Strategie di Sicurezza e Geopolitica: cooperazione, competizione, conflitto nella dimensione cibernetica
Indice di misura del potere cibernetico: intento e capacità
Un interessante tentativo di misurare il cyberpower di 30 Stati in chiave comparativa è stato realizzato dal Belfer Center for Science and International Affairs con il rapporto "National Cyber Power Index 2020 (NCPI)". In particolare, il modello proposto ha sviluppato 27 indicatori unici per misurare le capacità cibernetiche di uno stato attingendo a fonti pubbliche, considerando la misurazione del potere cibernetico con un approccio globale che include tutti gli ambiti sotto il controllo di un governo: le strategie governative, le capacità di difesa e di attacco, l'allocazione delle risorse, il settore privato, la forza lavoro, l'innovazione e la ricerca. Il punteggio finale offre una misura combinata del potere effettivo e potenziale, presupponendo che il Paese abbia le capacità di esercitarlo in modo efficace.
A fattor comune, NCPI ha identificato sette obiettivi nazionali che gli Stati intendono perseguire attraverso il dominio cibernetico:
− la sorveglianza e il monitoraggio dei gruppi interni al suo territorio;
− il rafforzamento e il miglioramento delle difese informatiche nazionali;
− il controllo e la manipolazione dell'ambiente informativo;
− la raccolta di intelligence straniera ai fini della sicurezza nazionale;
− l'ottenimento di vantaggi commerciali o l'aumento della crescita dell'industria nazionale;
− la distruzione o disabilitazione delle capacità e delle infrastrutture di un avversario;
− la definizione di una normativa cyber internazionale e di standard tecnici.
Come appare evidente, la maggior parte degli obbiettivi proposti sono declinati in chiave difensiva ovvero di protezione dei propri interessi nazionali nel dominio cyber, mentre soltanto uno è definito in chiave offensiva/espansiva.
La valutazione offerta dall'indice NCPI, in conclusione, si riferisce alla combinazione tra l''intento di un Paese di perseguire molteplici obiettivi nazionali attraverso l'utilizzo dell'ambiente cibernetico e la capacità di raggiungere tali obiettivi. Dalla disaggregazione dei diversi indici settoriali che compongono l'indice NCPI è possibile ricavare molteplici definizioni operative di cyberpower e attribuire un ranking alle diverse capacità degli attori nei singoli segmenti presi in esame, nonché all'intento di perseguire gli obiettivi proposti. Il dato più interessante è quindi costituito dall'identificazione del rapporto tra intento e capacità, che consente di raggruppare tutti gli Stati considerati in quattro macro-categorie:
− elevato intento-elevate capacità (per esempio Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina, Germania e Francia);
− elevato intento-basse capacità, tra le quali spiccano Russia, Israele, Spagna, Paesi Bassi, Iran e Australia;
− basso intento-elevate capacità, nella quale è inserita la sola Corea del Sud;
− basso intento-basse capacità, nella quale sono ricompresi la maggior parte degli Stati, inclusa l'Italia.
Un'ulteriore caratteristica derivata da questo modello è costituita dalle possibilità di comprensione che offre delle capacità e volontà di alcuni attori di trasformare e plasmare lo spazio cibernetico secondo le proprie esigenze e i propri scopi. Ciò può avvenire come risultato di una strategia pianificata, di un'interazione tra più attori in conflitto o come effetto collaterale e non intenzionale di attività finalizzate ad altri scopi.
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Strategie di Sicurezza e Geopolitica: cooperazione, competizione, conflitto nella dimensione cibernetica
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Informazioni tesi
Autore: | Luigi Valentini |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Geopolitica della Sicurezza |
Anno: | 2020 |
Docente/Relatore: | Pasquale Preziosa |
Istituito da: | UniCusano - Università degli Studi Niccolò Cusano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 84 |
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