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Le allucinazioni uditive nella schizofrenia: ipotesi biologiche ed ipotesi psicologiche a confronto

Impatto di deliri ed allucinazioni sulla vita quotidiana della persona

"Una donna sente delle voci che commentano le sue attività: "Sta andando verso il lavandino. Sta preparando il caffè". Lei non vede nessun altro nella stanza, ma riconosce le voci dei suoi vicini di casa. Non capisce come questo sia possibile, ma è così convinta della realtà di queste voci, che tira le tendine.

C'è un conflitto nella sua mente: sente delle voci, ma non vede le persone che stanno parlando. Risolve questo conflitto in modo razionale, ritenendo che qualcuno abbia alterato il suo senso dell'udito. La donna crede talmente tanto nella genuinità di questa percezione, da non metterne in dubbio la realtà" (Oyebode, 2015, p. 96).

Questo esempio, riflette il vissuto concreto della persona che soffre di allucinazioni uditive. Le voci possono essere chiare e facilmente attribuibili a persone specifiche, come in questo caso, oppure essere vaghe e non riportabili ad un elemento di realtà, ma in ogni caso è spesso difficile riuscire ad identificare la direzione da cui proviene la voce.

L'impatto delle allucinazioni uditive sulla persona e sul suo comportamento, può variare molto da caso a caso: abbiamo persone affette da schizofrenia, che hanno allucinazioni uditive continue, ma queste sembrano non disturbarle; altre, invece, ogni tanto sembrano interrompere le loro attività per ascoltare delle voci, alle quali poi rispondono ad alta voce.

Alcune persone affette da schizofrenia cercano di spiegare, e di spiegarsi, queste voci, attribuendole alla televisione, alla radio, ad influssi telepatici, e simili; altre persone, pensano queste voci provengano da qualche parte del loro corpo: la pancia, lo stomaco, e così via (Casey e Kelly, 2007, pp. 21-22).

L'esordio delle allucinazioni uditive nella schizofrenia, è caratterizzato da angoscia e paura: non è infrequente che la persona provi rabbia ed aggressività, anche fisica, nei confronti della persona o dell'oggetto che ritiene essere l'origine delle voci. (Casey e Kelly, 2007, pp. 30). Arieti (1974, p. 225) distingue tre momenti, nella esperienza delle allucinazioni uditive.

In occasione della prima esperienza allucinatoria, la persona può reagire in modi diversi: potrebbe dire a se stessa che quello che percepisce non è vero, potrebbe esserne spaventato, oppure indignato, o ancora operare una trasformazione cognitiva, al fine di cercare di dare un senso a quello che sente.

Nella seconda fase, le allucinazioni iniziano ad essere frequenti, la persona inizia ad aspettarsi di poter avere altre allucinazioni uditive ed è preparata a questa esperienza; nella terza fase, le allucinazioni sono ormai diventate una parte della vita stessa della persona.

I soggetti che si trovano in questa fase, e che devono quindi condividere la loro quotidianità con le allucinazioni uditive, riferiscono un notevole stress legato a vissuti di paura, panico, sensazioni di impotenza, dovuti alla connotazione negativa delle voci, che affliggono il soggetto ormai da un lungo periodo di tempo (Stratta e Rossi, 2008).

La persona arriva a sentirsi soggiogata da queste voci, che sembrano voler assumere il controllo su di lei: “Ho l'idea che cerchino di controllare in ogni modo la mia vita, dicendomi chi è mio amico e chi no, e che tipo di persone devo frequentare”; “Conoscono ogni mio pensiero, e mi dicono: questo pensiero è sbagliato, devi cambiarlo”.

Il soggetto arriva a credere alla onnipotenza delle voci (Chin 2009). D'altro canto, alcuni soggetti hanno, con il tempo, sviluppato delle strategie di coping nei confronti delle allucinazioni uditive, e una minoranza è arrivata a creare addirittura un rapporto con loro: “Penso che, se dovessero cessare, mi mancherebbero: ormai sono parte di me, e, a volte, quando non le sento da lungo tempo, mi sorprendo a chiedermi dove siano finite”; “Non ho molti amici, l'unica cosa che sento vicina a me sono quindi le voci” (Chin 2009).

I maggiori livelli di stress vengono riportati da quei soggetti che ancora non hanno elaborato adeguate strategie di fronteggiamento (Chin 2009). Il rapporto tra stress ed allucinazioni uditive è stretto e duale, non soltanto perchè le voci causano stress alla persona, ma anche perchè sembra che le allucinazioni abbiano più probabilità di verificarsi durante i periodi di stress.

Esempi di tali condizioni stressanti sono conflitti con la famiglia o con i vicini, problemi finanziari o abitativi o problemi sul posto di lavoro o a scuola, o comunque qualsiasi situazione che sia legata alla particolare vulnerabilità di quella persona specifica. Infatti, qualsiasi tipo di circostanza avversa che produce ansia o esacerbazione dei sintomi attuali negli individui non psicotici, può aumentare la probabilità che i pazienti psicotici sperimentino allucinazioni.

Dopo l'esperienza allucinatoria iniziale, le voci possono rimanere latenti per vari periodi di tempo, quindi diventare nuovamente attive durante i periodi di sofferenza (Oyebode, 2015).

Le persone affette da allucinazioni uditive, riferiscono che molte voci hanno toni da normale conversazione, ma alcune sembrano dei bisbigli, mentre altre hanno tonalità elevate, sono quasi delle urla; la maggior parte delle voci sembrano essere maschili, appartenenti ad un uomo di mezza età. Viene sovente riferita la presenza di più voci, si riscontra una media di 3,2 voci, di cui almeno una è riconoscibile o comunque riconducibile ad elementi o persone di realtà (Oyebode, 2015). [...]

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Le allucinazioni uditive nella schizofrenia: ipotesi biologiche ed ipotesi psicologiche a confronto

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Informazioni tesi

  Autore: Claudia Elisabetta Muccinelli
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Federico Dazzi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 122

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Parole chiave

psicopatologia
schizofrenia
allucinazioni
sintomi negativi
sintomi positivi

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