Particolari fenomeni della distruttività umana: la necrofilia e il carattere necrofilo
Introduzione alla necrofilia: complessità del fenomeno
Considerata come una delle più aberranti, bizzarre e "straordinarie" pratiche della sessualità perversa, la necrofilia è una parafilia incentrata sulla gratificazione sessuale che si ottiene dai rapporti sessuali con i cadaveri. La coniazione del termine sembra essere rintracciabile nel primissimo uso che ne fece lo psichiatra belga Joseph Guislain, che inseriva tale pratica all'interno delle molteplici forme del comportamento distruttivo umano. La sua derivazione etimologica risponde ai lemmi greci νεκρόζ ("cadavere", "morto") e φιλία("amore", "attrazione"), ma è conosciuta anche sotto altri nomi come necrofilismo, necrolagnia, necrocoito o thanatofilia. Le pratiche necrofile, come molte altre pratiche ad oggi inquadrate tra le perversioni sessuali, hanno diffusi e nutriti antecedenti culturali, rintracciabili ora per fonti storiche, ora per fonti mitologiche o pseudo-storiche, e suggestive sono le ipotesi mosse nel corso degli studi antropologici e archeologici legate a usi, costumi e espedienti culturali ben noti che possano essere in qualche modo relazionati alla necrofilia. Abbandonando il campo delle speculazioni e limitandosi alle attestazioni storiche, Erodoto riferisce come in Egitto la necrofilia fosse una pratica ben conosciuta ed aborrita: donne illustri, ricche o di rara bellezza venivano affidate alla cure degli imbalsamatori solo alcuni giorni dopo il decesso, di modo che la progressiva decomposizione fungesse da deterrente allo sfruttamento sessuale del cadavere da parte dell'imbalsamatore. Dalla stessa fonte si apprende che il re giudeo Erode il Grande ebbe numerosi rapporti post mortem con la seconda moglie, amata sopra ogni altra, di cui il marito conservava le spoglie in immersione nel miele, a seguito della sua condanna per adulterio. Certa era la diffusione di pratiche necrofile in antiche popolazioni sudamericane: nella civiltà Mocha era un'attività carica di significato spirituale, una condivisione comunicativa con i morti che incarnava il tentativo pratico e mistico di riportare alla vita i cari da poco defunti. Una particolare tradizione necrofila sembrava essere diffusa in India, dove qualora una donna fosse deceduta prima dell'aver contratto matrimonio con il promesso sposo, questi aveva il dovere di deflorarla prima della cremazione, al cospetto della guida spirituale del proprio villaggio. I precedenti esempi descrivono appieno come nel corso delle ere e dei cambiamenti mentali o culturali il giudizio sulla necrofilia si sia andato progressivamente modificando, esprimendo ora famigliarità ora disgusto, ma in ogni caso onnipresenza in termini di esistenza del fenomeno. E' rintracciabile anche nel mondo animale, evidenziata spesso come oggetto di studi etologici: gli esemplari maschi di una varietà di rospi hanno dato prova di accoppiamenti con simili morti o anche con oggetti inanimati, una forma di necrofilia omosessuale è stata rilevata nelle specie di anatra selvatica maschio da uno studio eseguito da Kees Moliker, premio Nobel per la biologia nel 2003.
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Informazioni tesi
Autore: | Martina Cervelli |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi dell'Aquila |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Scienze dell'Investigazione |
Relatore: | Roberto Filippini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 108 |
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