La lira e l'educazione musicale nella Grecia antica
L’educazione musicale nella drammaturgia
Gli autori delle tragedie - ispirandosi ai miti e alle gesta leggendarie degli eroi, ma talora anche ad argomenti di attualità - dibattevano i temi della giustizia, della responsabilità morale, del destino umano: i grandi temi, insomma, che coinvolgono l'intera umanità. Essi si presentavano quindi ai loro concittadini non solo come poeti, ma anche come maestri di vita: gli spettacoli erano "popolari" e, assistendo ad essi, la comunità dei concittadini ritrovava la propria unità morale e civile, superando gli inevitabili contrasti politici e sociali.
Più immediatamente legata alla vita cittadina era la commedia, che rappresentava in forma sarcastica determinate categorie di persone o determinati personaggi del mondo politico e culturale. Senza alcun dubbio il più significativo poeta comico ateniese fu Aristofane. Possiamo dedurre dalle sue opere che egli fosse dotato di una notevole cultura letteraria e musicale. In modo approfondito, infatti, conosceva Omero e tutta la poesia, in particolare Eschilo, Sofocle ed Euripide, ma anche i filosofi, la sofistica o storici come Erodoto. Il poeta si dedicò totalmente alla propria attività di commediografo, rifiutando di partecipare alla politica e non ricoprendo perciò mai alcuna carica pubblica.
Figlio di Filippo, nativo del demo ateniese di Kydathènai, Aristofane visse fra il 450 e il 385 a C.: le date della sua esistenza, oltre alla rappresentazione delle commedie, vengono scandite dalla storia pubblica di Atene, perché egli fu il maggior comico greco di questo periodo. Esordì giovanissimo, usando lo pseudonimo di Callistrato, nel 427 a.C. con la commedia i Banchettanti e vinse il primo concorso al Leneo del 425 con gli Acarnesi Il suo esordio coincide con un'epoca drammatica per Atene, coinvolta nel più lungo e sanguinoso conflitto militare della sua storia, la guerra contro Sparta e la Lega Peloponnesiaca, che durerà circa trent'anni, e dalla quale Atene uscirà sconfitta.
Si può sostenere che Aristofane fu un conservatore che credeva nella tradizione musicale consolidata. Spesso, nelle sue commedie, oltre a deridere le innovazioni e i musicisti della sua epoca, esprime anche la sua posizione verso le scelte educative tipiche del proprio tempo. Come si vedrà, fra queste egli considerava positivo l’apprendimento della lira. Elogiava caldamente la melopea di Eschilo e Sofocle, ma dimostrava ostilità verso la musica presente nelle tragedie di Euripide. Nelle Rane si rappresenta in modo chiaro una contesa tra Eschilo ed Euripide nell’Ade, regno dei morti, dove il loro arbitro è Dioniso.
L’episodio riveste una fondamentale importanza per la descrizione delle caratteristiche delle musiche dei due poeti: l’uno saggio, profondo, serio, rappresentante della tradizione (Eschilo); l’altro ardito, spregiudicato innovatore rivoluzionario, sempre alla ricerca di forme nuove e di motivi originali. Questa è una contesa nella quale il bersaglio più centrato è proprio l’arte musicale; dei due tragici, vincitore alla fine sarà Eschilo. In questa commedia abbiamo un elogio della musica di Eschilo per l’impiego metodico dei nomoi, che erano strutture melodiche ben definite, anticamente intonate in particolari occasioni rituali e regolate da una certa rigidità di norme nell'intonazione melodica e nell’andamento ritmico (< nomos = “legge”). Tali nomoi potevano essere eseguiti con il solo strumento musicale (e in tal caso si presentavano come nomoi auletici o citaristici) o da un cantore da esso accompagnato (nomoi aulodici o citarodici). Essi prendevano il nome dal luogo in cui si erano originati o dalle proprie caratteristiche formali, eppure talora dalla divinità cui erano dedicati.
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La lira e l'educazione musicale nella Grecia antica
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Informazioni tesi
Autore: | Rosa Fragorapti |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Pavia |
Facoltà: | Musicologia |
Corso: | Musicologia |
Relatore: | Elena Ferrari Barassi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 46 |
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