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L'Istituto dell'Esdebitazione e la Tutela Creditorum

L’esdebitazione nella procedura di liquidazione

Nel concludere questa breve disamina, è doveroso, infine, aggiungere che il CCII citato prevede agli artt. 282-283 l’istituto della esdebitazione del sovraindebitato.
Ed invero, tra le novità più significative vi è quella di aver introdotto l’esdebitazione per le procedure di liquidazione controllata (ex art. 282), con decreto del Tribunale, a seguito di un provvedimento di chiusura o anche prima, se decorsi tre anni dalla sua apertura.
Ai sensi dell’art. 280 CCII, rimangono ferme tutte le preclusioni previste, ovvero, quella di non avere riportato condanne per i delitti ivi previsti, e, per il consumatore, anche quella di cui all’articolo 69, comma 1 (nel caso in cui sia stato esdebitato nei cinque anni precedenti la domanda o abbia già beneficiato dell’esdebitazione per due volte, ovvero nel caso in cui abbia determinato la situazione di sovraindebitamento con colpa grave, malafede o frode).
Il Codice ha introdotto poi anche un altro caso di esdebitazione, di cui ci si può avvalere una volta sola e a prescindere dall’apertura formale di una procedura tra quelle previste per il soggetto sovraindebitato.
Secondo infatti il disposto dell’art. 283 CCII è prevista l’ipotesi del debitore incapiente, ovvero una persona fisica meritevole, che non è tuttavia in grado di offrire ai creditori alcuna utilità diretta o indiretta nemmeno in una prospettiva futura, in tal caso è ammesso ad accedere all’esdebitazione soltanto una volta.
È peraltro fatto salvo l’obbligo di pagamento del debito entro quattro anni dal decreto del giudice laddove sopravvengano delle utilità rilevanti che consentono il soddisfacimento dei creditori in misura non inferiore al 10%.
Secondo il parere di una parte della dottrina la previsione di questa forma di esdebitazione ne nuovo codice delle imprese, ha avuto senza dubbio un notevole impatto sociale, tanto da
essere stata anticipata mediante l’introduzione del nuovo art. 14-quaterdecies nella legge n. 3 del 2012, ad opera del D.L. n. 137/2020, convertito e modificato dalla legge n. 176/2020, entrato in vigore il 25 dicembre 2020.
La modifica poi della rubrica dell’art. 283 CCII da “Debitore incapiente” a Esdebitazione del sovraindebitato incapiente ad opera dell’art. 31, D.Lgs. n. 147/2020 non fa altro che evidenziare che il soggetto “persona fisica” rientra nei requisiti previsti per l’accesso alle procedure di sovraindebitamento, ma non deve necessariamente trattarsi della sola figura del consumatore, in quanto può essere un professionista o anche un lavoratore autonomo.
Resta salvo il pagamento del debito entro quattro anni dal decreto del giudice, nell’ipotesi di sopravvenienza di utilità rilevanti che consentano la soddisfazione dei creditori in misura non inferiore complessivamente al dieci per cento (art. 283, comma 1). Una differenza rispetto alla previsione di cui all’ art. 14 quaterdecies, comma 1, legge n.3/2012, è che manca l’avverbio complessivamente.
In entrambe, tuttavia, la ratio è la medesima, ovvero quella per cui le utilità sopravvenute devono essere tali da assicurare il pagamento del dieci per cento dell’intera esposizione debitoria e non il dieci per cento di ciascun singolo creditore. Una volta terminata ogni valutazione, assunte previamente anche tutte le informazioni utili, viene quindi concessa l’esdebitazione, mediante un decreto, suscettibile di opposizione, contenente i modi e i tempi entro cui il debitore deve presentare, a pena di revoca del beneficio, la dichiarazione annuale relativa alle sopravvenienze rilevanti ai sensi dei commi 1 e 2.
L’OCC, dal deposito del decreto con il quale viene concesso l’esdebitazione per 4 anni, ha il compito di vigilare sulla tempestività del deposito della dichiarazione di cui al comma 7 e, se il giudice lo richiede, può eseguire delle verifiche per accertare l’esistenza di queste sopravvenienze (art.283 comma 9).
Dalle utilità rilevanti per il pagamento dei creditori restano escluse le spese di produzione del reddito (circostanza che evidenzia come l’istituto in esame possa trovare applicazione anche al lavoratore autonomo e non solo a quello dipendente) e quelle necessarie al mantenimento della famiglia. Queste ultime non sono fissate dal giudice, di volta in volta, ma sono predeterminate secondo un criterio matematico fissato ex lege dall’art. 283, comma 2, CCII, ovvero mediante il richiamo all’assegno sociale aumentato della metà e moltiplicato per un parametro corrispondente al numero dei componenti del nucleo familiare della scala di equivalenza dell’ISEE di cui al D.P.C.M. 5 dicembre 2013, n. 159.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'Istituto dell'Esdebitazione e la Tutela Creditorum

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Informazioni tesi

  Autore: Chiara Ferretti
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2020-21
  Università: Università Telematica Pegaso
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze dell'economia
  Relatore: Raffaella Ortolani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 78

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