Costruzione di un tempo comunitario: il caso della congregazione religiosa di Boschi

Risulta necessario quindi, parlare di come la liturgia delle ore è strutturata all’interno della congregazione religiosa di Boschi.
La prima riunione in preghiera a cui ho assistito è il vespro, durante il quale ho percepito l’importanza che riveste il silenzio, la meditazione e l’ascolto delle parole che vengono recitate. Come mette in evidenza la Regola di San Benedetto, spetta al maestro parlare e insegnare, tacere ed ascoltare si addice invece al discepolo. Inoltre per mia impressione credo che il silenzio sia fondamentale al discepolo per entrare in contatto con se stesso, per raggiungere un certo livello di concentrazione e soprattutto per comprendere in maniera profonda ogni singola parola del testo sacro.
L’officio del vespro comprende alcune lodi, salmi e canti al signore tutti recitati in italiano; viene utilizzato un breviario che comprende 150 salmi che vengono letti in quattro settimane e per integrare questa liturgia vengono recitati 150 salmi in greco e latino in due settimane.
Queste preghiere vengono ripetute nel Coro ovvero la parte che unisce l’Altare al Tabernacolo, in un’atmosfera suggestiva in cui gli ultimi raggi di sole entrano dalla finestra e illuminano la chiesa, e i canti al signore sono recitati scandendo ogni singola parola che deve essere compresa nel suo significato più profondo, chiaro e senza ambiguità; per questo motivo le preghiere sono fatte di molte pause, proprio per permettere una maggiore riflessione. Le preghiere del vespro vengono recitate alle sei del pomeriggio quando sta iniziando il tramonto, e quindi quando la luce scompare per dare spazio alle tenebre della notte. Secondo san Cipriano: “Per orientare la nostra speranza alla luce che non conosce tramonto, noi preghiamo e chiediamo che di nuovo venga su di noi la luce, e invochiamo la venuta di Cristo che ci porterà la grazia della luce eterna”. La luce è infatti simbolo di Dio come recita il credo cristiano nel definire Gesù: nato dal Padre prima di tutti i secoli, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero.
Finito l’officio del vespro ognuno torna alle proprie mansioni in particolare alcune suore si occupano della cena agli anziani che vivono nella casa Didaskaleion, altre come suor Maria Grazia cenano nella propria casa fuori dalla parrocchia. Alla sera le religiose cercano di finire il pasto molto velocemente poiché solitamente vanno a dormire molto presto intorno alle otto e mezzo per affrontare l’alzata delle quattro del mattino.
Come già avevo accennato la comunità fa propria la formula benedettina “ora et labora”, nel “labora”stanno il lavoro e il riposo; nell’“ora” sta invece la ricostruzione del senso di quell’alternanza tra lavoro e riposo.
Il lavoro diventa quindi un elemento fondamentale della vita in comunità, è importante a tale proposito riportare una parte dell’intervista a suor Maria Grazia, che grazie al suo contributo mi ha dato la possibilità di conoscere la quotidianità e le abitudini delle religiose.