Dal mondo. Riscritture postcoloniali del canone occidentale. Foe di John Maxwell Coetzee e Mister Pip di Lloyd Jones.
J. M. Coetzee: una mondialità obliqua
Un aspetto da tenere in considerazione è la formazione [di J. M. Coetzee], basata sui classici occidentali, con particolare attenzione al modernismo di Beckett e Kafka.
Di fatto, in tutte le sue opere, i riferimenti letterari sono riconducibili ad autori occidentali. Possiamo quindi parlare di un certo eurocentrismo di Coetzee, sebbene in un modo complesso e spesso paradossale, data la sua impossibilità di identificarsi perfettamente con la lingua e la cultura inglese ed europea. La sua attività accademica si lega a questo aspetto, fornendogli una consapevolezza teorica di problemi che poi ritroviamo tematizzati nei suoi romanzi. Il nodo centrale può essere declinato in una serie di concetti legati tra loro: post-strutturalismo/post-modernismo/post-colonialismo. L'articolazione tra la sfida all'autorità da parte dei “margini”, la critica al realismo occidentale e alle grandi narrazioni canoniche, la decolonizzazione e la definizione di nuove soggettività ibride – post-colonizzati e post-colonizzatori.
In tutto questo gioca un ruolo centrale la location dell'autore, da cui deriva la sensibilità a queste problematiche. L'opera di Coetzee è sempre stata legata al suo contesto sudafricano, almeno fino al 2002, anno in cui emigra in Australia.
"His work has embodied a form of intellectual challenge both to the late-colonial violence and oppression of apartheid, and to the dangers of retributive violence in the period of
transition to democratic rule. In either case, his work has not always chimed with the popular mood: as an „apartheid novelist', a term he would strongly resist, his work has been perceived as too oblique, with an insufficient political charme"
Questa sfida è stata accolta a volte in modo freddo, data la sua maniera 'obliqua' di approcciarsi alla questione. Non può essere considerato uno scrittore dell'apartheid, non può essere inserito nel filone del realismo sudafricano e il suo impegno politico sembra poco costante e poco incisivo. Il confronto immediato è con Nadine Gordimer, che propone una scrittura molto più immediatamente impegnata, di testimonianza e di denuncia. Coetzee trova quella strada impraticabile per la propria formazione accademica, con l'appropriazione del post-strutturalismo e della sua critica al discorso e alle nozioni di realismo, autore e narrazione. L'attenzione alla testualità e alle sue dinamiche inconsce lo spinge nella direzione del sovvertimento delle regole ortodosse, nella problematizzazione del fatto narrativo.
E ciò avviene attraverso la stessa tradizione occidentale, di cui sente di fare parte almeno parzialmente. La soluzione è quella di assumere le problematiche del tardo modernismo e l'uso meta-narrativo della fiction, rivolgendole contro la loro stessa fonte, l'Occidente e l'Imperialismo.
"In finding his own way of articulating his context – in a historical and intellectual sense, simultaneously – Coetzee has recourse to the idea of a European literary genealogy as an example of a shared cultural language, that which might positively oppose the ideological force of „history'. It is a resource that Coetzee must sometimes draw on as an ambivalent touchstone in his own fiction. It is ambivalent because Coetzee does not necessarily separate European culture form the field of colonial domination (…)".
La genealogia letteraria europea è uno strumento ambivalente, ambiguo. Coetzee è troppo consapevole delle dinamiche coloniali per ignorare che quella stessa tradizione è servita ad espandere e mantenere il dominio imperialista sul mondo. Tuttavia ritiene che sia possibile farne un uso positivo contro gli eccessi ideologici della storia.
(Le citazioni sono da Jane Wilkinson, Le letterature angloamericane, in Agostino Lombardo (a cura di), Le orme di Prospero. Le nuove letterature di lingua inglese: Africa, Caraibi, Canada, Roma, Carocci, 2004)
Questo brano è tratto dalla tesi:
Dal mondo. Riscritture postcoloniali del canone occidentale. Foe di John Maxwell Coetzee e Mister Pip di Lloyd Jones.
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Informazioni tesi
Autore: | Diego Vitali |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lingua e cultura italiana |
Relatore: | Franca Sinopoli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 170 |
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