Dalle credenze nel paranormale all’Inibizione di Ritorno: uno studio sull’influenza della percezione del caso nell’orientamento esogeno dell’attenzione
Introduzione all’Inibizione di Ritorno
La complessità del mondo intorno a noi, unita alla nostra limitata capacità di processamento delle informazioni, si ripercuote attimo per attimo sull’attenzione sottoforma di cambiamenti nelle priorità del focus attentivo: esse, infatti, sono determinate dallo spazio e dagli oggetti nel campo visivo.
In una serie di articoli Posner ed i suoi colleghi (Posner, 1980; Posner & Cohen, 1984; Posner, Choate, & Vaughan, 1985) hanno descritto uno dei fondamentali principi che governano queste priorità dell’attenzione: dopo la presentazione di un segnale visivo periferico (cue esogeno), la percezione di uno stimolo target nella stessa zona del cue viene ritardata se sono passati, dall’apparizione del cue, più di 300 ms.
Posner et al. (1985) diedero a quest’effetto il nome di Inibizione di Ritorno (inhibition of return: IOR): si tratterebbe di uno spostamento automatico dell’attenzione a scapito dell’immediata percezione dell’informazione (il target) che appare nella regione di spazio recentemente focalizzata (poiché segnalata dal cue).
Tale spostamento non‐volontario impedirebbe temporaneamente all’attenzione di “ritornare” immediatamente al punto su cui si era inizialmente focalizzata attraverso il cue e da cui si è distaccata automaticamente dopo un periodo di attesa (oltre i 300 ms).
Diversi ricercatori (Klein, 1988; Klein & MacInnes, 1999; Posner & Cohen, 1984) hanno ipotizzato che lo IOR abbia una potenziale validità ecologica: in pratica, in una visione macroscopica del fenomeno, lo IOR sarebbe utile ad assicurare un’efficiente ricerca nella complessità dell’ambiente che ci circonda, prevenendo un ritorno dell’attenzione nelle zone già esplorate (Danziger, Kingstone, & Snyder, 1998).
L’orientamento è una delle funzioni più primitive degli esseri viventi e, negli organismi più complessi, il sistema cognitivo si è evoluto sia per orientare i vari recettori sensoriali alle varie fonti di stimolazione, sia per preparare l’organismo a selezionare l’azione (comportamento) adeguata alla situazione (Klein, 2000).
Mentre l’economicità e la rapidità fornite dal controllo automatico d’orientamento sono decisive in certe situazioni improvvise come quelle di pericolo, il controllo volontario, che va oltre i riflessi d’orientamento, interagisce con i sistemi di memoria e fornisce l’efficienza nella ricerca visuo‐spaziale agevolando l’esplorazione di nuove posizioni (evitando quelle già visitate): un tale meccanismo è considerato un precursore comportamentale dell’ Inibizione di Ritorno, che è un fenomeno cognitivo: Klein (1999) infatti, definisce lo IOR un “facilitatore di ricerca” (foraging facilitator).
Questo brano è tratto dalla tesi:
Dalle credenze nel paranormale all’Inibizione di Ritorno: uno studio sull’influenza della percezione del caso nell’orientamento esogeno dell’attenzione
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Informazioni tesi
Autore: | Leano Citeroni |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia Generale e Sperimentale (V.O.) |
Relatore: | Enrico Di Pace |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 100 |
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