Handicap, lavoro e cooperative sociali. Educazione e riabilitazione psico-fisica della persona affetta da deficit mentale attraverso il lavoro in una cooperativa sociale
Inserimento e integrazione
Il gruppo di lavoro del Regno Unito sull'integrazione del disabile, presieduto da Lord Snowdon, nel 1976 ha cosi` definito l'integrazione: "Per gli handicappati, l'integrazione significa molte cose: l'assenza di segregazione, essere accettato dalla società, poter essere trattato come tutti, avere il diritto di lavorare, di andare al cinema, di praticare sports, di avere una famiglia, degli amici, una vita sentimentale, di apportare concretamente qualcosa alla collettività, di avere, come dovrebbero avere tutti, piena libertà di associazione e piena libertà di spostamento, di andare in vancanza dove vanno gli altri, di fare gli studi insieme a giovani non handicappati anche fino all'università, di servirsi di trasporti pubblici" (nota 67).
Più che una definizione la si può considerare l'indicazione di una prospettiva che tocca tutti i settori della vita organizzata e che incontra numerosi ostacoli di diversa natura: organizzativi, giuridici, psicologici e culturali. E' questa una prospettiva che in molti aspetti coincide con le esigenze dei disabili, per un miglioramento della qualità della vita.
Parlare di integrazione significa, prima di tutto, rifiutare un radicato luogo comune che considera il disabile come un diverso semplicemente da recuperare alla società dei normali e, in secondo luogo, significa affrontare la problematica dei non sempre facili rapporti tra una persona disabile ed il mondo del lavoro o della scuola, rapporti che devono basarsi non solo su generici appelli ai buoni sentimenti, ma sulla consapevolezza del valore intrinseco di tutte le persone.
Oggi i disabili hanno diritto (vedi legge 517/77 e legge 104/92) come gli altri di partecipare a tutte le attività umane in campo economico, sociale e politico. La loro integrazione, però, implica la necessità di eliminare gli ostacoli che li separano dalla vita della comunità: bisogna quindi tener conto dei loro bisogni nell'organizzare le strutture sociali che influiscono sull'ambiente di vita, di formazione e di lavoro. Ciò necessita una partecipazione attiva da parte dei disabili ma anche delle loro famiglie e dell'istituzione pubblica.
In questi ultimi anni si é notata una vera e propria rivoluzione, dapprima nel mondo scolastico, poi in quello del lavoro.
Le prime esperienze di inserimento nelle classi comuni si realizzarono negli anni '70 in collegamento con il movimento dei genitori e con i primi nuclei delle associazioni delle famiglie, puntando sulla disponibilità di insegnanti motivati a cambiare stile ed organizzazione del lavoro pedagogico (legge n.118/1971).
Questo brano è tratto dalla tesi:
Handicap, lavoro e cooperative sociali. Educazione e riabilitazione psico-fisica della persona affetta da deficit mentale attraverso il lavoro in una cooperativa sociale
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Informazioni tesi
Autore: | Giuseppe Boninsegna |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1995-96 |
Università: | Università degli Studi di Verona |
Facoltà: | Scienze dell'Educazione |
Corso: | Pedagogia |
Relatore: | Franco Larocca |
Coautore: | Gabriele Poletti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 144 |
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