Individuo e totalitarismo nel pensiero di Hannah Arendt. Il caso Eichmann
L’antisemitismo
Si è detto parlando delle caratteristiche proprie dei totalitarismi che uno dei punti fermi è l’individuazione di un nemico oggettivo. Questo perché la società creata dal regime è una società dicotomica. ‘Noi contro loro’. L’intera comunità contro quella classe sociale o razza che, secondo l’ideologia totalitaria, rischia di mettere a repentaglio l’esistenza stessa della nazione, o minacciandola dal punto di vista economico-politico come nel caso dell’Urss o ‘contaminando’ la purezza della razza e dei costumi della comunità, come propagandato in Germania.
E fu proprio l’odio contro gli ebrei il vero motore di tutta la politica nazista, utilizzato sin dai suoi esordi (quando i banchieri e finanzieri ebrei furono additati dai nazisti come gli unici responsabili della crisi economica vissuta dalla Germania tra la fine degli anni ‘20 e l’inizio dei anni ’30) per acquisire potere elettorale nell’ottica della conquista del potere politico.
Una volta ottenuto tale potere invece di attenuarsi, tale invettiva antisemita venne sprigionata, e di fatto legalizzata e istituzionalizzata.
“La discriminazione fu ufficialmente sancita nel settembre 1935 dalle cosiddette leggi di Norimberga che tolsero agli ebrei la parità dei diritti conquistata nel 1848 e proibirono i matrimoni fra ebrei e non ebrei”.
Tra l’8 e il 9 novembre ’38 si ebbe quella che passò alla storia come «la notte dei cristalli». Migliaia di vetrine di negozi appartenenti a ebrei furono distrutte da un fiume di tedeschi infuriati e aizzati dal partito nazionalsocialista.
Ma nel complesso le conseguenze furono ben più gravi: “sinagoghe distrutte, abitazioni devastate, decine di ebrei uccisi e migliaia arrestati Da allora in poi per gli ebrei rimasti in Germania la vita divenne pressoché impossibile: taglieggiati nei loro beni, privati del lavoro, accusati di cospirare contro il Reich e dunque minacciati di nuove violenze e di nuove misure repressive. Finché, a guerra mondiale già iniziata, Hitler non concepì il progetto mostruoso di una soluzione finale del problema: soluzione che prevedeva la deportazione in massa e il progressivo sterminio del popolo ebraico”.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Individuo e totalitarismo nel pensiero di Hannah Arendt. Il caso Eichmann
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Informazioni tesi
Autore: | Enrico D'Ambrosio |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze politiche e delle relazioni internazionali |
Relatore: | Sebastiano Maffettone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 86 |
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