Le reti museali: analisi delle criticità e delle relative prospettive di sviluppo
Interdipendenze tra organizzazioni museali
La connessione di cui discorre Perrone rappresenta un complesso sistema di relazioni che si generano nell’ambiente transazionale e che si identificano generalmente con il nome di interdipendenze.
Le interdipendenze rappresentano una condizione necessaria perché due attori entrino in una relazione, sia essa di scambio o associativa. Lo studio del tipo di interdipendenze caratterizza le esigenze di coordinamento e, pertanto, consente di individuare le soluzioni gestionali più adatte.
Nell’andare a studiare la natura di tali fattori è fondamentale una premessa: le interdipendenze non hanno natura univoca bensì duplice. Queste, infatti, possono essere ricondotte a due categorie principali che affrontano rispettivamente, l’una il problema dell’azione collettiva e l’altra, quello della regolazione di scambi e transazioni.
Complessivamente quattro sono le tipologie di interdipendenze che vengono individuate nell’ambito del settore dei beni culturali:
- Interdipendenza comune;
- Interdipendenza intensiva;
- Interdipendenza transattiva;
- Interdipendenza reciproca.
Ognuno di questi tipi di interdipendenza è associabile ad opportuni meccanismi di coordinamento delle organizzazioni connesse, riconducibili a sette categorie principali:
- Comunicazione tra i partner;
- Routine, regole e procedure;
- Ruoli di collegamento e integrazione;
- Autorità interaziendale;
- Risoluzione di problemi attraverso il gruppo, anche col supporto di comitati o gruppi di esperti;
- Sistemi di programmazione, pianificazione e programmazione interaziendale;
- Forme diversificate di divisione dei diritti di proprietà.
Andando ad analizzare più nello specifico i vari tipi di interdipendenza, possiamo dire che nella interdipendenza comune o pooled, gli attori coinvolti forniscono un proprio contributo alla relazione, in modo da creare un "pool" di risorse da cui trarre benefici. Questo accade, secondo Thompson, sia in presenza che in assenza di occasioni specifiche e dirette di scambio. Questi contributi possono essere sia riconoscibili e riconducibili ai singoli attori sia non riconoscibili e non riconducibili ai singoli attori. Nel primo caso i meccanismi di coordinamento che permettono di gestire l’interdipendenza comune consistono nella comunicazione tra partner, ad hoc o formalizzata all’interno di parametri standard, e nell’istituzione di regole, routine e procedure con vari gradi di formalizzazione e volte a favorire, prescrivere o vietare determinate azioni.
Nel caso in cui i contributi non siano riconoscibili né riconducibili al singolo attore, come accade quando l’attività non può essere scissa in sottoprocessi, comunicazione, regole e procedure sono sufficienti a garantire il coordinamento dalle attività, solo nel caso in cui non vi sia divergenza di interessi.
Applicando queste definizioni al contesto museale, si possono individuare esempi di interdipendenza comune all’interno dei processi di ricerca scientifica i cui risultati realizzati in ambiti specifici vengono diffusi all’interno della comunità di riferimento attraverso meccanismi di coordinamento con comunicazione.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Le reti museali: analisi delle criticità e delle relative prospettive di sviluppo
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Informazioni tesi
Autore: | Elisa Monsellato |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi del Salento |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia dell'ambiente e della cultura |
Relatore: | Andrea Venturelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 80 |
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