Psicologia e apprendimento: le critiche di Merleau-Ponty e Simondon
Imprinting: caso eccezionale o apprendimento allo stato puro?
Ora, cosa c'è di non-innato in un organismo? È molto difficile rispondere a questa domanda giacché temo non basti un elenco di schemi e meccanismi e, inoltre, gli etologi hanno eliminato una parte della plasticità sperata introducendo il concetto di «imprinting». Esposto da Lorenz, l'imprinting è un tipo di apprendimento che si svolge in una finestra temporale peri-natale ben definita, detto periodo critico o fase sensibile, per cui il membro di una specie acquisirebbe le informazioni mancanti ad uno schema di rappresentazione del genitore (imprinting filiale) e delle caratteristiche generali dei conspecifici (imprinting sessuale) che determineranno gli «schemi di attaccamento» [Bowlby, 1969].
Quando la finestra temporale si chiude e l'animale è rimasto impresso dalla configurazione percettiva ne rimarrà irreversibilmente segnato e influirà su tutta la sua vita di relazione futura, ma – è importante – non è intervenuto nessun rinforzo.
Le caratteristiche più salienti dell'imprinting disponibili nella letteratura etologica sono dunque:
i) limitatezza temporale,
ii) irreversibilità,
iii) automaticità e
iv) criticità.
A prima vista sembrerebbe assurdo che la biologia giochi d'azzardo su delle informazioni che determinano in un colpo solo e ben assestato quello che si potrebbe chiamare il programma esistenziale inconscio, Lorenz dice pieno sviluppo funzionale, di un animale, ma a quanto pare la strategia dell'imprinting deve avere statisticamente più probabilità di successo che di fallimento se è conservata stabilmente tra le specie. L'imprinting, che sfugge al modello del condizionamento per la mancanza di rinforzo, più che essere l'eccezione ai modelli di apprendimento è piuttosto la forma più pura di apprendimento, ma è per questo l'apprendimento più rischioso disponibile in natura. Le informazioni acquisite influenzeranno stabilmente l'organismo ed entreranno in un rete molto vasta di schemi comportamentali adattivi, ma appunto incompleti dell'attualità in cui l'organismo si troverà impegnato una volta venuto alla luce: è come se l'organismo imparasse una lingua in un attimo. Non a caso nelle prime formulazione teoriche Lorenz scelse Prägung, parola tedesca che significa 'conio' e 'stampo': l'animale imprinted entra solo da quel momento in poi ufficialmente nel nomos del regno animale; prima l'organismo ne è solo un abbozzo poi ne sarebbe realmente integrato.
Non possiamo dire che la metamorfosi profonda tra un animale prima e dopo l'imprinting è che il primo è un progetto biologico, il secondo è, a modo suo, un rudimentale progetto storico? Sarebbe opportuno spendere qualche altra parola sull'imprinting molto velocemente. Cosa debba essere regolato dall'imprinting e cosa no non dipende tanto dall'organismo singolare ma dalle strategie adattive della sua specie. Ad esempio il cuculo, uccello parassitario, alla nascita si trova esposto organismi di una specie diversa ma sa riconoscere benissimo in periodo di accoppiamento i conspecifici, mentre l'anatra selvatica durante l'imprinting acquisice le informazioni per completare anche i modelli di preferenza sessuale. Inoltre parrebbe che dove non vi sia bisogno di imprinting, l'adattamento filogenetico conservi modelli accurati, mentre dove maggiore sia la socialità e la gregarietà più sia necessaria una fase sensibile dove acquisire le informazioni gruppali – o culturali in senso esteso – che permettono di limitare la permeabilità dei confini dello stesso, ossia il macro-organismo a cui il singolo organismo delega la propria sopravvivenza. L'imprinting è un caso molto peculiare di apprendimento che permette di farsi un'idea più precisa di cosa si debba intendere con innato e appreso e di come, durante l'esistenza dell'organismo, la componente psicologica adattata filogeneticamente fornisca le forme basilari dell'inserimento nell'ambiente e dello sviluppo ontogenetico. La conclusione su cui si dovrebbe spendere veramente qualche parola è che 'filogenetico' a volte sostituisca l'aggettivo 'ereditario' mentre altre volte sarebbe una narrazione che descrive la storia della specie sistematizzata da una certa teoria. Tralasciando la seconda accezione, nella letteratura biologica contemporanea parlare di adattamento filogenetico nello studio psicologico è in fondo parlare di «memoria ereditaria» che viene conservata lungo le generazioni come un'ulteriore estensione del fenotipo.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Psicologia e apprendimento: le critiche di Merleau-Ponty e Simondon
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Informazioni tesi
Autore: | Alex Viaro |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Graziano Cecchinato |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 170 |
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