La poesie e il mondo nuovo. Joyce Lussu traduttrice, mediatrice di culture ai confini dell'Occidente
Joyce Lussu e la cultura dei beni comuni. Il tema dell’acqua e la sensibilità ambientalista.
Il tema ecologico della tutela e dell'uso sociale delle risorse naturali come l'acqua è stato sempre vivo e presente in Joyce Lussu. La scrittrice, infatti, ha scritto su tali temi sia saggi, come L'acqua del 2000, sia poesie e racconti, trattando questo argomento sia da un punto di vista puramente letterario sia da un punto di vista politico e sociologico.
Un esempio interessante è il racconto "Il cigno di Oudewater", il cui testo è stato ripubblicato da Carolina D'Angelo e illustrato dalla pittrice Octavia Monaco:
Le mie origini sono acquatiche. Il mio elemento è l'acqua, l'acqua dolce delle sorgenti dei fiumi e dei laghi; non l'acqua salata del mare, che non placa la sete ma la rende piu' ardente e tormentosa, che isterilisce le piante uccidendo erbe e fiori col susseguirsi implacabile delle onde, che ha una riva sola e dall'altra l'infinito ignoto, l'orizzonte piatto e uniforme senz'alberi e senza case, troppo grande, troppo potente, troppo deserto. La mia acqua è quella delle sorgenti che sgorgano sul prato o tra i cespugli, dei fiumi che scorrono fra due rive visibili e terrestri, dei laghi di cui si può fare il giro a piedi calpestando la solida terra.
In altri suoi versi ritroviamo ulteriori echi di questo motivo: "...così pronta a rispondere alla voglia di vivere/ a riadattarsi a modificarsi/ fluida e semovente/ come l'acqua corrente", o ancora
"sonora vitale e presente/ come l'acqua chiara che non ristagna/ di una sorgente perenne", e inoltre "una riga dopo l'altra nuota/ in una nebbiolina enigmatica/ bisogna acchiapparla per la coda/ e rimetterla in fila/ nel cruciverba della pagina/ ma che vittoria, che conquista/ viaggiare fino al capoverso/ senza aver perso una sola virgola."
All'età di settant'anni, Joyce, decisa ad approfondire le posizioni di principio legate al tema dell'ambiente, s'impegna ad integrare la sua formazione umanistica con nozioni scientifiche, in modo da definire meglio il suo punto di vista.
Come il poeta "o sta di qua o sta di là", anche lo scienziato deve scegliere quale finalità dare al proprio servizio: se porsi a beneficio di pochi o della maggioranza, considerando cosa è davvero necessario e per chi, chiedendosi:
è possibile recuperare [...] una cultura piu' equilibrata e utile alla specie, un uso della coscienza della tecnica e della scienza mirato alla vita e non alla morte (i computer e le informazioni via satellite ci servono, gli arsenali bellici no), un'amministrazione piu' intelligente del nostro rapporto con le altre forme di vita complementari e indispensabili alla nostra, un'etica della specie che riconosca a tutti il diritto di vivere decentemente su questo pianeta?
È come se l'uomo avesse diritto a "un'indagine scientifica illimitata", e troppo spesso non si accorgesse di aver oltrepassato il limite. Ormai, secondo la mentalità occidentale, tutto è mercificabile, purtroppo anche la natura; si vedano le grandi deforestazioni, la gestione privata degli acquedotti, l'avvelenamento dell'aria e delle falde, ecc.
Con questo atteggiamento egoistico stiamo privando le nuove generazioni della possibilità di continuare a usufruire della natura, nonostante questa sia un bene comune.
Ad esempio, anche se la superficie terrestre è coperta per il 71% di acqua, il 97,5 % di quest'ultima è acqua salata. L'acqua dolce è contenuta per il 68,9% in ghiacciai e nevi perenni e per il 29,9% nel sottosuolo, solo lo 0,3% è localizzato in fiumi e laghi, quindi piu' immediatamente disponibile. Tale quantità corrisponde allo 0,008% dell'acqua totale del pianeta. Si tratta di un quantitativo irrisorio, distribuito tra l'altro in modo ineguale sulla superficie terrestre. Questo vuol dire che l'acqua potabile, considerando la sua importanza, la sua quantità limitata e il grave fenomeno dell'inquinamento ambientale, sta diventando il nuovo "oro blu":
Non possiamo dissalare l'acqua dell'oceano, e intanto l'acqua potabile è diminuita, nel mondo, del trenta per cento. Ora, l'acqua potabile per l'essere umano non è un'acqua morta, mentre se dissali l'acqua dell'oceano hai un'acqua assolutamente morta, ossia priva di quelle miriadi di microrganismi che la rendono adatta al nostro corpo. Se prendi una goccia d'acqua potabile e la guardi al microscopio, lo vedi perfettamente fino a che punto vi si agita un mondo di esseri viventi di cui l'acqua dei fiumi si arricchisce a contatto con la terra. C'è un passaggio continuo, fra il suolo e l'acqua, e dal momento che cementifichi, l'acqua, semplicemente, muore.
L'acqua è un bene comune e un diritto universale dell'uomo, un bene essenziale che appartiene a tutti e nessuno può appropriarsene, né farci profitto. La principale fonte di vita dell'umanità si sta trasformando in una risorsa strategica. Il suo carattere "insostituibile" significa che l'intera comunità umana, ed ogni suo membro, deve avere il diritto di accesso all'acqua, e in particolare all'acqua potabile, nella quantità e qualità necessarie indispensabili alla vita e alle altre attività economiche.
Riguardo alla disparità con la quale è distribuita l'acqua e al problema dell'inquinamento, Joyce scrive:
Lo sa che oggi per un neonato di Boston si consuma in un giorno piu' acqua che non per un bambino africano in tutto l'anno? Lo sa che il fiume sotto casa mia, attorno a cui per millenni gli uomini si erano insediati gioiosamente per bere e far bere i loro animali e i loro campi, è ora un torbido e sinistro fluire di veleni tra le rive scorticate? Lo sa che l'acqua del 2000 ce la dobbiamo conquistare con una cultura nuova, un'intelligenza nuova, una coscienza nuova e molte durissime lotte contro i vecchi poteri?
Il rapporto acqua-società umana ha subito molte trasformazioni nel corso dei secoli: l'invenzione dei primi villaggi su palafitte sopra le tranquille acque dei laghi di montagna, stimolata dal terrore dei pericoli brulicanti nella foresta; i primi insediamenti lungo le rive dei fiumi e attorno alle sorgenti, conquistate con lotte millenarie contro la boscaglia e l'abbeverata delle belve, e che sollecitano la fantasia a mille fiori di simboli poetici; le prime sistemazioni dei campi con le sapienti opere di scolo e di raccolta delle acque, l'antica scienza contadina della ricerca di falde sotterranee e di scavo dei pozzi, i primi acquedotti e le prime fogne delle città edificate; le fontane, i lavatoi, gli abbeveratoi del Medioevo sui quali i feudatari armati impongono pedaggi; le contese secolari tra i lavoratori della terra e i padroni di mulini e di segherie che usano l'energia idraulica; l'uso dell'acqua per alimentare le prime manifatture meccaniche, le prime macchine a vapore, le prime centrali idroelettriche; il rapido moltiplicarsi di esigenze idriche della industrializzazione e della crescita di metropoli, non accompagnato da un ordinato esame delle risorse.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La poesie e il mondo nuovo. Joyce Lussu traduttrice, mediatrice di culture ai confini dell'Occidente
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Informazioni tesi
Autore: | Simona Curci |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e letterature straniere |
Relatore: | Mario Sechi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 51 |
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