Dinamiche Competitive nella filiera del Turismo Enogastronomico
Il turismo enogastronomico in Puglia e in Italia
Tra i motivi che hanno spinto milioni di persone ad andare in vacanza in Italia ê stata l’enogastronomia; infatti il turismo enogastronomico è l’unico settore in costante crescita.
Questo fa riflettere e ricorda l’importanza della cultura enogastronomica per la Ristorazione e per il Turismo di un paese come l’Italia, dove il mangiar bene e genuino fa parte del nostro modus vivendi. Il turista straniero viene nel nostro paese per ammirare le bellezze artistiche ed architettoniche e per gustare specialità culinarie che difficilmente può assaggiare altrove.
Infatti, basti pensare che Il Made In Italy, il marchio più noto ed ammirato in tutto il mondo ed in ogni Paese, nonostante la sua popolarità ha fatto però registrare nel 2013 un calo sull’export dei prodotti alimentari pari a 27 milioni di Euro, la metà di quello tedesco e solo dopo la Francia con circa 43 milioni. Il reddito medio in agricoltura nell’Unione Europea vede sempre la Francia al primo posto con 47 mila euro, la Germania a quota 36 mila euro e l’Italia assieme alla Spagna producono un reddito medio di 22 mila euro. Da annotare pure che il nostro Paese è passato dal primo al quinto posto per arrivi di turisti internazionali nel mondo e al sesto posto per gli introiti valutari.
Altri aspetti dal punto di vista quantitativo vanno ripresi, perché in Puglia abbiamo una permanenza media di turisti italiani che è decisamente inferiore alla permanenza media dei turisti pugliesi, dovuta dal fatto che il motivo balneare nel nostro territorio è prevalente rispetto che altrove. In Puglia si stima una permanenza media dell’extra-alberghiero più alta di quella nazionale. L’extraalberghiero locale ê in larga misura turismo all’aria aperta, che non comprende solo agriturismo ma altre forme di ospitalità e ristorazione, sempre con prevalenza dominante del motivo balneare. Il dato positivo è la permanenza media negli agriturismi pugliesi più bassa rispetto ai dati nazionali, ciò perché la permanenza medio-breve è tradizionalmente abbinata ad un motivo non balneare o tantomeno in una sua forma esclusiva.
Qui si prospetta a proposito il ruolo che le varie strutture turistiche giocano nello sviluppo rurale essendo considerate uno strumento interessante per la destagionalizzazione. In Puglia questo tipo di rilevazione è particolarmente importante, perché la tipologia balneare è assolutamente dominante ed è associata alla permanenza medio-lunga. Si è anche riscontrato che, la presenza di stranieri nelle nostre strutture è piuttosto modesta. Le presenze distribuite in Puglia dimostrano che c’ê una forte polarizzazione nelle prime cinque destinazioni per agriturismo in Puglia concentrando da sole il 50% delle presenze regionali.
Il turista straniero viene nel nostro Paese, anche per assaggiare, gustare, fare esperienze sensoriali uniche al mondo. Sempre più spesso è alla ricerca di prodotti enogastronomici e di specialità della tradizione locale. Per attirare i turisti stranieri occorrono quindi motivi strutturali e particolari competenze per poter accogliere, oltre che un sistema di collegamenti logistici ovviamente corrispondenti.
Dalle informazioni raccolte, si è rilevato che la permanenza media in tutti i comuni pugliesi in cui c’ê una concentrazione significativa di presenza di attività turistiche, è una permanenza media che tende ad essere piuttosto bassa.
In Puglia si ha una presenza di strutture agrituristiche, con una modesta capacità ricettiva in crescita, sebbene, il divario con il resto d’Italia continui ad aumentare. Dunque, in altre regioni italiane il settore cresce più rapidamente e necessita di ulteriori sforzi per ridurre tale divario che, visto in chiave positiva, può essere considerato un’opportunità e non una diminuzione del potenziale degli attori locali.
In particolare, il tipo di assetto che la Puglia sembra aver assunto negli ultimi due cicli di programmazione è positivo in base anche ai lavori e studi speri-mentali che si stanno svolgendo. Tale assetto, confrontato con le altre regioni del mezzogiorno definite nell’obiettivo 1 (obiettivo prioritario in attuazione della PAC in Italia dal 1993 al 2020, cui fanno capo le regioni in ritardo di sviluppo e in fase di adeguamento strutturale), hanno dimostrato che i primi risultati raggiunti in questi due cicli di programmazione, la Puglia e quindi, probabilmente, le sue politiche regionali hanno portato ad una crescita delle strutture, non tanto legati ad una crescita selvaggia del numero delle strutture come è accaduto in altre regioni, come la Campania, in cui perviene il sospetto peraltro che il motivo principale sia stato quello di andare ad intercettare il finanziamento. La scomposizione delle presenze sulla base delle variabili considerate, sembrano suggerire che la crescita ê stata armonica rispetto all’aumento della domanda, come armonica ê stata anche la crescita in termini di numeri delle strutture e delle loro dimensioni.
In particolare, le imprese entrate nel mercato negli ultimi anni sono aziende agricole di piccole dimensioni, che hanno adottato diverse strategie ed ospitalità. Le piccole dimensioni incrementano la frammentazione richiedendo maggiori azioni di coordinamento (opportunità di lavoro, capacità di creare valore aggiunto), ma dagli studi effettuati tale analisi può essere considerata un risultato positivo.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Dinamiche Competitive nella filiera del Turismo Enogastronomico
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Informazioni tesi
Autore: | Giovanni Vacca |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Lecce |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Management Aziendale |
Relatore: | Antonio Iazzi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 84 |
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