Thomas Mann e Adrian Leverkühn. L’ideazione del romanzo «Doktor Faustus» tra Wagner, Adorno e Schönberg

L’esperienza dell’esilio cominciò per Thomas Mann alla fine dell’inverno 1933, anno che vide la nomina di Hitler a cancelliere e l’incendio del Reichstag, con la conseguente proscrizione del partito comunista. In particolare, quest’esperienza è legata per l’autore al tentativo di salvaguardare il patrimonio culturale tedesco dalla propaganda nazionalsocialista e, nel febbraio 1933, questo sforzo estremo contro la diffusione degli stravolgimenti politici in materia culturale ha per soggetto la conferenza Leiden und Größe Richard Wagners. Il periodo che va dal trasferimento di Mann nei pressi di Zurigo fino alla decisione definitiva di emigrare negli Stati Uniti nel maggio 1938, in seguito all’Anschluss dell’Austria del 13 marzo 1938 e all’offerta da parte del rettore dell’Università di Princeton di un posto come Lecturer in the Humanities, è caratterizzato, dal punto di vista musicale, da un rapporto ancora forte con Wagner: i saggi di questo periodo (Richard Wagner und der «Ring des Nibelungen» e Zu Wagners Verteidigung) dimostrano come l’orizzonte estetico-critico dello scrittore sia appunto ancora molto legato alla musica tardo-romantica.
Intorno al 1941 tuttavia, Mann, trasferitosi in California in marzo, entra in contatto sulla costa pacifica con un’estesa cerchia di intellettuali tedeschi, e non, scampati al regime dittatoriale di Hitler, con i quali può approfondire le sue conoscenze musicali e ampliare il proprio orizzonte anche di fronte agli sviluppi sonori più recenti, che nella madrepatria venivano bollati con la definizione di “Entartete Kunst” (1937), cui segue quella di “Entartete Musik” (1938), legata al già diffuso concetto di “Musikbolschewismus”.
Questi appellativi sono da connettere alla crisi culturale che investì la Germania già durante la Repubblica di Weimar, crisi che comportò una vera e propria spaccatura all’interno della società.