Studio Mineralogico sulle Vulcanoclastiti del Monte di Vezzi di Ischia (NA)

L’isola di Ischia fa parte della cosiddetta CVZ (zona vulcanica campana) la cui evoluzione nel tempo è stata strettamente legata a quella della catena sud-appenninica rientrante nel sistema orogenico peri-mediterraneo appenninico-maghrebide; la sua evoluzione nel quaternario è stata complessa e fortemente influenzata dall’arretramento flessurale della litosfera di avampaese in subduzione. Dal Tortoniano superiore al Quaternario a causa di sovrascorrimenti con vergenza nord-orientale dovuti a rifting tirrenico di retroarco c’è stato un accavallamento di successioni sedimentarie mesozoico-terziarie sull’avampaese apulo nell’area di catena. La successiva evoluzione del margine tirrenico ha previsto intensi processi estensionali lungo faglie normali orientate NW-SE principalmente mentre lungo la fascia tirrenica campana, nel Quaternario, si è sviluppato un vulcanismo potassico con sistemi di faglie orientate NWSE e NE-SW che racchiudono bacini di forte subsidenza(piane del Volturno, Campana e del Sele). L’articolato sistema vulcanico di Ischia-Campi Flegrei è situato nel mezzo del graben orientato NW-SE della Piana Campana ed è costituito da un substrato di piattaforma carbonatica, localmente coperto da unità terrigene mioceniche, che raggiunge la sua massima profondità(5 km) in corrispondenza dei Campi Flegrei mentre una potente successione(da 2 a 5 km) di depositi vulcanici e clastici ne fa da riempimento. La definizione morfostrutturale della regione si completa definitivamente tra il Pliocene superiore ed il Pleistocene medio attraverso due fasi; la prima consistente in un regime estensionale responsabile di ampi rigetti verticali lungo le faglie del “sistema appenninico” mentre la seconda interessante le faglie del sistema “antiappenninico” attraverso il margine tirrenico che hanno portato alla formazione delle strutture horst-graben attuali (figura 2.1). (Di Nocera et alii, pubblicazione in corso di stampa).