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Il genocidio e la responsabilità internazionale dello stato

L’art. 8 del Progetto di articoli sulla responsabilità dello Stato

“Il comportamento di una persona o di un gruppo di persone sarà considerato un atto di uno Stato ai sensi del diritto internazionale se la persona o il gruppo di persone di fatto agiscono su istruzioni, o sotto la direzione o il controllo di quello Stato nel porre in essere quel comportamento”.

L’art. 8 del Progetto disciplina, invece, un’altra categoria d’individui, ossia coloro che agiscono sotto “direzione” o “controllo” dello Stato.
Si tratta degli organi di fatto, ovvero individui che formalmente non hanno la qualifica di organo di Stato, ma materialmente agiscono per lo Stato. In virtù dell’art. 8 esiste questo rapporto de facto quando l’attività è posta in essere sulla base d’istruzioni ricevute direttamente dallo Stato, quando gli individui agiscono sotto il controllo generale dello Stato e infine quando gli individui si comportano, di fatto, come organi dello Stato.

Due importanti sentenze hanno contribuito a determinare i criteri, in base ai quali la condotta di privati è attribuibile allo Stato: il caso attività militari e paramilitari in Nicaragua e contro il Nicaragua (Nicaragua c. Stati Uniti d’America) e il caso Tadi. Il 27 giugno 1986 la Corte internazionale di giustizia decise sulla controversia Nicaragua contro Stati Uniti.

Essa doveva stabilire se durante la guerra civile, scoppiata tra le forze anti-sandiniste e le autorità centrali, erano state commesse alcune azioni contro il diritto internazionale umanitario da parte degli Stati Uniti. La Corte ha riconosciuto che i comportamenti delle forze armate e dei membri dell’amministrazione degli Stati Uniti, tra i quali anche la CIA, era chiaramente imputabili agli Stati Uniti. Ma anche le attività dell’UCLA ( Unilaterally Controlled Latino Assets) erano imputabili agli USA , in quanto gli agenti dell’UCLA erano pagati dal governo statunitense e in più essi ricevevano istruzioni dagli agenti Usa e agivano sotto la loro direzione. Infine restava da imputare la responsabilità dei contras, ossia le forze anti-sandiniste di rivolta contro il governo nicaraguense, di violazione delle norme del diritto internazionale umanitario e affinché si attribuisse tale responsabilità agli Stati Uniti era necessario dimostrare che i contras agivano sotto il «controllo effettivo» del governo di Washington:
“the relationship of the contras to the United States Government was so much one of dependence on the one side and control on the other that it would be right to equate the contras, for legal purposes, with an organ of the United States Government, or as acting on behalf of that Government” (M. Spinedi, La Corte internazionale di giustizia e i crimini dello Stato ).

La CIG, in questa sentenza, ha riconosciuto che gli Stati Uniti hanno esercitato un controllo generale sui contras, in particolare, partecipando alla loro organizzazione, formazione, equipaggiamento, rifornimento e finanziamento, alla scelta dei loro dirigenti e, anche alla pianificazione delle loro operazioni.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il genocidio e la responsabilità internazionale dello stato

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Teresa Gariano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi della Calabria
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Claudio Di Turi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 71

FAQ

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Parole chiave

caso bosnia- herzegovina c. serbia
convenzione sul genocidio
crimini internazionali
genocidio
responsabilità aggravata
responsabilità internazionale dello stato
srebrenica

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