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L'impatto ambientale del turismo balneare. Metodologie di analisi ed esperienze a confronto

L’erosione costiera dovuta all’azione del mare

Una recente ricerca dell’ “Osservatorio sulla erosione costiera per il recupero e la valorizzazione dei litorali” ha analizzato l’aggressione delle spiagge italiane da parte del mare. Questo tipo di fenomeno, infatti, mette a rischio l’industria turistica balneare; per porre freno a tale minaccia la ricerca dell’Osservatorio delinea un quadro delle opportunità di sviluppo economico delle località balneari.
Il centro di studi e ricerche afferma che l’Italia è il paese con il più alto rischio di erosione delle coste marine in Europa; in particolare su 7.500 km complessivi di coste tra terraferma e isole, in una parte di queste, circa 2.400 km, si mostrano già gli effetti di una forte erosione. Lo studio ha preso in esame le rilevazioni di Eurosion, un progetto della Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea, i cui dati rilevano che nell’intera Europa ogni anno si perdono circa 15 km2 di spiagge.48
La situazione in Italia non è molto differente da quella europea, è stato constatato, infatti, che negli ultimi tempi ben 4 km2 di spiagge sono stati divorati dal mare, interi arenili sono scomparsi o si è ridotta di molto la propria superficie a causa dell’arretramento della costa. Tali avvenimenti hanno forti conseguenze non soltanto dal punto di vista ambientale, ma soprattutto da quello economico.
La conseguenza di questo grave fenomeno arreca forti preoccupazioni agli operatori economici e agli ambientalisti poiché l’erosione minaccia una realtà occupazionale e commerciale, quella che attiene al turismo balneare.
L’Osservatorio afferma che gli effetti dell’erosione marina non possono essere imputati unicamente ai cambiamenti climatici in atto, ma sono soprattutto la conseguenza di una spregiudicata azione dell’uomo. Attività come urbanizzazioni lungo i corsi dei fiumi, cementificazione degli argini, disboscamenti, costruzioni di dighe senza adeguate valutazioni di impatto ambientale hanno gravemente ridotto la capacità dei fiumi di trasportare sedimenti a valle, un ausilio fondamentale per il mantenimento del naturale e delicato equilibrio delle aree costiere e in particolare delle spiagge.
Inoltre le attività edilizie sulle coste hanno, anche esse, bloccato l’apporto di sedimento naturale della terraferma e ciò ha causato una forte alterazione degli equilibri naturali dell’ecosistema costiero.
Le pesanti ricadute non riguardano soltanto l’ambiente naturale ma anche le attività economiche vengono minacciate dal pericolo in atto. A soffrire sono le attività balneari e l’intero comparto turistico che da solo concorre a più del 10% del Pil nazionale.
Dalle rilevazioni dello studio Eurosion che riguarda l’intera Europa si evince che l’impatto dell’erosione ha effetti su una striscia di litorale che sviluppa attività economiche stimate tra i 500 e i 1000 miliardi di euro, costituite da turismo, agricoltura e insediamenti industriali che potrebbe incorrere il rischio di scomparire. I probabili effetti, delineati nello studio in questione, riguardano le stime sulla perdita di valore immobiliare delle numerose case presenti vicino al mare, le quali vengono abbandonate e corrono il rischio di venire sommerse o di precipitare addirittura in mare. Tali danni potrebbero riguardare anche le infrastrutture viarie e le comunicazioni.
L’opinione degli studiosi dell’Osservatorio è che se i 4 km2 di spiaggia erosi e distrutti negli ultimi anni fossero stati disponibili per le attività turistiche, avrebbero generato un reddito aggiuntivo pari a circa 5 miliardi di euro all’anno, e cioè quasi lo 0,5% del PIL.
Il problema dell’erosione marina riguarda l’Italia e l’intera Europa e può essere considerato una delle sfide più importanti dello sviluppo ecocompatibile. Alla luce delle più moderne tecniche di progettazione di interventi di difesa costiera, il prof. Giovanni Randazzo, docente di Geologia Ambientale e referente italiano del Group Eurosion, ha affermato che l’unico approccio in grado di garantire gli effetti duraturi nel tempo, nel rispetto delle prerogative ambientali resta, dunque, quello delle attività di ripascimento delle spiagge ricorrendo al prelievo di sabbia sottomarina. Questo tipo di intervento permetterebbe, nello specifico, di ricostruire una spiaggia mediante la posa di una nuova superficie di sabbia estratta dai fondali marini.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'impatto ambientale del turismo balneare. Metodologie di analisi ed esperienze a confronto

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Informazioni tesi

  Autore: Valerio De Gruttola
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi del Molise
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze economico-aziendali
  Relatore: Fausto Cavallaro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 166

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