad incontrare i bisogni di un vasto segmento di mercato (mass production industry); quando però i bisogni dei consumatori sono altamente differenziati, seguire questa strategia può lasciare molti clienti insoddisfatti. Perciò quando uno consumatore desidera qualcosa di diverso, ed è in possesso delle risorse e delle conoscenze necessarie, sarà quantomeno disponibile a suggerire all’impresa la realizzazione di un prodotto che soddisfi i propri bisogni, o nel caso estremo a realizzare lo stesso per conto proprio”.
Altrettanto interessante è il fatto che gli utenti, in genere, sono disposti a rivelare gratuitamente le proprie idee, ed anzi ad impiegare tempo e risorse per comunicare le stesse idee all’impresa. Questo fenomeno è spiegato dal naturale senso di competizione che si sviluppa all’interno dei gruppi di innovazione, e ancora dalla visibilità globale (talvolta solo apparente) che generalmente le imprese offrono alle idee fornite da ciascuno.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'Open Innovation nella prospettiva del Marketing
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Informazioni tesi
Autore: | Andrea Mattera |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia Aziendale |
Relatore: | Luigi Cantone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 150 |
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