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Il papa come Anticristo nel giudizio di Lutero

L’Anticristo nell’accezione contemporanea

L’Anticristo si presenta, nel corso dei secoli, come una figura versatile, capace e sempre pronta ad incarnarsi in nuovi idoli polemici che vanno spesso a corrispondere con inquietudini e paure popolari. La duttilità ha consentito al mito dell’Anticristo di giungere, con le sue ossessioni, fino all’epoca contemporanea, spargendo il sospetto verso forme sempre più innovative di peccato. Una delle teorie più in voga vede l’Anticristo incarnato nella rete di collegamenti informatici più diffusa nel mondo: Internet; secondo tali credenze, lo strumento informatico avrà sempre più come finalità quella di controllare i suoi utenti in ogni momento della quotidianità e, grazie all’invenzione di sistemi sottocutanei come il Biochip, assumerà anche la capacità di trasmettere dati tramite varie sollecitazioni esterne. In questo modo, l’attività di scambio diverrà centrale all’interno della società e vedrà, come diretta conseguenza, l’annullamento del concetto di segretezza a favore dello sviluppo di un “post-privacy world”. Una tale diagnosi potrebbe ravvisare le sue basi nella tesi marxista, secondo la quale la vita è da intendersi come un prodotto di relazioni che oggi vanno intese sia sul piano economico, teorizzato da Marx, sia su quello sociale, centrale per la società odierna.
Tra le opere di maggiore rilievo in cui l’Anticristo assume un aspetto contemporaneo, vi sono sicuramente due scritti: il “Lord of the world” del predicatore anglicano, Robert-Hugh Benson, e “L’Anticristo” del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche. Figlio di un arcivescovo di Canterbury, il primo autore divenne noto per la sua opposizione radicale nei confronti di due elementi: da una parte la psicologia, che Benson accusò per la sua naturale tendenza a ridurre il fattore spirituale a quello psichico e, dall’altra, il positivismo inglese e francese, sviluppatasi nel corso dell’800, che affermò la scienza come materia in sostituzione della fede.

Per Robert Benson, l’Anticristo trovò, in età contemporanea, la sua più corretta identificazione nei massoni che, seppure cercassero di mascherare il loro operato sotto vari precetti evangelici, avevano in realtà obbiettivi contrastanti con quelli emanati dalla dottrina cristiana. Il suo “Lord of the world” è ambientato agli inizi del XXI secolo, in un mondo simile a quello fantascientifico, con un sistema organizzativo basato su comodità che per il mondo di allora risultavano ancora un’utopia. All’elemento di materialità si sommano, all’interno dell’opera, numerose conquiste civili, tra cui la legalizzazione dell’eutanasia oppure il matrimonio a scadenza. Protagonista del racconto è Giuliano Falsemburgh che, identificato con l’Anticristo, presenta le classiche caratteristiche di quest’ultimo: è un giovane bello e sapiente, un vero e proprio incantatore. Altri personaggi emblematici sono il prete cattolico Percy, la cui religiosità non teme il confronto con la mentalità atea comunemente condivisa, e la coppia costituita da Olivero e Mabel: il primo, comunista e massone, la seconda, donna sensibile e ingenua che si allontanerà dalla figura del marito solo nel corso dell’opera. I narratori del racconto sono invece un anziano politico conservatore e due ecclesiastici.
La trama si apre su un clima di guerra tra Occidente e Oriente in cui la popolazione è stretta alla speranza che il conflitto possa risolversi in fretta, terrorizzata dal possibile arrivo dell’Anticristo che, grazie alle armi detenute dall’uomo, distruggerebbe definitivamente il mondo. In un contesto caotico come quello appena descritto, compare per la prima volta Giuliano, uomo colto e di grande sapienza, il quale, grazie alle sue capacità, porrà fine alle ostilità e verrà eletto presidente d’Europa. Nel frattempo, il prete cattolico Percy si reca a Roma presso la corte pontificia di Benedetto XXIV per parlare della nuova religione emergente e della figura di Giuliano, ormai considerato dalla popolazione come un vero e proprio “Dio incarnato”. Il papa gli comunica che il giovane è in realtà l’Anticristo che, attraverso le apparenze e gli inganni, sta cercando di portare il popolo di Dio verso la via della Perdizione.

Intanto, a Londra la popolazione si converte alla nuova religione, l’“Umanitarismo”, imposta in maniera forzata a tutti coloro che abbiano più di sette anni e basata sul culto di quattro precetti: Maternità, festa dedicata alla famiglia e all’amore, Vita, festività rivolta alla vita con le sue gioie e i suoi turbamenti, Solidarietà, commemorazione dell’abbondanza e della prosperità e Paternità, festa alla difesa e alla creazione. Percy, nel frattempo, si impegna a fondare un ordine religioso segreto, mentre la popolazione si oppone all’imposizione della nuova religione programmando di incendiare la chiesa di Westminster. Giuliano decide quindi di praticare una dura repressione nei confronti del popolo e programma un bombardamento sulla città cattolica di Roma generando lo sconforto nel popolo londinese e, soprattutto, nelle personalità più sensibili come quella di Mabel. Quest’ultima, constatando che con il nuovo regno la malvagità non era stata sconfitta, decide per l’eutanasia, abbandonando per sempre il marito dispotico e il regno instaurato dall’Anticristo. Nel frattempo, proseguono le persecuzioni contro i cristiani comandate da Giuliano e Percy è costretto a nascondersi in Palestina, nella città di Nazareth, assumendo il titolo di papa Silvestro III e controllando la situazione londinese tramite i suoi dodici collaboratori dell’ordine segreto; ma il cardinale di Mosca tradisce il nuovo papa e rivela a Giuliano il suo nascondiglio. Gli aerei dell’Anticristo si volgono quindi verso la città di Nazareth, pronti a dare vita all’Apocalisse.

 
Il problema della fede è attraversato dall’autore in maniera esaustiva; infatti Benson si preoccupa di far trapelare entrambi i punti di vista: da una parte quello scettico di Oliver, convinto che il paradiso sia un’invenzione che non corrisponde in alcun modo alla realtà e, dall’altra, quello religioso di Percy, sicuro dell’inspiegabilità di alcuni meccanismi del cuore, come l’amore e la fede, tramite l’utilizzo della ragione. La figura del prete cattolico trova molte somiglianze con quella di Giuliano e ciò viene sottolineato dall’autore per riportare alla luce le vecchie credenze, basate sul fatto che la religione cattolica abbia gli stessi obbiettivi di quella anti-cristica, seppure essi siano raggiunti in maniera dissimile. Il libro si presenta come una critica alla psicologia che tutt’oggi tenta di spiegare lo spirito con qualcosa che non ha niente di spirituale, infatti questa materia non comprende il concetto di morte dell’anima e per questo non può avvicinarsi in alcun modo al pensiero cristiano; inoltre, l’autore mostra il suo disappunto verso il profetismo ebraico incarnato in quest’opera nella corrente umanitarista.

L’opera del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, “L’Anticristo”, riprende la visione luterana con l’identificazione dell’istituzione ecclesiastica con la figura anti-cristica; lo scritto non si contrappone in alcun modo alla religione cristiana o alla figura di Cristo, ma scaglia una critica feroce verso la Chiesa Cattolica che, con la sua tendenza materialista, si oppone alla spiritualità religiosa proclamata dalla Parola evangelica; infatti, mentre Dio raccomanda la ricerca del regno di Dio all’interno della propria coscienza, il papa promette la venuta di un nuovo mondo in un’epoca futura e definita. L’accusa viene rivolta in particolare a San Paolo, il quale ha annullato la distanza tra l’uomo e Dio, creando l’aspettativa di un regno di Dio su un ambiente materialistico come la terra. L’autore, attraverso l’opera, vuole guidare i lettori verso la conduzione di una vita segnata dal piacere di vivere e dall’amore e, quindi, verso la percezione della fede a livello interiore.
 
Secondo Nietzsche la figura dell’uomo meritevole va ad identificarsi con quella dell’ “idiota” raccontata da Dostoevskij: l’essere umano, in questa prospettiva, è inizialmente inabitato da Dio, si presenta come un corpo vuoto, privo di risentimento e di sentimenti di vendetta, nonché capace di perdonare il prossimo; a questa visione, però, la Chiesa Cattolica ha contrapposto un uomo diverso, votato al ressentiment, che opererà la sua rivalsa al momento dell’instaurazione del nuovo regno di Dio proclamato dall’istituzione ecclesiastica. Quest’ultima, agendo secondo questi precetti, si è sempre più allontanata dalla parola evangelica. L’abominio nella sua forma più eccelsa, secondo l’autore, venne compiuto da Paolo, il quale diede il via alla tradizione cristiana basata sulla resurrezione che annullò il concetto di eternità dell’anima dovuta alla beatitudine di Dio e di Cristo. Lo stesso si impegnò anche a far figurare come sacre quelle dicerie relative alla crocefissione di Cristo, avvenuta per volontà di Dio, in cambio della remissione dei peccati per l’uomo.
Nietzsche ritiene che la fede cattolica sia intrisa nella menzogna e immersa nell’“assoluta convinzione”; in tale prospettiva il fedele corrisponde a un uomo di partito che preferisce restringere le proprie vedute per confermare le sue tesi, piuttosto che spingersi oltre ad esse e riconoscere il mondo di falsità da lui abitato. L’accusa più efferata viene operata dal filosofo tedesco nei confronti dei Giudaisti che, di fronte al bivio di Essere o Non essere, hanno scelto di non Essere, vietandosi così ogni forma di naturalezza e di piacere, mentendo definitivamente a sé stessi. Il giudaismo ebraico si è quindi contrapposto alla Parola di Dio, la quale ha da sempre proclamato la bellezza della vita che ora si trova sradicata a favore di un’esistenza votata alla costrizione e a sentimenti come l’odio e la vendetta; in questo modo, Nietzsche si oppone anche agli atteggiamenti antisemiti in quanto generati da precetti che vanno ad opporsi inevitabilmente alla volontà divina di pace.

Il filosofo tedesco definisce la comunità ebraica capace di qualsiasi invenzione e le attribuisce, in primo luogo, la creazione della Bibbia, avvenuta nel VI secolo a.C. a Gerusalemme e fondata sul concetto di purezza etnica attribuito al popolo ebraico dai reduci di Babilonia e, in secondo luogo, della scrittura di Daniele; il filosofo tedesco si oppone alla proclamata veridicità di questi scritti definendo anche l’Apocalisse come il “libro dell’odio”, e si chiede come uomini dotati d’intelligenza possano affidarsi a queste scritture illusorie. Nietzsche riconosce nell’uomo un elemento di corruzione e di egoità dal quale l’umanità rifiuta la separazione aggrappandosi al costrutto dell’Io per non perdere il contatto con il suo sistema di convinzioni; secondo il filosofo, invece, l’uomo dovrebbe vivere proprio come la Natura, annullando ogni carattere buono o cattivo dentro di sé e basandosi sulla cultura del non-giudizio. Ciò gli permetterebbe di liberarsi dalle proprie costrizioni e da tutti quei legami che lo obbligano ad essere ciò che non è. Il distacco dalla morale cristiana e dai dogmi da essa proclamati è l’unico strumento a disposizione dell’uomo per ritrovare un vero contatto con Dio, contrastando una volta per tutte la corruzione dell’istituzione ecclesiastica.
Analizzando l’opera di Nietzsche appare chiara la sua opposizione alla compassione cristiana che, nel mondo moderno, è stata elevata a virtù cardinale, posta alla base del nuovo mondo virtuoso ideato dalla Chiesa Cattolica. Secondo l’autore, la compassione agisce in modo negativo sulla vita dell’uomo che, a causa di questa, demolisce la sua volontà di potenza e favorisce il suo stesso annichilimento; inoltre, attraverso la commiserazione si mantiene in vita l’ideale dell’“uomo debole e senza forza”, completamente screditato dal filosofo tedesco, il quale invece esalta l’essere iperboreo, assetato di energia e nemico per antonomasia del fenomeno dell’accettazione.

Nello scritto, l’autore ribalta completamente la visione ecclesiastica dichiarando vero tutto ciò a cui l’istituzione romana si contrappone e condannando il concetto cristiano di Dio, presentato come un soggetto buono, rassegnato e senza forze: un Dio propriamente nichilista. Nietzsche condanna anche l’assidua volontà della chiesa di spostare il concetto di esistenza da una visuale terrena a una celeste: l’autore annuncia che tale volontà ha finito per inaridire completamente la vita dell’uomo, negando ad esso ogni tipo di istinto. L’umanità con l’esistenza negata diviene, a causa dell’azione ecclesiastica, inetta di fronte a qualsiasi elemento societario, politico o economico che dovrebbe invece, secondo una visione Nietzscheana, elevare l’uomo e renderlo sempre più assetato di conoscenza e, conseguentemente, di vita.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il papa come Anticristo nel giudizio di Lutero

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Informazioni tesi

  Autore: Jessica Perra
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Bergamo
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Marco Pellegrini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 69

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