Il Teatro Verdi di Terni: la storia, l'architettura e il restauro

Restauro del pronao
L’unico intervento effettuato sul teatro, dopo le ultime modifiche fatte negli anni Cinquanta per volontà di Lucioli, avvenne tra il 2011 e il 2012 e riguardò principalmente il pronao, la facciata e il tetto del ridotto. Il restauro fu necessario a seguito del crollo di uno dei lacunari del pronao (fig. 3.2), avvenuto solo tre anni dopo la chiusura del teatro, dichiarato inagibile perché non conforme alle leggi vigenti sulla sicurezza, soprattutto a causa delle mancate opere di manutenzione. La facciata era già stata sottoposta ad intervento di restauro nel 1930, che le diede una nuova finitura a ripresa del travertino sui toni rossi e numerose modifiche estetiche; vennero eseguiti poi altri interventi nell’immediato dopoguerra, in cui vennero eliminati i lampioni posti nel pronao, eseguiti nuovi intonaci e cornici (in parte sovrapposti a quelli originali) e la facciata ritinteggiata con un colore grigio ad imitazione della pietra, ma di qualità molto inferiore alla precedente. Quindi, è rimasta così invariata fino al 2011.⁴⁸
Nella facciata del teatro Poletti ha fatto confluire elementi dell’architettura classica e del suo stile neoclassico, pur applicando in fase di costruzione delle modifiche nella struttura inizialmente progettata. La scalinata, originariamente di sei gradini, è stata poi modificata a sette, mentre i plinti che la delimitavano ai fianchi e che sorreggevano le due colonne laterali sono stati poi eliminati, rendendo il teatro accessibile da tutti e tre i lati.

L’alto numero di porte ad arco sesto crea un rapporto di orizzontalità che dialoga con la verticalità della struttura, che presenta sulla sommità una cimasa modanata rettangolare al posto del tradizionale timpano triangolare dei templi classici. Le colonne sorreggono un sistema di architravi che, aggettando rispetto al piano di facciata, costituisce il pronao dell’edificio e che è composto da cinque cassettoni interni. I due architravi laterali del soffitto del pronao poggiano su lesene con semplici capitelli. Sopra al pronao si trova un fregio su cui è inscritto il nome del teatro, evidenziato da un cornicione aggettante.

Tra le molteplici cause che hanno stabilito il degrado della facciata e del pronao vi è principalmente l’umidità: la risalita di acqua ha provocato un impoverimento delle malte degli intonaci, creando distacchi e lesioni. Oltre ciò, vi è anche la continua esposizione ai vari agenti atmosferici: la loro azione nel tempo ha determinato la migrazione del legante in superficie rendendo l’interno friabile. Così si è anche agevolata la crescita di numerosi muschi e licheni.
Nello specifico, il crollo che ha interessato il primo plafone di sinistra è stato causato dalle infiltrazioni e dal ristagno di acqua piovana, poiché le coperture del pronao erano prive di impermeabilizzazione. Questo ha fatto marcire la struttura lignea portante del soffitto che alla fine ha ceduto.
L’evento è stato l’occasione non solo per restaurare l’aspetto esteriore del teatro, o almeno la sua facciata, ma per riportare al centro dell’opinione pubblica il problema del teatro: tutti avevano avuto modo di constatare con una prova evidente quanto esso avesse bisogno di un urgente recupero, non solo estetico ma soprattutto funzionale.



_{48 Cfr. Bernardino Sperandio op. cit.}