Turismo naturalistico e conservazione della natura. Il caso studio del PNALM

Le analisi del turismo naturalistico mostrano un trend in crescita per quelle forme di turismo nature-based. Questa tendenza sarebbe un segno di mutamento dei paradigmi culturali della società, con un’accresciuta sensibilità verso i temi della compatibilità ambientale e della sostenibilità dello sviluppo.

Difficile risulta l’individuazione esatta di questo segmento del mercato turistico: “il mercato riconducibile alla categoria del Turismo Natura, a causa dell’ampiezza dei concetti che il termine evoca (sostenibilità delle pratiche turistiche, compatibilità tra valorizzazione e tutela delle risorse, consumo responsabile, ecc.), è di per sé difficilmente assoggettabile ad una segmentazione, criticità questa che finisce per ripercuotersi sull’affidabilità delle fonti statistiche, soprattutto quando la scala spaziale d’analisi è molto ampia”.

Inoltre, in base agli studi condotti dall’International Ecotourism Society, appaiono estremamente significative le dimensioni di crescita del mercato, e l’importanza delle tipologie di turisti riferibili al turismo nature-based è andata aumentando anche con riferimento alla spesa attivata dai singoli segmenti. Gia Pieroni dieci anni fa notava che “nell’ambito del turismo, la specifica branca dell’ecoturismo è divenuta la più dinamica, con una crescita annua che varia dal 10 al 15%, e tale da raccogliere circa il 25% del totale dei viaggi all’estero”.

“Molti paesi in via di sviluppo oggi basano il loro successo sull’offerta di beni naturalistici, fatto che impone un riposizionamento dei flussi turistici su scala globale comportando un’occasione di sviluppo per molte destinazioni in passato ai margini del mercato”.

Nocifora, nel suo studio sul turismo, Itineraria, rilevava come l’attenzione per la natura e l’ambientalismo rappresentassero una motivazione prevalente per un segmento di mercato turistico destinato a crescere: molto presto, puntualizzava il sociologo, non avrebbero avuto cittadinanza di mercato quei prodotti turistici che avessero ignorato l’attenzione nei confronti dell’appeal naturalistico; in pratica “l’albergo costruito secondo criteri eco-compatibili e con un basso impatto territoriale, il ristorante che offre pietanze cucinate con prodotti biologici, il pacchetto che comprende un’escursione in un’area naturalistica e così via, saranno considerati prodotti di qualità più elevata rispetto a quelli tradizionali e quindi venduti a prezzi più elevati”.

La tipica destinazione del turismo naturalistico è in Italia rappresentata dalle aree protette, alcune sono destinazioni storiche del turismo, altre lo sono diventate dopo la loro designazione: “milioni di turisti ed escursionisti scelgono per la propria vacanza i parchi, all’interno dei quali numerose sono le strutture ricettive ed è molto cresciuto, in questi ultimi anni, il numero di agriturismo, ostelli, camping-natura e bed and breakfast.

La crisi economica, secondo le statistiche, non avrebbe arrestato la crescita di questo settore di mercato. Lo afferma anche l’ultimo Rapporto Ecotur sul Turismo Natura (elaborato da Istat, Enit, www.enit.it, Università dell’Aquila e Regione Abruzzo ). “La crisi economica e la contrazione della domanda turistica non fermano l’ascesa del turismo natura. Il 2009, infatti, si è chiuso con 99,1 milioni di presenze, oltre 100.000 in più rispetto al 2008, ed un fatturato di 10,7 miliardi di euro (era di 10,5 nel 2008)” .

Ma cosa si intende per ecoturismo? Farò riferimento, per un’analisi definitoria, alle elaborazioni della Ecotourism Society: “ecotourism is: "responsible travel to natural areas that conserves the environment and improves the well-being of local people." (TIES, 1990)