Sport: una passione che si può apprendere. Panoramiche delle tecnologie educative ABA negli sport di squadra, individuali e nei ''para sport''
Insegnamento senza errori
Educatori e psicologi, tra cui anche Perini (2001), sono concordi nel sostenere che sia più utile ed efficace insegnare utilizzando l’apprendimento senza errori.
Perini (2001) sostiene che la gamma di contenuti che si possono insegnare e apprendere praticamente senza errori - o comunque controllandone il numero - è piuttosto ampia e comprende livelli di complessità che vanno dalle discriminazioni semplici a quelle condizionali, all’apprendimento dei concetti e del problem solving.
Le tecniche discriminative più usate sono il Fading (dello stimolo) e lo Shaping (dello stimolo e della risposta).
Secondo Martin e Pear (2000) l’acquisizione di una capacità di discriminazione senza compiere errori presenta almeno tre vantaggi sulle procedure che implicano prove ed errori: per prima cosa, gli errori fanno perdere tempo; inoltre, se un errore capita una volta tende a ripetersi più volte nel corso dell’estinzione; infine, la mancanza di rinforzi a cui si va incontro quando vengono estinti gli errori spesso causa effetti indesiderati sul versante emozionale, come collera, aggressività e tentativi di fuga dalla situazione.
Il Fading dello stimolo, fenomeno messo a punto sperimentalmente da Terrace (1963a; 1963b) consiste nelle modificazione graduale di una caratteristica dello stimolo che controlla una risposta, in modo tale che alla fine la risposta compaia in seguito a uno stimolo parzialmente cambiato o completamente nuovo.
Assolutamente efficaci nel promuovere l’apprendimento di discriminazioni semplici, non sono in grado né di garantirne il mantenimento nel tempo, né di favorirne la generalizzazione (Perini, 2001).
Saranno per primi Sidman e Stoddard (1967) e Bijou (1968) “ad affrontare sperimentalmente il problema dell’apprendimento e del mantenimento nel tempo delle condotte discriminative condizionali” (Perini, 2001) introducendo una nuova procedura di controllo dello stimolo definita shaping dello stimolo.
Lo Shaping dello stimolo implica una manipolazione sperimentale che modifica del tutto la configurazione topografica degli stimoli da discriminare (Perini, 2001): lo stimolo con funzione d’aiuto è una figura che viene progressivamente trasformata nello stimolo da imparare, generalmente una parola, una lettera o un numero.
Martin e Pear (2000) definiscono lo Shaping dello stimolo come la procedura che viene utilizzata per sviluppare un comportamento che non fa parte del repertorio di un individuo, attraverso il rinforzo di piccole approssimazioni progressive e l’estinzione di quelle precedenti.
Esistono almeno quattro aspetti o dimensioni del comportamento che possono essere modellati applicando lo shaping: la topografia, la quantità, la latenza e l’intensità (o forza) (Martin e Pear, 2000).
Partendo dal presupposto che la combinazione delle procedure di fading e di shaping potenzia gli effetti benefici sull’apprendimento (Perini, 2001), Schilmoller et al. (1979), in una delle ricerche cruciali sull’apprendimento e sulla generalizzazione di condotte discriminative condizionali, ha evidenziato che le procedure di shaping sono significativamente più efficaci di quelle di fading che, a loro volta, sono decisamente preferibili a quelle per prove ed errori (Perini, 2001).
In ultima analisi, per Chaining Martin e Pear (2000) definiscono una catena stimolo-risposta di stimoli discriminativi (Sd) e di risposte (R) in cui ciascuna risposta, tranne lʼultima, fornisce lʼSd per la risposta successiva e lʼultima risposta è tipicamente seguita da un rinforzatore.
Esistono tre principali metodi per insegnare una catena stimolo-risposta:
• presentazione del compito totale: lo studente o lʼatleta tentano ogni volta tutti i passi dallʼinizio alla fine della catena e proseguono con i tentativi di realizzare lʼintero compito fino a che si è raggiunta una certa padronanza in ogni passo.
• concatenamento retrogrado: costruzione graduale della catena in senso inverso rispetto a quello in cui esse viene normalmente eseguita.
Viene inizialmente stabilito lʼultimo passo, poi viene insegnato il penultimo e concatenato con lʼultimo, poi viene insegnato il terzultimo e concatenato agli ultimi due, e così via, proseguendo a ritrovo fino allʼinizio della catena.
• concatenamento anterogrado: viene insegnato per primo il passo iniziale della catena, poi vengono insegnati il primo e il secondo e concatenati lʼuno allʼaltro, poi i primi tre passi, e così via fino a che non venga acquisita lʼintera sequenza.
Chaining, fading e shaping sono a volte detti procedure di cambiamento graduale perchè tutti e tre implicano il procedere gradualmente attraverso una serie di passi per produrre un nuovo comportamento o un nuovo controllo dello stimolo su di un comportamento.
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Informazioni tesi
Autore: | Iris Pelizzoni |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Parma |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Silvia Perini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 94 |
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