Il Parlamento nella riforma costituzionale francese del luglio 2008
L’adozione della legge costituzionale del 23 luglio 2008
Dopo aver ricevuto, il 29 ottobre 2007, il documento del Comitato Balladur, il 12 novembre il Presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy ha indirizzato al Primo Ministro una lettera nella quale lo incaricava di “ avviare una consultazione di tutte le formazioni politiche” sulla riforma delle istituzioni francesi. Nella lettera, Sarkozy esprimeva il proprio parere sulle diverse proposte del comitato Balladur, un parere condizionato anche dalle consultazioni da lui avute con i dirigenti e i parlamentari dell’UMP.
Nell’” avant-projet de loi portant sur la réforme de la Constitution”elaborato in seno a Matignon e sottoposto il 20 marzo al Consiglio di Stato, si ritrovano le limitazioni ai poteri di emergenza ( art. 16) e al diritto di grazia e la sottoposizione al parere di una commissione delle nomine dell’esecutivo. Le revisioni concernenti gli articoli 20.21, e 5, invece, sono scomparse, fatta eccezione per la disposizione dell’art. 21 concernente la difesa. È però stata mantenuta la facoltà per il Presidente di prendere la parola davanti al Parlamento, anche se non vi è più il riferimento al dibattito successivo e alla possibilità di essere sentito davanti ad una commissione parlamentare di inchiesta.
Anche se moderando in modo significativo lo spirito riformatore del Comitato Balladur, l’avant-projet prevedeva una serie di disposizioni volte a rafforzare la possibilità del Parlamento di intervenire sul proprio ordine del giorno ( art. 48) e di condizionare il processo legislativo. Venivano inoltre attenuati i meccanismi chiave del parlamentarismo razionalizzato come ad esempio l’art. 49.3 o l’art. 45.
Il 23 aprile 2008, dopo il parere del Consiglio di Stato, il Consiglio dei Ministri ha infine approvato un “Projet de loi constitutionnelle de modernisation des institutions de la Ve République”.
Dalla seduta dell’Assemblea nazionale alla riunione delle due camere in congresso a Versailles, sono passati tre mesi, tempo sufficiente per la discussione e l’adozione del progetto di revisione depositato dal Governo in applicazione delle disposizioni dell’art. 89 della Costituzione. Dopo l’esame della apposita commissione, si sono tenuti in seno all’Assemblea nazionale diversi dibattiti concernenti i contenuti del progetto di legge, nelle sedute del 20,21,22,26,27,28, e 29 maggio 2008 prima di adottare in prima lettura il 3 giugno, con 315 voti a favore e 231 contro, non senza aver apportato delle modifiche su più di qualche punto. Trasmesso al Senato, ed ugualmente sottoposto alla commissione apposita, dibattuto in seduta plenaria il 17,18,19,20,23 ed il 24 giugno 2008, il progetto di revisione è stato finalmente adottato, in prima lettura, dall’alta assemblea il 24 giugno 2008.
È tuttavia un progetto fortemente emendato quello che esce dai lavori del Senato, il quale non ha approvato che nove dei quarantasei articoli del progetto trasmessogli dall’Assemblea nazionale. Se alcune divergenze non vertono che su dei punti di minore importanza, altre invece sottolineano un’opposizione particolarmente netta tra le due assemblee, soprattutto sulle questioni che toccano da vicino l’equilibrio dei poteri. È proprio in questo contesto che ha inizio, nel luglio 2008, la procedura che doveva portare, alla fine del mese, all’adozione e alla promulgazione della legge costituzionale.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il Parlamento nella riforma costituzionale francese del luglio 2008
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Informazioni tesi
Autore: | Eleonora Modesti |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze politiche e delle relazioni internazionali |
Relatore: | Fernanda Bruno |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 70 |
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