Guiding Vietnam beyond the glass ceiling: opzioni di politica industriale nell'era dell'integrazione internazionale.

Il modello di sviluppo di grande apertura ai capitali stranieri e forte orientamento alle esportazioni che ha caratterizzato il percorso del Vietnam fino ad oggi rende la sua esperienza più simile a quella degli altri Paesi ASEAN che a quella di Taiwan o Corea del Sud. L'attuale forte performance economica in termini di crescita PIL, parsa inarrestabile anche in occasione della crisi asiatica e tutto sommato resistente anche al corrente shock, non può tuttavia distogliere la nostra attenzione, e soprattutto quella della classe dirigente vietnamita, da una questione fondamentale: esistono motivi per credere – o se si preferisce, al contrario, per non temere- che il Vietnam si stia a sua volta avviando verso la middle-income trap come è accaduto a Malesia, Thailandia e Indonesia?
Nel secondo capitolo abbiamo potuto apprezzare che uno dei problemi principali cui i due Paesi hanno dovuto far fronte è stata (ed è tuttora) la scarsa internalizzazione di tecnologia e la conseguente debole crescita del MVA.
Più in generale, sembrano essere fondate le obiezioni avanzate dai già citati articoli di Bernard e Ravenhill (1995) e Hart-Landsberg e Burket (1998) riguardo alla supposta capacità da parte dei meccanismi descritti dalla versione neoliberale del modello flying geese di garantire su base regionale un diffuso ed equo sviluppo industriale. La regionalizzazione della produzione nell'area dell'Est Asiatico sembra condurre piuttosto verso una divisione internazionale del lavoro in cui alla frammentazione del ciclo produttivo, facilitata da un ambiente sempre più favorevole alla mobilità dei fattori, si associa una dinamica di agglomerazione che tende a localizzare processi dal differente livello di valore aggiunto a seconda del vantaggio comparato di ciascun Paese. Ne risulta dunque il consolidamento di una struttura gerarchica entro la quale i Paesi ASEAN evidenziano una cronica dipendenza dai capitali e dalle tecnologie dei Paesi di più matura industrializzazione (Giappone e NICs).
Il Vietnam, a partire dalla legge sugli investimenti esteri del 1987, ha registrato un flusso sempre crescente di IDE in entrata.
Aggiornata più volte nel corso degli ultimi 20 anni, la legge del 1987 aveva come scopo quello di promuovere l'afflusso della quantità maggiore possibile di investimenti, soprattutto attraverso la garanzia di un clima favorevole all'attività imprenditoriale. In particolare, l'ultima modifica della legge, avvenuta nell'anno 2006, prevede tutta una serie di adempimenti in vista dell'ingresso del Paese nel WTO, avvenuto nel 2007.
Tra questi figura l'equiparazione giuridica tra imprese locali ed imprese straniere, come stabilito dagli accordi fondanti il regime del WTO analizzati in precedenza. Tra il 2007 ed il 2008 si osserva dunque un picco nel livello degli IDE in entrata, destinato a smorzarsi, pur rimanendo superiore alla media degli anni precedenti, nell'anno successivo, in concomitanza con la crisi economica globale.