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Fecondazione eterologa tra scienza e diritto. Questioni e prospettive di analisi

Il turismo procreativo e problematiche generali

“La legge 40/2004 si proponeva di mettere fine al cosiddetto “Far West Procreativo” e ha invece dato una spinta al “turismo procreativo””, è quanto si evince da un articolo del Sole 24 Ore.

Nonostante l’intervento legislativo che da più parti era tanto atteso, la legge del 2004 non soddisfò appieno le aspettativi dei suoi richiedenti, come visto sopra infatti la norma, fu più volte messa al vaglio della Corte delle leggi ed interpretata secondo parametri più o meno legittimi dal giudice di merito; questo sta a significare dunque che in realtà la situazione è molto più complessa di quella prospettata dal legislatore. La disciplina presenta non pochi punti interrogativi, soprattutto alla luce del diritto europeo, ed in considerazione che il nostro legislatore è intervenuto su una materia che nella sua assenza normativa aveva comunque negli anni raggiunto una sua stabilità pratica.

Nonostante la sua portata di non poco conto, il fenomeno del “turismo procreativo” non è ad oggi oggetto di frequenti indagini istituzionali né a livello nazionale, ne a livello europeo; eppure da quanto si evince dai dati che vedremo, esistono evidentemente delle problematiche a livello nazionale di cui il legislatore non ha tenuto conto. Tra i più importanti possiamo citare uno studio del 2010, apparso sul giornale britannico Human Reproduction, ove vennero presi in considerazione 6 Paesi per effettuare lo studio sul “turismo procreativo”; e, per quanto riguarda il nostro Paese, i cittadini italiani che decidevano di recarsi all’estero alla ricerca di un figlio, vennero stimati intorno a 3.500/4.500 persone.
Comunque nel nostro Paese si è cercato in qualche modo di monitorare il problema attraverso l’istituzione nella primavera del 2005, dunque poco dopo l’entrata in vigore della legge 40/2004, dell’Osservatorio sul Turismo Procreativo.

Dallo studio venne ricavato che sono almeno4.000le coppie italiane che decidono di andare all’estero per un trattamento di procreazione medicalmente assistita: di queste coppie, circa il 50% ricorre alla fecondazione eterologa, mentre il restante 50% invece, sceglie di migrare anche qualora debba sottoporsi a trattamenti medicalmente assistiti comunque disponibili nel nostro Paese . Le mete “turistiche” più gettonate sono: Spagna, Svizzera, Austria, Belgio, Danimarca, Grecia, Gran Bretagna, Repubblica Ceca e Ungheria.
Oggi la fecondazione medicalmente assistita di tipo eterologo, come vedremo, è permessa anche in Italia a seguito di una recente pronuncia della Corte Costituzionale che esamineremo nel prosieguo; ma vale la pena in particolare soffermarci nell’esaminare i casi in cui, si possa intraprendere la “strada” dell’eterologa in riferimento a problematiche per lo più femminili e dunque la fecondazione eterologa con ovodonazione.

Questo tipo di tecnica è consigliata nei casi in cui la paziente si è sottoposta a degli esami clinici che hanno comprovato una scarsa riserva ovarica o produzione di ovociti di bassa qualità non idonei a dare inizio e concludere una gravidanza; vi sono dei casi per lo più tipici, nei quali la fecondazione di tipo eterologa può ritenersi necessaria.

Possiamo individuare una prima categoria nell’insufficienza ovarica primaria o precoce (POF), la quale si sostanzia in un difetto primitivo dell'ovaio, caratterizzato dall'assenza della mestruazione (amenorrea primaria) o dalla riduzione prematura dei follicoli ovarici, prima dei 40 anni (amenorrea secondaria). Le forme più gravi si manifestano con mancato sviluppo puberale e amenorrea primaria, mentre le forme che si manifestano nel post-puberale sono caratterizzate dalla scomparsa del ciclo mestruale (amenorrea secondaria), associata ad una riduzione follicolare prematura. L'eterogeneità dell’insufficienza ovarica è dimostrata anche dalla variabilità delle sue cause, compresa l'autoimmunità, gli agenti tossici, i farmaci e i difetti genetici. Le cause di questo tipo di patologia oggi, non sono sempre note e di facile intuizione; l'unica soluzione disponibile al momento, per l'infertilità nelle donne senza riserve follicolari, è appunto l'ovodonazione.

Una seconda categoria risiede nelle donne affette da menopausa fisiologica o precoce. Per menopausa si intende la scomparsa definitiva delle mestruazioni, e quindi dell'attività riproduttiva femminile, dovuta all'esaurimento della funzione ovarica. Il numero degli ovociti contenuti nell'ovaio diminuisce progressivamente con l'età della donna raggiungendo, intorno alla menopausa, un livello molto basso, da cui consegue un'alterazione del normale ritmo del ciclo mestruale e il declino delle ovulazioni.
Possono esserci inoltre, casi in cui la donna sia portatrice di malattie geneticamente trasmissibili e dunque necessita anch’essa del ricorso all’ovodonazione, al fine di evitare la trasmissione ereditaria della malattia che si potrebbe trasferire altrimenti da una generazione all’altra. Vi sono diverse modalità di trasmissione delle malattie ereditarie; alcune patologie possono essere ereditate indifferentemente dal padre o dalla madre ed i figli hanno generalmente il 50% di possibilità di ammalarsi; altre patologie invece, vengono trasmesse dalla madre sana portatrice del gene alterato, soltanto ai figli maschi, sempre nel 50% dei casi.

È inoltre possibile che la donna si sia sottoposta a stimolazione ovarica ma senza successo: si tratta di un’induzione forzata dell’ovulazione mirata a far produrre all’ovaio uno o più follicoli maturi, i quali a loro volta contengono l’ovocita che potrà essere fecondato.

L’ultima ipotesi è quella in cui vi siano stati ripetuti insuccessi a seguito dell’iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi o ICSI (Intra-Cytoplasmic Sperm Injection) ovvero, la tecnica mediante la quale uno spermatozoo iniettato nei modi della fecondazione in vitro con successivo impianto dell’embrione nell’utero della donna.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Fecondazione eterologa tra scienza e diritto. Questioni e prospettive di analisi

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Informazioni tesi

  Autore: Noemi Trovarelli
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Cristina Costantini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 130

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